XI

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«Sarà successo qualcosa di serio? Mi sto preoccupando...» disse Yoongi mentre lavava i bicchieri utilizzati da Hoseok e Taehyung poco prima, mentre il rosso finiva di dare una sistemata al salotto. «Non lo so, ma da come Tae ha portato via Jimin deduco sia qualcosa di importante» giunse a questa conclusione il minore tra i due, seguita da un sospiro da parte del corvino mentre continuava a compiere il suo lavoro. Hoseok mise le mani sui propri fianchi e si fermò a pensare alle parole dette precedentemente dal maggiore, ponendogli poco dopo una domanda «Ma come mai ti preoccupi così tanto, Yoon?». Il nominato gelò sul posto ripensando alla figura terrorizzata di Jimin prima che uscisse dall'appartamento suo e dell'amico. Posò l'ultimo bicchiere che stava asciugando con lo strofinaccio, poi posò anche quest'ultimo e si girò verso il rosso che nel frattempo aveva rivolto lo sguardo alla figura del maggiore. «Hobi, hai visto com'era strano Taehyung? Avrebbe incuriosito chiunque» rispose così Yoongi, provando ad ignorare il vero motivo per cui era agitato, torturandosi le mani tra di loro per scacciare quel senso d'ansia che si stava insediando in lui, azione che al rosso non passò inosservata. Hoseok alzò un sopracciglio, poi sospirò e lasciò perdere, pensando che sarebbe stata una mossa ingenua parlare a Yoongi nello stesso momento in cui era sicuro che Taehyung stesse parlando a Jimin. Decise semplicemente di annuire, visibilmente deluso dalla risposta del corvino, e tornò a sistemare i cuscini sul piccolo divano in pelle ormai vecchia e consumata che si trovava al centro del salotto dell'appartamento dei due. Anche Yoongi si girò nuovamente, iniziando a sistemare i bicchieri negli scaffali sovrastanti al lavello, dove i due inquilini erano soliti adagiare piatti, bicchieri e posate pronte per l'uso, anche se un senso di vuoto si stava impossessando di lui.

Cominciò a sentire lo stomaco svuotarsi e il cuore farsi più pesante, mentre un mare di lacrime minacciava di uscirgli da quelle pozze scure che erano i suoi occhi da un momento all'altro: era arrivato il momento di svuotare la sua mente da tutti quei pensieri mai detti, da tutto quello che sentiva ma che non era mai riuscito a trovare le parole adatte con cui descriverlo. Terminò di sistemare le stoviglie sul loro scaffale poi si voltò verso l'amico, appoggiandosi al ripiano della cucina poco distante dal lavello, si armò di sorriso seppur triste, essendo intenzionato a non piangere, ed iniziò a parlare. «Sai Hoseok, sto qui da relativamente poco tempo, eppure in te sento che posso confidare» il nominato si voltò in direzione della voce dell'amico con un'espressione stranita, notando il triste sorriso del corvino, messo su per mascherare tutte le urla che sarebbero volute uscire forti e chiaramente udibili da quelle sottili labbra. Il rosso lo spronò a continuare con un cenno del capo e si appoggiò allo schienale del divano a braccia conserte per ascoltare il suo discorso apparentemente serio ed importante. «Non ho più nessuno» giunse subito al punto Yoongi, continuando a tenere quel sorriso forzato mentre le sue iridi vagavano irrequiete per le pareti spoglie di quell'ampia stanza. Era sempre stato una persona diretta e molto spesso si è ritrovato ad odiare quella sua caratteristica; questa volta, però, se quella fosse stata una persona, l'avrebbe ringraziata di cuore come fa rattamente. Continuò il suo discorso poco dopo una piccola pausa «I miei genitori sono morti qualche anno fa in un incidente stradale, l'unica persona che avevo accanto fino a poco fa se n'è andata e fortunatamente ho ritrovato un lavoro, una casa e una persona fantastica come te Hobi». Sul suo viso si formò un sorriso sincero seppur ancora debole e una lacrima riuscì a sfuggirgli senza che lui se ne accorgesse, contagiando anche l'animo molto sensibile di Hoseok, che gli andò incontro a passo svelto per racchiuderlo in un forte abbraccio. «Yoongi io... Veramente, mi dispiace tantissimo» disse il rosso sentendo i propri occhi pizzicare e dei singhiozzi provenienti dal ragazzo che ora nascondeva il suo viso nell'incavo del collo del minore, soffocando quel pianto che avrebbe voluto manifestarsi isterico. «Io... a-avrei solo b-bisogno di una p-persona, e tu s-sai benissimo d-di chi parlo» confessò il corvino, provando a parlare nonostante il suo respiro, ora affannoso e irregolare, e nonostante i singhiozzi, che continuavano imperterriti ad irrompere nella sua gola senza preavviso. «Vorrei non a-aver mai fatto lo s-stronzo, vorrei non a-avergli mai permesso di l-lasciarmi andare» e un'altra confessione uscì dalle labbra di Yoongi, ora strette tra i suoi denti per soffocare quell'urlo che avrebbe voluto rilasciare libero e forte nell'aria, con tutto il fiato che aveva in gola.

