«Oh mio Dio... Yoon, che hai fatto?» chiese Jimin mentre, dolcemente, con l'indice asciugava le guance ancora bagnate dalle calde lacrime del maggiore. Quest'ultimo, ignorò la domanda che il biondo gli pose, facendogliene un'altra subito dopo «Come mai sei qui?». «Ero... preoccupato» rispose un poco esitante il minore, guardando la punta delle sue scarpe nere ed eleganti. Yoongi non riusciva a credere a quello che aveva sentito e forse non era nemmeno sicuro di aver udito proprio quelle parole, quelle che mai si sarebbe aspettato. Continuava a fissare quella figura così perfetta che gli si ergeva davanti, chiedendosi come potesse esistere un essere tanto prezioso in un mondo come quello. «Vuoi farmi entrare oppure rimaniamo a fissarci come due idioti?» chiese il biondo ridendo e guardando negli occhi il ragazzo di fronte a lui. «A-ah sì, scusami. Entra pure» disse il corvino facendosi un poco da parte per permettere a Jimin di entrare. Nel mentre, una danza irrefrenabile delle farfalle presenti negli stomaci dei due ragazzi stava avendo inizio, ed entrambi conoscevano bene quella sensazione.
Yoongi si chiuse la porta alle spalle e andò ad accomodarsi sul divano, non prima di aver offerto al minore una bevanda. «Vuoi qualcosa da bere?» «Un po' d'acqua va più che bene, grazie mille» rispose gentilmente Jimin, guardando la vasta collezione di bottiglie contenenti chissà quali alcolici appartenente ad Hoseok posta sopra la dispensa della cucina. «Vedo che Hobi ha paura di rimanere a secco, eh?» provò a smorzare un po' la tensione il minore con una battuta sul loro amico in comune che, a quanto pare, di alcolici se ne intendeva. Il corvino si fece scappare una piccola risata in seguito alla battuta fatta dal ragazzo, passandogli successivamente il bicchiere contenente l'acqua da lui richiesto. «Allora non sono l'unico a pensarlo!» entrambi scoppiarono a ridere di buon gusto, continuando a fare satira sul povero buon vecchio raggio di sole.
Poco dopo entrambi erano accomodati sul divano presente in salotto venendo circondati da un imbarazzante silenzio che tra loro, prima ad ora, non c'era mai stato, se non durante gli anni passati lontani l'uno dall'altro. «Ti va di dirmi come mai piangevi?» chiese Jimin dal nulla, ruotando un poco il corpo per poter osservare la figura sciupata del ragazzo dai capelli corvini seduto di fianco a lui, domandandosi come poteva essere dannatamente bello anche in quello stato. «È una storia lunga ed è piena di stronzate Jimin, non so se avresti voglia di ascoltarla» rispose il maggiore scuotendo il capo, lasciando però il biondo con ancora più domande di quante già ne avesse. Yoongi, in cuor suo, sperava veramente che Jimin volesse ascoltare quel suo flusso di pensieri legati da nessun filo logico che gli sarebbero usciti dalle labbra come un vento che spazza via qualsiasi barriera possibile e immaginabile. Il minore, d'altro canto, era molto tempo che aspettava questo momento e non vedeva l'ora di fare un viaggio tra i pensieri del suo amato, per capire quali di essi lo facessero soffrire e quali esperienze accadute durante la sua assenza lo avevano ferito.
Jimin si mise comodo sul divano, sempre rivolto verso il corvino, senza smettere di guardarlo nemmeno per un attimo, poi gli sorrise apertamente e lo rassicurò «Ho ascoltato così tanto il tuo silenzio da farmi venire il mal di testa, cosa ti spinge a credere che non ascolterei le tue parole?».
