10/01
TOM
Il primo pensiero che ebbi appena tornai a Los Angeles fu andare da Meaghan e così feci.
MEAGHAN
Verso le otto di sera suonò il campanello: Tom era tornato.
Aprii la porta e gli salutai in braccio e gli sorrisi, lui mi prese e mi diede un bacio.
"Mi sei mancato" gli dissi.
"Anche tu, possiamo recuperare il tempo perduto" rispose entrando in casa, chiuse la porta dietro di sé e mi chiese se ero in vena, io ovviamente risposi di sì.
Mi portò in camera e si sedette sul letto, io mi alzai dalle sue gambe e andai a chiudere la porta a chiave, mi rimisi su di lui e lo distesi. Cominciai a togliergli il maglione che lui mi fece indossare.
"Stai proprio bene" disse sistemandolo.
Lui, con una strana mossa, riuscì a girarsi.
"Che vuoi fare piccolina?" mi disse prima di cominciarmi a baciare il collo per arrivare al seno, poi alla pancia e infine lì sotto.
"AAAH, mio piccolo diavoletto" dissi e da lì successero cose che durarono tutta la notte.2:10
"Mi era mancato poterti abbracciare Meaghan" mi disse lui sorridendo.
Io mi avvicinai al suo corpo, lo abbracciai, avvicinai il mio viso al suo e risposi:"A chi lo dici, ti amo" dopodiché lo baciai.
Qualche minuto dopo cominciai a sentirmi male, nausea e lancinanti dolori alla pancia, ma pensai fosse solo la stanchezza quindi diedi la buonanotte a Tom e ci addormentammo l'una nelle braccia dell'altro.Verso le 5 sentii Tom alzarsi dal letto per andare a cercare i suoi vestiti probabilmente.
"Tom, che combini?" chiesi svegliandomi con una voce fioca.
"Mia mamma ha problemi con le sue medicine, purtroppo devo andare. Tu tutti bene? Ti vedo pallida" rispose lui risedendosi sul letto e accarezzandomi il viso.
"SÌ, tranquillo. Sarà solo stanchezza o stress" lo tranquillizzai prendendogli la mano con la quale mi stava accarezzando.
"Se stai tanto male chiamami ok?" disse lui prima di baciarmi, io annuii.Appena sentii Tom uscire dalla porta principale mi diressi in bagno per mettermi su il pigiama e tranquillizzarmi, una che fui calma andai a in cucina e mi preparai una tazza di the caldo con un po' di limone per farmi passare la nausea e in effetti funzionò: vomitai e mi sentii leggermente meglio.
Dopo un'ora continuavo a sentirmi male quindi chiamai Lauren per avere un consiglio, lei mi propose di andare dalla dottoressa e mi avrebbe accompagnata lei. Quando chiusi la chiamata con Lauren (erano ormai le 7) chiamai la mia dottoressa per vedere di un appuntamento, per fortuna era libera alle 9 dello stesso giorno.8:50
Eravamo davanti al l'ambulatorio, io e Lauren, mano nella mano ad aspettare che le dottoressa mi chiamasse.
Esattamente alle 9 entrai in ambulatorio, mentre Lauren dovette restare in sala d'attesa. Dopo un'accurata visita prima generale e poi ginecologica la dottoressa mi disse esattamente queste parole:"Purtroppo il piccolo non ce l'ha fatta"
"Il piccolo?" pensai e quindi chiesi alla dottoressa se ero incinta.
Lei rispose che lo ero di 3 settimane però a causa di un problema a livello di cromosomi, il bambino aveva subito un aborto spontaneo. Riuscii a trattenere le lacrime, pagai, ringraziai, salutai e, camminando lentamente, andai da Lauren e le spiegai il tutto singhiozzando.
"Non so come dirlo a Tom" dissi come ultima frase, dopo non riuscii più ad aprire bocca per il resto della mattinata.
Dopo aver tentato di mangiare qualcosa, con scarsi risultati, chiamai Tom e gli dissi di venire da me.
Dopo 5 minuti lui era già arrivato. Gli aprii e gli dissi di mettersi comodo sul divano e io mi sedetti sulla poltrona di fronte a lui.
"Prima di cominciare, come stai?" mi chiese preoccupato, io risposi che fisicamente stavo abbastanza bene e che quello che dovevo dirgli non sarebbe stata così bella.
"Dimmi tutto" mi disse chiandosi e io gli ripetei per filo e per segno tutto ciò che mi aveva detto la dottoressa e, non so perché, mi scusai.
"Meaghan, perché mi chiedi scusa? Non è colpa tua, non potevi saperlo" disse alzandosi dal divano e venendo da me, si mise in ginocchio e mi asciugò gli occhi dalle lacrime.
"Era solo un ammasso di cellule ancora, ma era nostro figlio che purtroppo non ha neanche potuto conoscerci" dicendo quelle parole caddi a pezzi, mi sentivo come se il mondo si fosse spezzato e che io mi stessi pungendo con i frammenti.
"Meaghan, abbiamo tempo per avere un piccolo bambino che corre per casa e gioca con i nostri gattini, ma ora se è successo questo vuol dire che Dio lo ha voluto e Lui non fa mai male senza motivo" le sue parole mi sollevarono un po', però ero ancora distrutta.
Tom passò il pomeriggio, la sera con me e vegliò su di me finché non mi addromentai, dopodiché si mise sul divano letto in salotto per non svegliarmi.
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Una serie e un amore || Tom Ellis
RomansaMeaghan Cooper, una donna disinvolta e che non si fa mettere i piedi in testa è alle prese con le riprese della serie TV Lucifer. Sul set incontra un uomo che le cambierà per sempre la vita. La storia viene narrata da diversi personaggi per poter "a...