Hoseok si staccò dall'abbraccio accompagnando il suo amico verso il divano su cui lo fece sdraiare, adagiando la testa del povero ragazzo sulle sue esili gambe. Decise di non dire nulla e di lasciar parlare il corvino, nella speranza che il suo essere e la sua anima si liberassero da tutto quel peso accumulato durante gli anni, durante gli eventi a cui Jimin non aveva preso parte. Cominciò ad accarezzargli la testa con movimenti dolci e delicati, per provare ad infondergli tranquillità e sicurezza, rendendogli più semplice lo sfogo. «Mi manca d-da morire, Hobi. Io n-non ce la faccio più a c-continuare in questo modo...» si rassegnò il corvino e si rese conto della realtà, nonostante cercasse continuamente un modo per passarci oltre: era diventata un ostacolo decisamente insormontabile per il semplice ragazzo che era. Jimin lo aveva aiutato in passato e lo aveva fatto nonostante Yoongi non fosse quella persona che ognuno sogna di avere al suo fianco, almeno, così pensava il corvino. «Però io non m-me lo merito. L-lui è così buono e i-io...» un singhiozzo più forte e prepotente degli altri non gli permise di continuare il suo discorso, dando modo al pianto che fino a poco fa si era calmato di tornare più forte e prorompente di prima. Hoseok decise di intervenire, provando a far ragionare il ragazzo rannicchiato sulle sue gambe. «Yoon, non è vero. Tu sei una bravissima persona e può capitare a tutti di avere un momento in cui si perdono le staffe, ma sono sicuro che Jimin sia felice di averti di nuovo nella sua vita» sorrise sincero al maggiore che fu contagiato dal quel gesto tanto spontaneo e ringraziò mentalmente il rosso di starlo trattando così bene. «Non...» Yoongi si alzò e si mise seduto di fianco ad Hoseok, per poi continuare il suo discorso «non credo che abbia ancora fiducia in me», constatò infine, con la tristezza che traspariva dalle sue parole. «Lui ti ha dato tutto mentre tu, invece, avevi bisogno del tuo tempo e l'hai tirata un po' per le lunghe. È normale che non abbia più tanta fiducia nei tuoi confronti, ma ciò non significa che tu non possa riguadagnartela» giunse alla conclusione più ovvia il rosso, quella a cui il maggiore non riusciva a pensare perché troppo focalizzato su altre idee e pensieri. All'improvviso una domanda balenò nella la mente del maggiore e, senza nemmeno accorgersene, la sua voce la esternò «E se non mi amasse più? Lo avrei perso per sempre...». Ci fu un breve silenzio poi la risata di Hoseok riecheggiò riempiendo quella stanza spoglia, sotto lo sguardo stranito ed interrogatorio del corvino che aveva inarcato un sopracciglio, non capendo il motivo di questa sua reazione. «Ma lo hai visto come ti guardava? Hai visto com'era felice quando siete entrati? Yoongi che razza di domanda hai appena fatto?» chiese il rosso continuando a ridere a crepapelle, asciugandosi una finta lacrima sotto l'occhio.

Effettivamente Hoseok aveva ragione e Yoongi lo sapeva, ma la sua mente era troppo confusa per rendersi conto di quei ragionamenti ovvi, a cui tutti sarebbero potuti arrivare. «Lui ti ama Yoon. E lo so che sei confuso, ma Jimin ama te e nessun altro» il rosso interruppe quel flusso di pensieri che si stava creando nella testa del maggiore, dicendogli ciò che ci voleva per farlo stare meglio. «Grazie Hobi, ti devo un gran favore» il corvino lo guardò, parlandogli a cuore aperto e facendo, per la prima volta in dopo un lungo periodo, un sorriso in cui si intravvedevano le gengive, quello tanto carino da farlo sembrare un bimbo. «Ma che favori e favori, vai a riprenderti il tuo uomo. Con calma, ma vallo a riprendere» Hoseok gli fece l'occhiolino, alzandosi successivamente dal divano e intimando il suo amico a fare lo stesso.

Passarono la serata all'insegna della loro amicizia, tra un bicchiere di qualche alcolico a loro sconosciuto e tante canzoni al karaoke, urlate a squarciagola da quei due ragazzi ora ad un passo dalla felicità. Ma quella felicità era davvero destinata ad arrivare?

ɴᴇᴏᴡᴀ ɴᴀ • ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿDove le storie prendono vita. Scoprilo ora