🍂𝙲𝖺𝚙𝗂𝚝𝗈𝚕𝗈 𝚌𝗂𝚗𝗊𝚞𝖾🍂

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Allungai la mano incerto spingendo la porta di ferro in avanti facendo suonare il campanello all'ingresso

Prop:"Signor Jones! Di nuovo qui" affermò l'uomo salutandomi dal bancone dove stava asciugando alcuni bicchieri di vetro

J:"Già"affermai togliendo la giacca accomodandomi allo stesso posto di ieri.

Portai le mani sul tavolo sospirando rumorosamente cercando di scaldarmi dal freddo che mi aveva colpito in pieno quel pomeriggio.

Oggi, diversamente, dai giorni scorsi, il tempo, era abbastanza mite: la pioggia si era fermata e qualche raggio di luce faceva capolino dalle nuove.

Estrassi la busta che avevo portato con me dalla tasca interna della giacca posandola sul piano davanti a me.

Sospirai rumorosamente accarezzando delicatamente la carta ruvida che conteneva l'ultimo ricordo che avevo di lui.

Era difficile: estremamente difficile ma non riuscii ad impedire a me stesso di soffrire al solo pensiero che, quello che avevamo pregato non succedesse era in realtà accaduto.

Quindici anni: ecco quanto era passato dall'ultima volta che lo avevo visto.

Avrei dovuto seguirlo: me ne pento ogni giorno anche se, Betty, cercava sempre di rincuorarmi ricordandomi che, se l'avessi fatto, probabilmente, non l'avrei potuta sposare e, adesso non starebbe aspettando la nostra piccola.

Ogni volta che ci penso, sorrido.

Chissà come sarà diventare genitori..

Chissà se mia figlia mi amerà quanto io la amo già.

La sera in cui la bionda mi diede la notizia scoppiai letteralmente a piangere.

Ricordo ancora quel momento: io che abbraccio mia moglie, anche lei in lacrime, la nostra gioia immensa, la consapevolezza che quella bambina era frutto delle nostre sole forze.

Mentre quel pensiero si rimanifestò con chiarezza dentro alla mia mente, una lacrima mi bagnò la guancia facendomi fare un leggero sorriso

X:"Tutto bene?" domandò una voce che non sentivo da tanto tempo

J:"Cheryl" dissi voltandomi "Non pensavo saresti più tornata" ammisi sistemandomi meglio sulla poltrona

C:"Nemmeno io" rispose "Ma Betty mi ha detto della bambina e, dopo aver prenotato il volo, sono tornata in questo buco di città" rispose guardando il locale disgustata "Il Pop's non è più lo stesso senza Pop Tate"affermò osservando il proprietario alla cassa

J:"A chi lo dici" sospirai osservandola da capo a piedi.

La rossa era cambiata radicalmente nel corso degli anni: la lunga chioma rossa, adesso, era stata accorciata fino alle spalle.

Indossava una gonna marroncina e una camicia a righe rosse e bianche.

Ai piedi, portava dei semplici tacchi a spillo.

L'unica cosa che non era cambiata, era il rossetto rosso che colorava le sue labbra carnose

C:"Posso sedermi?" chiese inaspettatamente

J:"Certo" acconsentii subito spostandomi di fianco alla finestra.

Il classico profumo alla ciliegia che portava da quando eravamo adolescenti mi avvolse in pochi secondi

C:"Un cappuccino d'asporto" disse la ragazza al cameriere che stava passando in quel momento di fianco a noi

Cam:"Subito" rispose annuendo.

Cheryl osservò per alcuni secondi le sue unghie perfettamente smaltate per poi riportare la sua attenzione su di me

C:"Come mai tu sei qui? Hai litigato con la bionda?" domandò con sguardo furbo

J:"Magari" sospirai portando una mano tra i capelli

C:"Forza Jones: sputa il rospo" mi incoraggiò.

Di conseguenza chiusi gli occhi per poi sussurrare

J:"Lo hanno trovato".

Dopo avermi osservato per alcuni secondi confusa, la rossa, si alzò di scatto

C:"È forse uno scherzo?!" esclamò guardandomi come se le avessi detto che la sua linea preferita di mascara non sarebbe più stata distribuita negli USA "Ed è vivo?!".

Scossi il capo

J:"Credi che se no avrei portato quello?" chiesi indicandole la busta.

La ragazza si morse il labbro inferiore

C:"Mi dispiace tanto Jug" disse posandomi una mano sulla spalla.

Annuii riconoscente

J:"Sto aspettando l'agente che ha condotto il caso: voleva farmi..alcune domande" mentii sperando se ne andasse

C:"Mhm ok, penso che, per questa volta, salterò il terzo grado ti dispiace?"domandò prendendo la sua bevanda.

Alzai le spalle

C:"Ci vediamo a cena" mi salutò prendendo il suo cappotto di pelliccia dall'attaccapanni

J:"A dopo" conclusi vedendola uscire.

Mi guardai per qualche minuto attorno per poi risentire la porta aprirsi trovandomi davanti all'agente

Ag:"Salve" mi salutò avvicinandosi

J:"È in ritardo" gli feci notare

Ag:"Mi perdoni: ma il traffico era immenso oggi" si scusò sedendosi "Quella cos'è?" chiese indicando la busta

J:"L'ultima cosa che mi rimane di lui" affermai porgendogliela.

Dopo avermi rivolto uno sguardo esitante, la aprì estraendone un anello d'argento

J:"Era il regalo di nostro padre per i diciotto anni. Ce ne aveva donato uno a testa" spiegai.

Dopo esserselo rigirato tra le mani per alcuni minuti, disse

Ag:"Presumo che lei non abbia conservato il suo".

Preso alla sprovvista, portai le mani alle tasche tastandole freneticamente

J:"Eccolo" dissi mostrandoglielo "Perfettamente identici" affermai "Come lo eravamo noi.
O quasi.."

-spazio autrice-

Ciaooo

Ci sono!

Non sapete quanto tempo ci ho messo per scrivere questo capitolo haha

Ammetto che nella parte di Juliet mi si sono inumiditi gli occhi haha

Che roba..

Va be

Spero, come al solito, che vi sia piaciuto

Ci vediamo

Baci

-EliNoRisoff

Twins||BugheadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora