I

380 18 0
                                    

Jimin lo sentiva da un po' di tempo a questa parte quel vuoto strano a cui non sapeva dare un senso. La sua vita andava bene, aveva tutto: un bel lavoro da impiegato in un negozio d'abbigliamento poco fuori città, un bell'appartamento nelle periferie poco movimentate di Seoul, una famiglia alle spalle pronta a sostenerlo, un migliore amico da invidiare. Non gli mancava nulla, eppure quello strano senso di mancanza si faceva sentire sempre di più. Pensava di avere fame e dover mangiare, ma quel vuoto persisteva all'altezza del cuore e non gli dava pace.

Come ogni volta, decise di lasciar perdere e di continuare a sistemarsi per la serata che si prospettava per lui ed il suo migliore amico da una vita, Taehyung. Si guardò un'ultima volta allo specchio sistemandosi il colletto della camicia bianca che gli fasciava alla perfezione il busto, seguita dai jeans neri attillati che a Jimin piacevano tanto, finendo il tutto con un paio di scarpe eleganti sempre nere. Uscì dal bagno ritrovandosi davanti il suo migliore amico che si prese qualche minuto per guardarlo attentamente. «Stai benissimo Jiminah» disse Taehyung con uno dei suoi larghi sorrisi quadrati, ricevendo in risposta una risatina da parte dell'amico che si avvicinò a lui, aggiustandogli il colletto della camicia rosso sangue e regalandogli un largo sorriso. Entrambi si guardarono sorridendo ancora. «Ti voglio bene Tae» disse il biondo stringendo il ragazzo davanti a lui in un caloroso abbraccio. «Un momento di dolcezza Park? Comunque ti voglio bene anche io» disse il moro ridendo e ricambiando l'abbraccio. «Non ne riceverai un altro presto, stronzo» rispose Jimin fingendosi offeso, staccandosi dall'abbraccio e mettendosi a braccia conserte. Entrambi scoppiarono a ridere poco dopo per la stupida situazione che si era creata, per poi prendere le giacche e uscire di casa dirigendosi verso il luogo in cui si sarebbero dovuti incontrare con i loro vecchi compagni di scuola, più precisamente quelli delle superiori.

Salirono sull'auto del moro, che l'accese, partendo verso il luogo dell'incontro. Era stato organizzato tutto dal loro vecchio rappresentante d'istituto, Kim Namjoon, una persona cordiale, rispettosa delle regole e soprattutto molto carismatica: era un po' il papà di tutti.

Arrivati al luogo prefissato, si resero conto che forse non tutto era stato scelto da Namjoon: si ritrovarono davanti ad un castello di un colore chiaro, cristallino, addobbato in un modo tale che sembrava si dovesse celebrare un matrimonio. Striscioni colorati di rosa e bianco contornavano le forme arrotondate dell'imponente e magnifico edificio di colore bianco perlato, rendendolo simile ad una bomboniera. I due ragazzi parcheggiarono poco lontano dall'entrata, preceduta dal giardino ben curato della mega villa. Quando arrivarono, un uomo della servitù li accolse dando loro il benvenuto a Villa Kim, e successivamente, ammettendoli nell'edificio fiabesco che ora, da vicino, sembrava ancor più surreale, fatato e dall'aria mistica. Attraversarono il grande giardino ed arrivarono davanti al grande portone in legno massiccio dell'ingresso principale, facendo attenzione a non scontrare i calici pieni di qualche alcolico delle numerose persone lì presenti.

Superarono l'ingresso ed entrarono in un lungo e buio corridoio, dove si potevano solo distinguere le enormi pareti in sasso e il tappeto rosso adagiato sul pavimento. Dopo aver finito di camminare per la misteriosa stanza, due tende di velluto rosso ovattavano la musica che proveniva da oltre di esse e la luce che penetrava permetteva appena di vedere dove si stesse andando. Jimin spostò una delle due tende abbastanza da poterci passare attraverso solo abbassandosi un po', e regalando alla sua vista uno spettacolo che mai aveva visto prima d'ora. Il biondo rimase a fissare la stanza con stupore, affiancato poco dopo da un Taehyung a bocca aperta per la bellezza che si concentrava in un solo luogo. «Jimin, siamo sicuri che sia questo il luogo dell'incontro?» chiese incredulo il moro al suo migliore amico, che in risposta iniziò a scuotere la testa dicendo «Non ne ho la minima fottuta idea Tae». «Vedo che siete stupiti dalla mia umile dimora: bella vero?» chiese un ragazzo vestito in smoking bianco dai capelli corvini che risvegliò i due ragazzi dallo stato di stupore in cui si erano ritrovati una volta messo piede nella stanza. Jimin scosse la testa focalizzandosi sul volto conosciuto di quel ragazzo, per poi esclamare «Jin-hyung!» ed abbracciare il corvino che già aveva aperto le braccia volendo racchiudere il biondo tra di esse. «Jimin, Taehyung, che bello rivedervi! Sono felice che siate venuti» il maggiore fece una pausa, poi batté le mani e le sfregò tra di loro. «Allora, cos'avete combinato in questi anni?» chiese infine alternando lo sguardo tra i due ragazzi e sorridendo a trentadue denti. «Mah, noi niente di speciale: lavoriamo come commessi in un negozio al cento commerciale» spiegò brevemente Jimin gesticolando un poco. «Ma credo che questa domanda dobbiamo farla noi a te: questo impero da dove stracazzo viene?» chiese Taehyung quasi urlando e contemplando ancora una volta l'enorme e stupenda stanza in cui si trovavano. Jin rise di gusto poi assunse un'espressione quasi sognante «Beh sapete, tutto ciò è frutto del duro lavoro-» «Sì certo, del duro lavoro di tuo marito» un ragazzo molto alto con i capelli azzurri mise un braccio attorno alle spalle di Jin che sbuffò e si mise a braccia conserte. «Buonasera ragazzi, come state?» chiese l'azzurro a Jimin e Taehyung che ridevano per l'esilarante situazione che si era creata, andando verso di lui a braccia aperte «Namjoon-hyung! Non ti avevamo ancora visto» disse Taehyung prima di abbracciare il nominato, seguito subito dopo da Jimin che compì la sua stessa azione. «Ma quindi vi siete sposati? Congratulazioni ragazzi, siamo felicissimi per voi!» disse il biondo sorridendo a trentadue denti, battendo le mani e saltando euforico. I due sposi risero e si diedero poi un leggero quanto sfuggente bacio sulle labbra, che confermò il discorso del più giovane. «Spero che la festa vi piaccia, ci siamo impegnati molto» disse Namjoon sorridendo gentile, mentre Jin lo prese a braccetto congedando i due ragazzi «Godetevi la festa e fate come se foste a casa vostra».

ɴᴇᴏᴡᴀ ɴᴀ • ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿDove le storie prendono vita. Scoprilo ora