PRIMA PARTE
“Sono un cliché che cammina, è logico che la gente ride quando mi presento.” Dissi a Laurel, la mia migliore amica e compagna di stanza.
“Vedrai che qui è diverso.” Cercò di rassicurarmi lei. “Nessuno ti prenderà in giro.”
Annuii, anche se ero poco convinta. Le battutine sul mio nome mi seguivano da tutta la vita.Uno scampanellio leggero annunciò la nostra entrata nella libreria del college e mi avviai subito verso il bancone.
“Ciao, come posso esserti utile?” Domandò il commesso. Liam, o almeno così riportava il nome sulla targhetta appuntata alla sua maglietta. Era lo stesso che mi aveva aiutata il giorno precedente, ma evidentemente non si era ricordato di me.
“Devo ritirare i due libri che ho ordinato ieri. Ho telefonato questa mattina e mi avete detto che erano arrivati.” Spiegai.
“Oh, d’accordo.” Replicò lui. Si voltò, recuperò un foglio con una lista di nomi e cominciò a scorrere l’elenco. “Mi ricordi il tuo cognome, per favore?”
Laurel mi rivolse un’occhiata eloquente. Forse voleva farmi capire che questa volta non sarebbe stato come tutte le altre. Magari questo Liam, con i suoi occhi castani e gentili, non avrebbe fatto battutacce. Il giorno prima non aveva detto nulla, quando avevo mormorato a bassa voce come mi chiamavo per prenotare i libri.
“Watson.” Dissi a bassa voce. Lui continuò a scorrere la lista con il dito.
“Ah, Mary Jane?” Domandò. Poi mi osservò da capo a piedi, come sapevo che sarebbe successo, e sorrise. “Mi dispiace, ma c’è stato un errore. I tuoi libri non sono ancora arrivati. Adesso telefono e chiedo spiegazioni.” Disse dopo un po’. “Tu dì a Spiderman di non venire a picchiarmi questa sera, okay?”
Roteai gli occhi al cielo e guardai Laurel, scuotendo la testa. Lei si strinse nelle spalle e mi rivolse un sorrisetto.
“Molto divertente.” Commentai. “Comunque non preoccuparti, tornerò domani.” Dissi e uscii dal negozio.“Non ho ancora capito perché la gente ti guarda così quando dici il tuo nome.”
Laurel ed io ci conoscevamo da pochi giorni, in realtà – da quando ci eravamo incontrate all’orientamento per quelli del primo anno – ma eravamo diventate amiche istantanee. Poi avevamo scoperto di essere state assegnate allo stesso dormitorio ed eravamo diventate immediatamente migliori amiche. Ci capivamo al volo e spesso dicevamo le stesse cose nello stesso momento.
“Perché Mary Jane Watson è un personaggio dei fumetti, è la fidanzata di Spiderman.” Spiegai. “E la gente ha delle aspettative quando sente quel nome, perché lei ha i capelli rossi, gli occhi azzurri e, beh, due tette enormi. O almeno così ho visto quando ho cercato su Google, io non leggo i fumetti.” Dissi.
Io ero il totale opposto della mia omonima. Avevo i capelli castani, gli occhi verdi e il fisico asciutto da ragazzino di dodici anni. Pochissimo seno, niente fianchi, niente di niente. E la gente rimaneva delusa quando mi guardava, perché probabilmente si aspettava una ragazza sexy come quella dei fumetti. Io non ero sexy. Non proprio.
“I tuoi genitori sono grandi fan?” Mi domandò poi. Ecco, era arrivato il momento di spiegare anche a lei l’origine del mio nome. Quella vera, almeno.
“Non proprio.” Dissi. “Ma sicuramente preferisco che la gente pensi che sono amanti di Spiderman, piuttosto che la verità.”
“Cioè?” Laurel stava diventando curiosa.
“Beh, devi capire che i miei genitori sono molto… liberali.” Dissi. “Possiamo anche dire che sono dei grandi hippie, se vogliamo.” Aggiunsi. “E quando sono nata hanno voluto onorare una delle cose che preferiscono al mondo, dandomi questo nome.”
“Spiderman?” La mia amica non capiva ed io non ero nemmeno tanto sicura di volerle spiegare sul serio il motivo.
“La marijuana.” Dissi infine, abbassando lo sguardo. “Si chiama anche Mary Jane, così quando sono nata hanno pensato a quel nome. Poi si sono accorti che, grazie al cognome di mio padre, mi avevano chiamata come un personaggio dei fumetti e per loro la cosa è diventata ancora più divertente.”
Sospirai e spostai lo sguardo sui campi di calcio, che erano pieni di ragazzi che stavano provando a entrare nella squadra. Sentii l’allenatore, Niall Horan, imprecare ad alta voce e sorrisi. Conoscevo la sua reputazione ancora prima di iscrivermi alla Washington University a St. Louis, Missouri. Avevo frequentato l’ultimo anno della scuola superiore proprio in quella città, dopo aver passato tutta la vita a spostarmi da uno stato all’altro perché ai miei genitori piaceva cambiare, e avevo sentito parlare di lui in modo non molto positivo.
“Oh.” Commentò Laurel. “Sì, forse è meglio che la gente sia convinta che i tuoi sono grandi fan della Marvel.” Aggiunse con un sorriso. “Vivono lontano da qui?”
“L’ultima volta che li ho sentiti erano in viaggio verso il Nevada. Volevano vivere per un po’ a Las Vegas.” Spiegai. “Io ero stanca di fare quella vita, avevo voglia di un po’ di stabilità e… St. Louis mi piace.” Aggiunsi.
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Little White Lies || [One Direction - Harry Styles]
FanfictionMary Jane Watson ha un nome che la rende il bersaglio di battutacce da parte di tutte le persone che conosce. E la gente non sa nemmeno il vero motivo per cui si chiama così (fortunatamente, perché le battute orribili potrebbero solo peggiorare)...