XVII

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«Com'è diventato rompi palle Seokjin: alle superiori si limitava a guardarsi allo specchio continuamente e, a dire il vero, lo preferivo» scherzò Yoongi fingendosi serio, mentre Jimin, alla guida, scoppiò a ridere. «Povero hyung, lo prendi sempre in giro e sei fortunato che non mi viene mai voglia di dirglielo» rispose il biondo con aria di sfida e un sorriso a trentadue denti stampato sul viso rivolto verso il maggiore, che si finse offeso dall'affermazione del ragazzo di fianco a lui.
«Ti ricordo che anche io sono un tuo hyung perciò devi portare rispetto anche a me, piccolo disgraziato che non sei altro» disse Yoongi poi incrociò le braccia e le strinse forte al petto, voltando il viso verso il finestrino con le risate del biondo in sottofondo.
«Come se ora fossi il presidente degli Stati Uniti d'America» disse Jimin parcheggiando l'auto e spegnendola una volta arrivati sotto il condominio «e non un semplice impiegato squattrinato!» continuò poi, scoppiando a ridere poco dopo. «Brutto bastardo che non sei altro!» Yoongi gli tirò un leggero pugno che non fece altro che alimentare le risate del minore. Subito dopo scesero dall'auto e si diressero verso i loro rispettivi appartamenti.

«Chim...?» il corvino richiamò il ragazzo che abitava di fianco a lui, «Sì?» gli rispose subito, voltandosi. «Ti va, insomma... Vuoi pranzare con me?» propose al biondo provando a non farsi tradire dall'imbarazzo che in quel momento era tangibile nel suo essere. «Certo che mi va!» Jimin entrò velocemente nel suo appartamento per lasciare in casa la sua giacca, poi uscì e chiuse a chiave di nuovo la serratura. Il suo viso era illuminato da un sorriso che gli nascondeva gli occhi in due lunette e da un sorriso che abbagliava la vista di Yoongi, poco dopo facendolo ritrovare racchiuso in un caldo abbraccio da parte del minore. Quella sensazione riempiva l'anima di entrambi e li faceva sentire bene, si sentivano a casa tra le braccia di colui che amavano e che avevano sempre amato. «Rimarrei qui per sempre ma se vogliamo mettere qualcosa sotto i denti, dobbiamo entrare, lo sai?» ridacchiò il corvino, ancora chiuso in quell'abbraccio che non aveva esitato un secondo a ricambiare. Il minore sciolse quel contatto e vacillò per un momento: aveva sentito bene? Yoongi aveva veramente detto che sarebbe rimasto chiuso in quell'abbraccio per sempre? E per di più, lo aveva detto con quel sorriso che mostrava le gengive e che Jimin amava con tutto sé stesso. «H-hai ragione, andiamo» la voce lo tradì ma non gli importava, così decise di affiancare il maggiore e di far intrecciare il suo mignolo con quello del ragazzo che aveva a fianco. Yoongi guardò quel dito così piccolo che gli faceva tanta tenerezza intrecciato con il suo lungo e affusolato e sorrise. Distolse lo sguardo per cercare le chiavi e aprire la porta d'ingresso del suo appartamento, permettendo ad entrambi di entrare.

Prepararono velocemente qualcosa da mettere sotto i denti, poi si sedettero al piccolo tavolo della cucina e il maggiore decise di contattare Hoseok per chiedergli a che ora tornasse.
«Ti dispiace se chiamo Hobi? Almeno, se torna a casa presto, facciamo qualcosa da mangiare anche a lui» chiese gentilmente al biondo che, senza esitazione, annuì mentre si gustava il contenuto del piatto che aveva di fronte. Yoongi estrasse il cellulare dalla tasca posteriore sinistra dei pantaloni e cercò in rubrica il contatto dell'amico dai capelli rossi, che chiamò non appena ne trovò il numero. «Hei Hobi! Sei ancora a lavorare?» chiese il corvino, felice di sentire Hoseok dopo quasi un giorno intero. «Hei Yoon! Sì, sono ancora a lavoro, come mai me lo chiedi?» «Ho invitato Jiminie a pranzo e quindi ci chiedevamo a che ora tornassi, almeno avremmo preparato qualcosa di buono da mangiare anche a te» affermò senza problemi Yoongi, lanciando ogni tanto qualche occhiatina a Jimin che ascoltava attentamente la conversazione da lontano. «Grazie per il bel pensiero ragazzi, ve ne sono molto grato, ma credo che tarderò e mangerò qualcosa con i miei colleghi» rifiutò tristemente l'offerta il rosso, facendo un piccolo e carinissimo broncio dall'altra parte del telefono, continuando poco dopo. «Piuttosto, devo dirti una cosa. Allontanati un attimo da Jimin» Yoongi fece come l'amico gli disse e lo lasciò proseguire con il suo discorso sentendo, però, lo sguardo perplesso del biondo alle sue spalle. «Mi raccomando, avvicinati ancora a lui perché tra poco entrerà in gioco Jungkook. Bene, ora devo andare, ciao Yoon!» Hoseok terminò la chiamata lasciando il corvino con molte più domande a gironzolargli nella mente di quante già ne avesse prima. Decise di non dare troppo peso, almeno per il momento, alle parole dell'amico, così tornò da Jimin e si sedette di nuovo al tavolo, riprendendo a mangiare.

