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Svegliandomi percepii una sensazione di vuoto, mi alzai dal letto e andai ad aprire la porta cercando l'unica persona che potesse colmare la mia mancanza

«Jaden?» chiesi nella speranza di una risposta, ma essa non arrivò. Scesi svelta in salotto

«Jaden?» lo chiamai di nuovo ma non sentii nulla, andai in cucina a controllare ma neppure lì lo trovai

«Jaden!» alzai la voce mentre i miei occhi si riempirono di lacrime. Mi spaventai quando la porta principale si spalancò

«Claire!» appena lo vidi gli corsi incontro e lui fece lo stesso dopo aver mollato delle buste per terra. Mi gettai contro il suo petto stringendolo dietro alla schiena

«che succede? Perché stai piangendo? Stai male? Hai avuto un attacco? Hai fatto un incubo?» chiese a raffica mentre mi abbracciava

«scusa» sussurrai contro il suo petto

«Claire guardami» mi staccò prendendomi il viso

«che hai?» mi guardò dolcemente

«credevo che te ne fossi andato, mi sono alzata con una sensazione di vuoto, ti ho cercato in casa e tu non c'eri e poi ieri sera ti ho ferito e quindi pensavo che non volessi più vedermi e che volevi andartene, credevo di averti perso»

«Claire non succederà mai» mi interruppe asciugandomi le lacrime dalle guance

«ho dormito sul divano tutta la notte e sono passato molte volte accanto alla tua porta per sentire se stavi male. Mi sono alzato e sono andato a prendere la
colazione, non avevo intenzione di andarmene via»

«Jaden» lo strinsi di nuovo a me, lo sentii sospirare

«dimmi» non avevo intenzione di rispondere infatti mi fiondai sulle sue labbra lasciandolo sorpreso

«ti prego resta» sussurrai prendendo fiato

«non me ne vado senza di te» mi baciò di nuovo, le sue labbra scottavano e non riuscivo a farne a meno di sentire quella sensazione di calore che io gli provocavo.

Mi prese i fianchi sollevandomi, subito strinsi le mie gambe attorno al suo bacino senza interrompere quel contatto di fuoco vivo tra le nostre labbra. Fece qualche passo e mi appoggiò al bancone della cucina. Con le mani andai subito ad accarezzargli il petto sotto alla maglietta, facendogliela togliere qualche istante dopo

«non eri tu quella che voleva aspettare?» ansimò riprendendo fiato, non risposi, gli diedi qualche secondo e lo baciai di nuovo.

Mi tolsi la canotta e feci scivolare a terra i miei pantaloncini. Avvicinai Jaden a me e aprii la cintura dei suoi, lui mi afferrò le mani allontanandomele, aprii la cerniera e fece scendere i pantaloni che raggiunsero presto i miei.

Si staccò ancora, non aveva più fiato, sentivo le labbra andare a fuoco. Con molta delicatezza mi tolse il reggiseno, rimasto sul mio corpo tutta la notta per mia dimenticanza. Sentii le sue dita che leggere si dirigevano dalla schiena verso il mio seno, passando sopra i capezzoli e poi scendendo fino all'ombelico. Si fermò e guardandomi negli occhi si tolse i boxer per poi tirare leggermente l'elastico dell'unico indumento che avevo addosso.

Lo supplicai con lo sguardo, volevo che fosse lui a toglierlo e così fece. La freddezza del bancone mi fece venire i brividi. Jaden mi prese i fianchi e mi avvicinò al suo bacino. Mi aggrappai alle sue spalle

«Claire non ho il preservativo» mi sussurrò ansimando

«non m'importa, mi fido di te» lo baciai teneramente ma lui mi fermò subito

Can't escape it everDove le storie prendono vita. Scoprilo ora