Jimin e Yoongi lasciarono l'appartamento a passo svelto sotto gli sguardi straniti dei loro amici che però decisero di lasciarli andare. Correvano pericolosamente giù per le scale, ma non gli importava perché ciò non faceva altro che accrescere l'adrenalina nelle loro vene. Il corvino guidava il minore che lo seguiva con ancora la mano stretta alla sua, quelle mani che non si sarebbero lasciate per nessun motivo al mondo. Arrivarono alla fine di quelle infinite rampe di scale e uscirono dall'enorme edificio, entrando a contatto con la fresca brezza pomeridiana e il tiepido sole primaverile. Yoongi continuò a trascinare con sé il biondo che lo affiancò, non volendo rimanere indietro. Il biondo non sapeva dove stavano correndo, non aveva idea di dove quel ragazzo tanto meraviglioso lo stesse portando però aveva deciso di fidarsi, voleva fidarsi del maggiore perciò lo avrebbe seguito ovunque lo avrebbe portato.
Svoltarono ed entrarono in un vicolo buio e stretto dove il corvino si girò per osservare la figura di Jimin, ora con le gote colorate da un leggero colore roseo. Tornò a guardare la strada davanti a loro il maggiore, finché non giunsero davanti ad una cancellata trasandata e arrugginita che dovettero oltrepassare per aver accesso ad un immenso prato. Yoongi si fermò e si voltò verso il biondo, prenderò entrambe le sue mani e stringendole mentre lo guardava sorridente negli occhi. «Ti fidi ancora di me?» chiese al ragazzo davanti a lui con il fiato corto che annuì freneticamente ridendo un poco e provando a regolarizzare il respiro. Il corvino non attese un secondo in più e riprese a correre, sempre tenendo stretta la mano di Jimin, verso un fitto bosco in cui si infiltrarono poco dopo. Il maggiore teneva lo sguardo rivolto verso l'alto, forse cercando qualcosa, mentre le sue gambe si muovevano da sole verso una meta precisa. Terminarono la loro corsa ai piedi di un grande ed antico albero, un ciliegio, che aveva cominciato da poco a fiorire per l'arrivo della primavera. Tutto ciò che si sentiva erano i loro fiati pesanti e i numerosi cinguettii delle molteplici specie di pennuti presenti in quel boschetto.
Solo dopo aver ripreso a respirare normalmente, il biondo alzò lo sguardo e scrutò il paesaggio fiabesco che lo circondava. «Dove siamo?» chiese non distogliendo gli occhi dalla bellezza naturale intono a lui, mentre il corvino aveva cominciato a dirigersi lentamente verso il grande ciliegio. «Vieni qui» disse il corvino al biondo, non rispondendo al minore e avvicinando la mano al tronco del grande albero mentre una corda molto ben nascosta su di esso si mostrava agli occhi dei due. Yoongi afferrò la fune con un'agilità felina e si arrampicò sul fusto del ciliegio, raggiungendo una piattaforma. Jimin compì le stesse azioni fatte dal maggiore poco prima, ritrovandosi anche lui su quella piccola piattaforma in legno chiaro. Il minore si tolse la giacca del completo e l'appoggiò al suo fianco, poi si sedette accanto al corvino che lo stava osservando da un po'. Jimin colse un fiore da uno dei rami più vicini e lo guardò attentamente: era uno dei primi appena fioriti ed aveva dei colori stupendi, tutti su una tonalità di rosa piena di vitalità. Staccò lo sguardo dal fiore e lo posò sul ragazzo davanti a lui, che gli sembrava ancora più bello di quel miracolo della natura. Guardò di nuovo il fiore, poi si allungò per adagiarlo delicatamente tra i capelli nero pece del maggiore e sorrise, contagiando anche l'altro. Yoongi, in tutto questo, era rimasto ad ammirare gli spiragli di luce che penetravano da quei piccoli varchi in mezzo alla boscaglia ed illuminavano il viso del biondo, rendendolo di una bellezza indescrivibile. Non aveva mai creduto che qualcuno potesse essere più bello di quel suo piccolo uomo perché credeva che nessuno sarebbe mai stato in grado di superare la bellezza che avevano gli angeli: e Jimin era il suo angelo.
