III

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«Hei Kookie! Da quanto tempo...» finì la frase con un filo di voce il moro, abbassando lo sguardo e portandosi una mano a grattare dietro la testa, imbarazzato. «Tae!» esclamò Jungkook, avendo una reazione ben diversa nel vedere il maggiore. Subito sul suo volto comparve quel sorriso che a Taehyung piaceva tanto e si gettò su di lui stringendolo in un abbraccio che venne ricambiato anche dal moro, sorpreso da questa reazione inaspettata. «Come stai? È da tanto che non ci vediamo» Jungkook sperava tanto di poter rivedere quel ragazzo che, fin dal primo sguardo, aveva preso un posto nella sua anima che mai a nessuno avrebbe concesso. Era felicissimo di poterlo rivedere, quasi il cuore gli usciva dal petto a forza di battere così velocemente; quello di Taehyung, invece, si sarebbe potuto fermare da un momento all'altro. «Io sto bene, grazie. Tu?» chiese il moro ancora incredulo della situazione che si stava creando, cioè tutto l'opposto di ciò che si aspettava da questa serata che sapeva gli avrebbe portato tante sorprese. «Sto molto bene anche io» rispose felice il minore.

D'altro canto, Jimin, sorridendo, guardava da lontano i due ragazzi che conversavano amorevolmente con sguardi e sorrisi riservati solamente l'uno all'altro. «Finalmente quei due si parlano senza sembrare due ragazzine in calore che quando vedono la propria crush impazziscono» esordì così Yoongi, affiancando Jimin che sobbalzò appena, data l'apparizione inaspettata del maggiore. La sua espressione si addolcì in un sorriso seguito da una piccola risata quando si accorse della presenza di Yoongi, colui che avrebbe amato ugualmente anche se lo avesse accoltellato.
«Eh sì. Però sembra che non siano cambiati nemmeno un po'» commentò Jimin sempre sorridendo nel vedere il suo migliore amico così spensierato. «Anche tu non sei cambiato, Chim» Yoongi si girò verso di lui sorridendo e permettendosi per un attimo di ammirare quelle grandi labbra carnose del minore, aperte in una piccola o. Jimin non rispose, abbassò la testa e arrossì provando a trattenere un sorriso che non passò inosservato al maggiore.

[...]

«Non ho parole! Ora mi hanno scaricato anche a lavoro perché hanno troppi dipendenti! Ma che cazzo ha la gente per la testa? Per caso si sono coalizzati per rompermi i coglioni tutti nello stesso periodo?» sbottò così Yoongi, giusto qualche mese dopo la festa. Era su tutte le furie e sapeva che in quel momento non ce ne sarebbe stato per nessuno, fatta eccezione per un individuo soltanto. Si sedette al tavolo nel centro del salotto di casa sua e lo colpì forte con il pugno stretto. «Yoongi, per piacere calmati» fece un tentativo Lee Minho, cugino del maggiore, che però fu alquanto inutile data l'ira presente in quel momento nel ragazzo davanti a lui. «Pensi che dovrei calmarmi? Seriamente Minho? Dopo tutto quello che mi sta succedendo mi stai chiedendo di calmarmi?» Yoongi puntò le iridi nere in quelle altrettanto scure del cugino, che non riuscì a sostenere quello sguardo così penetrante e sentì dei brividi corrergli lungo la schiena. Il minore sospirò per poi abbassare lo sguardo, sfinito dal comportamento del corvino. «Io però non posso andare avanti così: non fai altro che lamentarti dalla mattina alla sera e poi ti rivolgi male anche a me che non ti ho fatto nulla! Sei pesante» Minho, esasperato, lasciò che i suoi pensieri parlassero per poterli mettere a conoscenza anche del cugino, che ora lo guardava come sorpreso. «Resti o te ne vai?» chiese Yoongi senza però distogliere gli occhi dal ragazzo seduto di fronte a lui, ora con uno sguardo interrogatorio che rispose con un'altra domanda alla prima del corvino. «C-che cosa?» «Resti e mi sostieni oppure te ne vai e ti togli un peso?» fece una pausa Yoongi prima di alzarsi dalla sedia su cui sedeva poco prima, per poi riprendere il suo discorso con lo sguardo perso al di là del vetro lucido della finestra di fronte a lui.

«Perché è questo che sono io: un peso» rise amaramente girandosi verso il cugino e poi di nuovo perdendo lo sguardo verso l'infinito cielo fuori dalla vetrata. «Nessuno ti ha chiesto di portarlo insieme a me il peso dei miei problemi, e tantomeno io. Avresti potuto lasciarmi perire sotto di esso fin dall'inizio, ma invece hai preferito illudermi. Hai visto i miei periodi più bui e hai sentito ciò che pensavo in quei momenti ma mai mi hai ascoltato. Le mie parole si perdevano nel vento mentre tu nemmeno le guardavi per capire quali emozioni ne trasparivano» scosse il capo abbassandolo e ridendo ancora amaramente. «E io stupido che ci credevo e non smettevo mai di sperarci. Può non sembrare ma ho sempre un barlume di speranza dentro» si girò sorridendo forzatamente verso il ragazzo che lo guardava con compassione. «Ma va bene così. Se vuoi andartene nessuno ti impedisce di farlo, sei rimasto anche troppo per i miei gusti. Avresti potuto evitare di illudermi, però ti ringrazio lo stesso» Yoongi si avvicinò al ragazzo e gli mise una mano sulla spalla continuando a sorridere debolmente, provando a trattenere quelle lacrime amare che avrebbe voluto piangere. «Permettimi solo di dirti un'ultima cosa, Minho: vaffanculo» il nominato abbassò il capo, come volendosi scusare, per poi alzarsi ed uscire dall'abitazione del maggiore, che poté finalmente piangere disperato per tutto ciò che stava accadendo in quel brutto periodo. Decise di uscire sul piccolo balconcino di casa sua il corvino, mentre il vento freddo gli accarezzava il viso rigato da quelle lacrime amare che prima non riusciva a piangere, mentre ora scendevano senza un ordine preciso. Il cielo della sera stava ormai perdendo i suoi colori accesi, lasciando spazio a quelli scuri della notte, il momento della giornata che il ragazzo preferiva. Le sue lacrime non ne volevano sapere di fermarsi e lui non ne voleva sapere di smettere di esternare tutto quel dolore che sentiva dentro. Quella, l'ennesima coltellata subita, bruciava come fuoco vivo dentro di lui. Aveva perso il suo lavoro, l'unica persona che gli era rimasta accanto e, qualche anno prima, anche i suoi genitori in un incidente stradale: ancora faticava a credere a tutto ciò che stava e che era accaduto.

Non aveva nemmeno più voglia di continuare a vivere...

ɴᴇᴏᴡᴀ ɴᴀ • ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿDove le storie prendono vita. Scoprilo ora