Yoongi si fece scappare un sorriso che, per non mostrare al biondo, provò a nascondere abbassando il capo. «La mia vita è un casino Chim» alzò il capo Yoongi sorridendo amaramente al minore, che divenne serio ascoltando attentamente ciò che il ragazzo di fianco a lui aveva da dire. «Hobi è stato una mano dal cielo: senza di lui ora non sarei qui. Mi ha dato una casa e mi ha aiutato a ritrovare un lavoro anche migliore di quello che avevo prima» Jimin sorrise ascoltando le parole del corvino: anche se della gelosia nei confronti di Hoseok stava crescendo, il biondo sapeva bene che tutto ciò era vero e lui stesso aveva già ringraziato più volte il rosso. «Sono caduto in depressione circa due anni fa, quando i miei genitori sono morti in un incidente stradale» il maggiore abbassò nuovamente il capo, colto da un'ondata di tristezza improvvisa. Il biondo lo guardava e più continuava a farlo più riusciva a sentire, poco a poco, quel vuoto dentro che aveva il corvino. «Io non... non ero pronto» il maggiore alzò una seconda volta il capo, provando a sorridere debolmente per rassicurare il biondo, che però gli si gettò addosso, stringerlo forte. Yoongi non si aspettava un gesto simile perché solitamente Jimin avrebbe preferito rassicurarlo con le parole, ma decise di ricambiare quel gesto, da lui più che apprezzato, e di lasciare questa domanda senza una risposta.Il biondo si staccò dall'abbraccio dopo un periodo di tempo non definito e fece cenno al maggiore di sedersi tra le sue gambe, per permettergli di sentirsi protetto, e di sdraiarsi per stare più comodo. Dopo poco, Yoongi si trovò cullato dalle braccia del minore e appoggiato al suo petto, finalmente capendo quale fosse il suo posto. Jimin non disse nulla, lasciando la libertà di parlare liberamente al corvino, che così fece. «Non avevo mai pensato ad una cosa simile, per questo non ero pronto» continuò Yoongi, fissando un punto non preciso davanti a lui. «In quel momento non avevo nessuno al mio fianco se non Minho, mio cugino. Ti ricordi di lui?» chiese a Jimin, sorridendo debolmente al ricordo della persona facente parte della sua famiglia a cui teneva di più. «Sì, mi ricordo» rispose il minore senza esitazione. «Dopo qualche anno ha deciso di andarsene» disse Yoongi in un solo sospiro, mentre il biondo si chiedeva mentalmente come una persona potesse lasciarne un'altra in quelle condizioni. Scosse la testa venendo risvegliato poco dopo dal corvino, che riprese a parlare. «In depressione, però, ci sono caduto precedentemente e, fortunatamente, ci sono anche uscito prima» «Sei forte Yoon» asserì Jimin in seguito all'ultima frase della dal corvino, che però smentì subito le parole del minore. «No, non lo sono» «Sì che lo sei, cazzo. Tante gente non riesce più a tirarsi fuori da certe situazioni e guarda te invece: ne sei uscito quasi subito perché sei forte» Jimin si avvicinò al viso di Yoongi e gli prese il mento tra le dita per far sì che i loro occhi si incontrassero e incatenassero l'uno lo sguardo in quello dell'altro. «Se c'è una cosa che ho sempre fatto è credere che tu sia forte Yoon» la confessione a cuore aperto del biondo fece vacillare appena il maggiore, che rimase incantato a guardare il ragazzo di fronte a lui. «E mi dispiace se in passato ti ho deluso, ma ti prego di credermi questa volta» continuò Jimin, ora con gli occhi lucidi. Yoongi sorrise, confessando anche lui un pensiero intrappolato nel suo cuore da troppo tempo «Non mi hai mai deluso, Chim».
Il gesto compiuto dal corvino e la sua confessione, contagiarono in pochi secondi anche il minore, che sorrise a trentadue denti, nascondendo gli occhi in quelle due lunette che Yoongi amava con tutto sé stesso. La notte era ormai inoltrata, la luna era altra nel cielo e la pioggia cadeva battente al suolo, creando quell'atmosfera tranquilla ma allo stesso tempo chiassosa perfetta per un bacio e, effettivamente, i due ragazzi erano troppo vicini...

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ɴᴇᴏᴡᴀ ɴᴀ • ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿ
أدب الهواةyoongi e jimin si ritrovano dopo tanto tempo, dopo anni passati tra silenzio e dissapori, dopo non aver mai reso possibile la realtà. riusciranno questa volta a riunirsi? « e nonostante passino le stagioni, le amicizie, i giorni e le persone, loro d...