«Scusa se ti ho fatto perdere un polmone» ridacchiò Yoongi, un po' imbarazzato per aver fatto correre così tanto e così velocemente il suo amato. «Stai tranquillo, sono ancora tutto intero» disse invece il biondo gonfiando il petto e appoggiando le mani sui suoi fianchi. Entrambi liberarono una risata, poi il maggiore si voltò in direzione del ragazzo accanto a lui. «È molto bello, vero?» chiese Yoongi notando lo sguardo del minore perso tra la fitta vegetazione che donava al posto un'atmosfera quasi mistica. «Mai bello quanto te» rispose Jimin sincero e di getto, sorridendo al ragazzo davanti a lui. «Jimin, io... devo dirti una cosa» il corvino si avvicinò al biondo e gli prese entrambe le mani per l'ennesima volta in quel giorno. D'altra parte, l'altro assunse un'espressione seria, pronto ad ascoltare qualsiasi cosa sarebbe uscita dalle labbra del suo amato. «Non ho la minima fottuta idea da dove io debba cominciare, ma per una volta voglio cambiare, per te voglio farlo, perché sei una persona per la quale ne vale la pena» confessò il corvino, tenendo sempre lo sguardo fisso nelle iridi luccicanti dell'altro. Jimin vacillò per un attimo, sbattendo ripetutamente le ciglia, ma si ricompose subito e continuò ad ascoltare ciò che il corvino aveva da dirgli. «Voglio provare a spiegarti cosa sento e lo so che non è da me provare a dimostrare qualcosa con le parole, ma tu lo hai sempre fatto e io lo avrei dovuto fare già molto tempo fa» il maggiore introdusse brevemente il suo monologo poi buttò fuori tutta l'aria che aveva in corpo in corpo con un lungo sospiro. «Mi sono accorto dei miei errori e di quanto fossi importante solo quando ti avevo già perso e il mio stupidissimo orgoglio mi impediva di tornare da te. Perdonami se ti ho ferito, perdonami se ti ho fatto perdere del tempo, perdonami per tutti gli errori che ho fatto: sei l'ultima persona che ferirei volontariamente a questo mondo» affermò sicuro di sé Yoongi, con gli occhi che scrutavano ogni particolare del viso del biondo. «A dire il vero ho sbagliato anche io. Non mi sono mai calato nei tuoi panni ed ero così... stupido» «Non dirlo nemmeno per scherzo» il maggiore obbiettò subito l'affermazione di Jimin. «Sei la persona più intelligente e sensibile di questo fottuto mondo» «E tu quella più testarda» disse il minore ridacchiando un poco e contagiando anche il ragazzo davanti a sé. «Comunque scusami se non ho saputo capirti. Mi sono sempre chiesto cosa ci fosse tra di noi, cosa fossimo e forse non avrei dovuto» Jimin iniziò a parlare a raffica ma Yoongi lo interruppe, lasciando il minore perplesso. «Ricordi quella volta in cui guardammo le nuvole sdraiati sul prato di casa mia?» chiese il maggiore, mentre il biondo annuiva ricordandosi del momento.
«Tu mi facesti una domanda, la ricordi?» continuò subito dopo, lasciando di nuovo Jimin perplesso. Ci fu un attimo di silenzio in cui il minore tentò di ricordare quella domanda che gli tornò alla mente facendogli illuminare gli occhi.Yoongi aveva capito ciò che viveva dentro di lui da troppo tempo, non aveva più intenzione di aspettare per dirlo al ragazzo che stava seduto lì davanti a lui, ad aspettarlo. Per troppo tempo era rimasto senza la persona a cui quel filo lo teneva legato e, se proprio il filo rosso aveva scelto Jimin per lui, allora non rimaneva più nessun dilemma su cui interrogarsi. Erano fatti dannatamente l'uno per l'altro nonostante entrambi per morti anni hanno tentato di nasconderlo. E come la neve alla fine dell'inverno si scioglie e si ricongiunge all'acqua cristallina del ruscello, anche l'amore, quando sembra ormai finito, torna dove meglio è stato.
Ne era sicuro e voleva tentare, almeno un'ultima volta, ad amare nel modo giusto colui che lo attese per giorni e notti che sembravano infinite. «Jimin» i loro occhi si incontrarono «Yoongi» e i loro sguardi si incatenarono. «Ti amo» le parole uscirono dalle sottili labbra del corvino senza che nemmeno se ne accorgesse. I cuori di entrambi battevano all'impazzata e all'unisono. Sembrava una danza che seguiva il tempo di quella musica scandita dai loro sguardi profondi, dalle loro mani unite, da quel loro fantastico ed eterno amore che non li avrebbe mai abbandonati, come un'ombra che seguirà per sempre la sua figura. Jimin decise di buttarsi, di cambiare anche lui per Yoongi dopo tanto tempo passato a crogiolarsi in quel rimpianto tanto amaro di non averlo fatto prima, e fece combaciare perfettamente le loro labbra in un dolce e delicato contatto. L'avevano fatto: erano diventati Jimin i fatti e Yoongi le parole, erano cambiati l'uno per l'altro e nessuno dei due se ne pentiva. Sembravano due piume che leggere si lasciavano trasportare dalla fresca brezza primaverile, accarezzate da quel scontrarsi lentamente di tanto di in tanto l'una contro l'altra e contro l'aria, così delicate, così libere. Questo erano i due ragazzi in quel magico momento: liberi. Liberi di cambiare, liberi di rincominciare di nuovo l'uno accanto all'altro, liberi di essere loro stessi e di amare chi amavano, senza rimpianti e vergogna.
Erano liberi di essere liberi.
Dopo un po' si staccarono da quel semplice e amorevole contatto, rimanendo con le fronti l'una appoggiata all'altra, ad occhi chiusi e con il sorriso sulle labbra. «Ti amo anche io» affermò il biondo, appoggiando le mani sul petto del ragazzo davanti a lui, cercando il respiro perso durante il bacio. «Non lasciami mai più» disse il maggiore, abbracciando l'esile corpo del biondo e ispirandone a pieni polmoni il profumo.
«Io e te, per sempre» Jimin aprì gli occhi e ampliò il suo sorriso, baciando nuovamente Yoongi.
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ɴᴇᴏᴡᴀ ɴᴀ • ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿ
Fanfictionyoongi e jimin si ritrovano dopo tanto tempo, dopo anni passati tra silenzio e dissapori, dopo non aver mai reso possibile la realtà. riusciranno questa volta a riunirsi? « e nonostante passino le stagioni, le amicizie, i giorni e le persone, loro d...