«Che ti ha detto Hobi?» chiese curioso il biondo, ricevendo una risposta sbrigativa da parte del maggiore «Oggi probabilmente farà tardi, quindi si ferma a mangiare fuori. Non preoccuparti». Il silenzio cadde tra di loro ma venne poco dopo rotto dal corvino sorridente e felice di aver notato una cosa. «Sono felice di vederti mangiare così con voglia, sai... tempo fa avevo paura che prima o poi avresti smesso del tutto...» «Sì, ho ripreso a mangiare come Dio comanda quando ho capito che di quello che dicevano Jackson e i suoi stupidi amici non me ne fregava a un cazzo» affermò, facendo ridere di gusto Yoongi, fiero dell'atteggiamento menefreghista del suo Jimin. «A proposito di loro, sai che hanno continuato a darmi fastidio anche dopo la scuola? Prima a lavoro e poi anche sui social» continuò poco dopo il biondo, facendo gelare sul posto il maggiore. Quest'ultimo, strinse forte la mano intorno all'impugnatura delle bacchette con le quali stava mangiando e un'idea gli saltò in mente. «Quando abbiamo finito di mangiare devi aiutarmi a fare una cosa, Jimin» disse serio non staccando lo sguardo dal suo piatto quasi vuoto e continuando a mangiare tranquillamente. «Mi fai paura» rispose scherzando il biondo, ridendo di gusto poco dopo e contagiando anche il ragazzo di fronte a lui. I loro occhi si incontrarono di nuovo ed entrambi rimasero per qualche secondo ad ammirarsi l'un l'altro.

Dopo una mezz'ora, salirono di nuovo in macchina, diretti verso una meta a Jimin sconosciuta. «Bene, ora svolta a destra e poi parcheggia davanti alla terza casa sulla sinistra» il biondo seguì tutte le indicazioni del maggiore e fece come gli venne chiesto, parcheggiando davanti alla terza casa sulla sinistra. Yoongi scese dall'auto, raccomandandosi con Jimin di rimanere con il motore acceso e di lasciare la portiera dalla parte opposta a quella del guidatore leggermente aperta. Il minore faticava a capire cosa volesse combinare quel pazzo del ragazzo che amava, e qualcosa capì quando quest'ultimo si controllò le nocche con le quali, la sera prima, aveva sferrato un potente pugno al muro. Rise sotto i baffi quando riconobbe anche la casa a cui si trovavano davanti, decidendo di lasciarlo fare.

Yoongi suonò al campanello di quella casa un po' sgangherata e poco dopo gli venne aperta la porta. «Min Yoongi, da quanto tempo! Fatti abbracciare dal buon, vecchio e caro Jackson» il corvino si scostò non appena il ragazzo davanti a lui provò ad abbracciarlo, lasciandolo interdetto. Senza dire una parola e con un finto sorriso stampato sul volto, sferrò a Jackson un pugno in pieno viso. «Questo è per quello che hai fatto al mio Jiminie, brutto stronzo» disse Yoongi, mentre il ragazzo ora a terra si lamentava rumorosamente per il dolore, forse sperando di allarmare il suo gruppetto che, non appena sentì quelle lamentele, accorse. Il corvino si diresse velocemente verso l'auto di Jimin, aprì la portiera socchiusa e salì, lasciando che il biondo partisse a tutta velocità. Nel mentre i componenti della banda di Jackson gridavano insulti alla vettura sulla quale i due ragazzi ridevano come matti. Jimin abbassò il finestrino e si sporse un poco fuori da esso per mostrare il dito medio a quei ragazzi che gli avevano fatto passare degli anni da inferno.

«Grazie Yoon» disse il minore ancora sorridente, «E di cosa?» gli rispose subito il corvino. «Di esserti battuto ancora una volta per me» ampliò il suo sorriso il biondo. «Grazie anche a te, Jiminah» affermò di rimando il corvino, lasciando perplesso il minore. «Di cosa...?»
«Di non esserti mai stancato di me»

ɴᴇᴏᴡᴀ ɴᴀ • ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿDove le storie prendono vita. Scoprilo ora