X

208 9 0
                                    

Finita la giornata lavorativa, i due ragazzi tornarono a casa tra una chiacchiera e l'altra, ridendo e scherzando in seguito alle imitazioni di Jin fatte da Yoongi. Jimin aveva ammesso a sé stesso che lavorare con lui non era poi così male: se lo era immaginato molto peggio ma si era rivelato un vero e proprio spasso. Il corvino si divertiva a commentare gli atteggiamenti di Jin e di Namjoon e a replicarli a modo suo, un modo un po' goffo e impacciato. Il maggiore faceva tutto ciò per sentire la risata del biondo, quello era il suo unico scopo.

Prima di entrare nel grande condominio, Yoongi invitò Jimin a prendere un caffè solo per passare un altro po' di tempo con lui. Arrivarono davanti alla porta di casa del corvino, che la aprì, rivelando la figura di Taehyung seduta sul divano del salotto a conversare tranquillamente con Hoseok. Appena Jimin lo vide, corse da lui a braccia aperte sorridendo a trentadue denti e stringendolo in un caldo e dolce abbraccio. «Taehyungie!» il moro ricambiò l'abbraccio amorevolmente, stringendo l'amico a sé. «Hey, Jiminssi» ricambiò sorridendo il saluto Taehyung, staccandosi dall'abbraccio poco dopo e cambiando drasticamente espressione. «Dobbiamo parlare» disse serio puntando le scure iridi in quelle leggermente più chiare dell'amico, vedendo nel suo sguardo della preoccupazione. Subito dopo tornò sorridente, alternando lo sguardo tra la figura perplessa di Hoseok e quella stranita di Yoongi, ringraziandoli dell'ospitalità. «Grazie cari hyung dell'ospitalità, ma ora abbiamo da fare» disse con un sorriso che voleva rassicurare, ma che di rassicurante aveva ben poco, trascinando il biondo fuori dall'appartamento del rosso e del corvino. «Taehyung, mi fai paura» i pensieri di Jimin presero voce e si fecero ben chiari alle orecchie del moro che, nel frattempo, aveva preso le chiavi dalla tasca destra anteriore dei jeans di Jimin per aprire la porta della sua abitazione. Il moro lo trascinò all'interno e si richiuse la porta alle spalle, sospirando sotto lo sguardo impaurito del suo migliore amico. «Non c'è nulla di cui spaventarsi biondino, voglio solo parlare con te» si avvicinò al maggiore portando le sue mani sulle sue guance per infondergli sicurezza, per poi sorridere apertamente, riuscendo nel suo intento. Sorrise istintivamente anche il padrone di casa, intimando al minore di seguirlo e ad accomodarsi in salotto. «Forza, parla» Jimin spronò l'amico a parlargli, sorridendo e sperando che non fosse nulla di troppo importante. «Hoseok mi ha detto che lavori con Yoongi,» disse serio guardando a lato per non incontrare lo sguardo dell'amico, continuando poco dopo una piccola pausa «quando pensavi di dirmelo?». Il biondo sospirò, meravigliandosi della domanda appena fatta dal moro e iniziò a scaldarsi. «Taehyung l'ho saputo un giorno fa, cosa ti avrei dovuto dire?» sputò acido appoggiandosi allo schienale del divano a braccia conserte. «Lo ami ancora» constatò Taehyung venendo però subito smentito dal biondo. «Non lo amo più» «Jimin ho visto com'eri quando siete rincontrati alla festa il mese scorso, ho visto che eri felice e spensierato come tanti anni fa. Credi che io sia stupido, per caso?» sentenziò il moro, sentendosi preso in giro dalla persona più importante della sua vita.

Il maggiore aveva lo sguardo basso rivolto al pavimento sul quale cadde una lacrima. «Oh no... Jiminie non fare così, ti prego» il moro s'inginocchiò davanti all'amico che continuava a guardare verso il basso, piangendo lacrime amare. «Io v-vorrei odiarlo» ammise il biondo, liberandosi dei pensieri che lo stavano lacerando dall'interno. «Vorrei dimenticare tutto ciò che di bello c'è stato per poterlo detestare. Mi ha fatto soffrire come un cane, non mi ha mai detto quelle due maledette parole che mi sarei meritato» si mise le mani nei capelli il maggiore, stringendo con forza il proprio capo, venendo fermato poco dopo da quelle del moro, posizionate sulle sue, decisamente più piccole. «Jimin-ah, tu lo hai saputo aspettare e ora è qui» disse il minore poggiandogli le mani sulle guance e facendo incontrare i loro sguardi. «Vai da lui» Jimin sgranò gli occhi. «Vai da lui e riprendete da dove eravate rimasti» il moro sorrise mentre gli occhi del biondo non stavano credendo a ciò che aveva detto il suo migliore amico. «Taehyung ma sei scemo?» il sorriso sulle labbra del nominato venne spazzato via dalle parole del maggiore, che si alzò di scatto guardando sorpreso il migliore amico. «Dovrei tornare da lui?» ripeté le parole di Taehyung ridendo istericamente subito dopo, incutendo timore nel ragazzo seduto di fronte a lui. «Non mi fido più, non voglio soffrire ancora e se ci tornassi insieme starei male un'altra volta» concluse serio. «Jimin, fammi il piacere di non dire stronzate» disse il moro alzandosi da dov'era seduto e innervosendosi. «Spiegami per quale cazzo di motivo continui a negare l'evidenza» gli si piazzò davanti a braccia conserte il moro, spiazzandolo e cogliendolo alla sprovvista. «Mi manca un pochino e forse sì, lo amo ancora» ammise dando le spalle all'amico intento ad ascoltarlo, per rivolgere lo sguardo ad un punto impreciso fuori dalla finestra. «Non sono mai riuscito ad andare avanti da quando abbiamo rotto, eppure tu lo sai quanto ci ho provato» sorrise anche se il moro non poteva vederlo, per evitare di piangere nuovamente. «E io vorrei continuare ad amarlo, vorrei poter passare con lui ogni singolo momento ma, soprattutto, vorrei potermi fidare di nuovo» si girò verso Taehyung continuando a sorridere amaramente. «Forse non siamo destinati ad odiarci ma nemmeno a stare insieme» Jimin abbassò la testa guardando in basso e scuotendola lentamente, accompagnando il tutto con una debole e leggera risata. «Lo hai amato finora in silenzio, ora nulla ti impedisce di farti sentire» disse il minore provando a far ragionare il biondo, che lo guardava sempre sorridente con il capo leggermente inclinato a lato, come se fosse una stronzata quella appena detta dal ragazzo davanti a lui. «Caro Taehyung, non ho la certezza che quel ragazzino corvino mi ami ancora» si lasciò scappare l'ennesima piccola e amara risata Jimin, incatenando il suo sguardo ad un punto fisso sul pavimento. «Tanto tornerai da lui» il minore provò a provocare il biondo, che subito apparse visibilmente alterato e nervoso. «Tornerai sui tuoi passi come hai sempre fatto» continuò, ma venne poco dopo afferrato per il colletto della maglia e schiacciato contro al muro alle sue spalle dal maggiore.

Una lacrima rigava il viso del biondo mentre i suoi occhi urlavano al mondo che aveva un disperato bisogno di quella persona che avrebbe voluto odiare. Mollò la presa sul collo della maglia del moro e si lasciò cadere a terra lentamente. Poco dopo venne sorretto e stretto in un forte abbraccio dal minore. «Lo so che ti manca tanto e so che lo ami, l'ho sempre saputo Jiminie» disse dolcemente Taehyung, accarezzandogli i capelli e provando a calmare il suo pianto. «A volte sembri mia madre» disse l'altro scherzando e divertendo entrambi, con ancora le lacrime che gli scendevano dagli occhi.

Jimin avrebbe tanto voluto tornare da Yoongi ma aveva paura, tanta paura: paura di poter ritornare nel baratro nuovamente e stavolta di non uscirne più. Nonostante sapesse che ci fossero dei rischi, voleva riprovarci, ma il primo passo avrebbe dovuto farlo lui, perché non è facile riguadagnarsi la fiducia di un cuore spezzato. Voleva riprovare ad accorciare le distanze tra lui e quel ragazzo tanto vicino quanto lontano a suo rischio e pericolo, senza guardare in faccia nessuno dei due perché non ne aveva il tempo. Non ne avevano il tempo. Non c'era più tempo per nulla se non per la loro storia, le loro vite, che pian piano tornavano ad intrecciarsi l'una con l'altra dando origine ad una catena di nuove emozioni e momenti da racchiudere in tanti cassetti nascosti nelle loro menti.

«Ti piace come verso finale per la canzone?» chiese curioso il maggiore al ragazzo seduto di fronte a lui, che lo osservava affascinato e sorridente. «Lo adoro» rispose il minore ampliando il suo sorriso e sporgendosi in avanti per stampare un veloce bacio sulle labbra dell'altro. Entrambi sorrisero, poi guardarono quell'ultimo verso impresso su un foglio bianco con l'inchiostro scuro di una penna stilografica che recitava "neowa na"

ɴᴇᴏᴡᴀ ɴᴀ • ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿDove le storie prendono vita. Scoprilo ora