12 - Mean Boys

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“Mary Jane, giusto?” Sentii una voce femminile. Mi fermai e mi voltai nella direzione da cui proveniva.
La donna aveva un’aria familiare, ma non riuscivo assolutamente a capire dove l’avessi già vista. I postumi della sbornia pazzesca della sera prima, poi, non aiutavano per niente. Avevo un mal di testa orribile e non ero riuscita a dormire per più di un paio d’ore, quindi non era la giornata giusta per giocare a ‘Indovina Chi?’ con quella sconosciuta.
“Ehm… sì?” Domandai cautamente. La osservai per qualche altro istante. Aveva i capelli biondi, gli occhi azzurri ed ero sicura di averla già vista da qualche altra parte. Ma dove?
“Courtney.” Disse la donna. “Ci siamo incontrate ieri sera al pub, ricordi? Ma in effetti eri abbastanza ubriaca, quindi probabilmente ti sei dimenticata.” Aggiunse con aria divertita.
Improvvisamente tutto fu molto più chiaro. Era la ragazza che si era seduta di fianco a me quando Laurel e Rae mi avevano abbandonata per andare in bagno.
“Scusa, ieri sera ho bevuto davvero tanto.” Replicai con aria colpevole. E non lo farò mai più, giuro. Non berrò mai più. Pensai, massaggiandomi le tempie.
“Non preoccuparti. A proposito, mi è dispiaciuto vedere il professor Tomlinson cacciarti via in quel modo. Soprattutto prima che riuscissi a chiederti se ti andava di bere un caffè insieme qualche volta.” Disse lei.
Tomlinson mi aveva cacciata? Che diavolo era successo la sera prima? Cercai di concentrarmi e alcuni flash di quello che era accaduto al pub apparvero nella mia mente.
Sì, Tomlinson mi aveva proibito di entrare in quel pub e aveva minacciato di dire a tutti che avevo un documento falso. Il che, pensandoci bene, non era nemmeno vero, perché Laurel ne aveva comprato uno e aveva ordinato da bere per tutte.
“Oh.” Dissi. “Beh, se vuoi andare a bere un caffè, stavo giusto andando da Starbucks.” Aggiunsi, puntando il dito verso la direzione generica in cui si trovava la caffetteria. Avevo un bisogno disperato di caffeina quel giorno.
“Hai avuto una lezione pesante?” Domandò Courtney, sorridendo.
“No, la lezione è stata interessante. Sono una grande fan di Jane Austen.” Risposi. “Ma tutto quello che ho bevuto ieri sera e le poche ore di sonno mi stanno uccidendo.” Aggiunsi. Non solo mi ero ubriacata al pub, Laurel ed io – dopo essere state cacciate da Tomlinson - avevamo invitato Rae nel nostro dormitorio e avevamo continuato la festa in camera, bevendo quello che aveva comprato la mia coinquilina quel pomeriggio con il suo nuovo documento falso. Avevamo finito per stare male tutte quante e giurare che non avremmo mai più toccato una goccia d’alcool. O almeno non avremmo più mischiato cocktail vari.
“Giusto.” Replicò lei. “Allora andiamo, offro io!”
 

***

 
“Così questo è il tuo primo anno? Beh, sei fortunata ad avere già così tanti amici e una vita così piena. Io ho passato tutto il mio primo anno qui in solitudine. Ero un po’ sfigata.” Disse Courtney.
Avevamo trovato un tavolino davanti alla vetrina e avevamo ordinato due tazze giganti di caffè americano.
“Oh.” Commentai. Non sapevo cosa rispondere a un’affermazione del genere. Cercai di immaginare un periodo in cui una donna bella come Courtney potesse essere considerata una sfigata. Le persone erano davvero cattive.
“Poi ho conosciuto un ragazzo ed è cambiato tutto. È stato il mio primo amore. L’amore della mia vita. Ci siamo anche sposati.” Aggiunse lei con occhi sognanti.
“Congratulazioni.” Replicai. Mi sentivo un po’ in imbarazzo e non sapevo esattamente cosa dire. Ci eravamo conosciute da poco e mi stava raccontando la storia della sua vita. Forse si sentiva ancora sola e aveva bisogno di qualcuno che la ascoltasse. Ma doveva proprio scegliere il giorno dopo la sbronza più grande della mia vita per farlo? Facevo fatica a seguire il suo discorso.
“Tu hai già incontrato qualcuno?” Mi domandò dopo qualche secondo.
Il mio pensiero andò immediatamente a Harry e sorrisi. Mi aveva mandato un messaggio nel bel mezzo della notte, scrivendomi che mi aveva sognata e non vedeva l’ora di vedermi. Poi me ne aveva mandato uno la mattina, dicendo che aveva trovato tre chiamate perse e due sms in cui gli dicevo che Batman avrebbe salvato il mondo e che trovavo molto ingiusto che i pub chiudessero a una certa ora. Avevo dovuto spiegargli che mi ero ubriacata e che non avevo idea del motivo per cui gli avevo scritto quelle cose.
“Sì, ma siamo ancora nella fase inziale della storia ed è troppo presto per pensare a qualunque cosa.” Dissi.
“E come vi siete conosciuti?” Domandò lei con aria incuriosita. Cercai di pensare velocemente a qualcosa da dire. Certo, lei non era una studentessa, ma si trattava comunque di una perfetta sconosciuta e non potevo confessare tutto, nonostante il mio cuore mi stesse urlando di fregarmene e di farlo.
“In uno dei miei corsi.” Risposi infine, rimanendo sul vago. Non era una menzogna, ma non era nemmeno tutta la verità.
Decisi di bere un sorso di caffè per nascondere con la tazza il sorriso che era spuntato sulle mie labbra quando avevo ripensato al primo giorno di lezione. Styles mi aveva proprio conquistata al primo sguardo, non c’era nulla da fare.
“E vi siete piaciuti subito? Con mio marito c’è stato un po’ di odio iniziale da parte mia, ma poi lui ha saputo conquistarmi.”
Riportai la tazza alla bocca per prendere tempo. Non avevo pianificato nulla, non avevo mai pensato a cosa avrei potuto dire sulla mia storia con Harry.
“Non lo so, è stato strano.” Dissi, riflettendo. “All’inizio ci ignoravamo, poi abbiamo cominciato a parlare e ci siamo baciati. E da lì è nato tutto.” Spiegai. Era sbagliato ridurre la nostra storia a quella frase, ma cosa avrei potuto dirle? Di certo non potevo raccontarle ogni minimo dettaglio, perché non potevo dirlo a nessuno.
Courtney assunse un’aria pensierosa e annuì.
“Quindi all’inizio dell’anno non stavate insieme.”
Scossi la testa. Il terzo grado di Courtney mi sembrava abbastanza strano. In fin dei conti ci conoscevamo da poco. Ma magari Courtney era solo una persona molto curiosa ed espansiva.
“No.” Risposi. “È successo tutto dopo un po’ di tempo. Dopo qualche mese.” Confermai.
“Bene.” Mormorò Courtney. Alzai un sopracciglio e lei scosse la testa. “No, dico solo che hai fatto bene a non buttarti subito in una storia. Bisogna godersi un po’ essere single quando si va al college.”
“Sì, sono d’accordo.” Dissi, cominciando a sentirmi a disagio. Guardai l’orologio per trovare una scusa credibile. “Courtney, è stato un piacere chiacchierare con te e grazie per il caffè, ma si sta facendo tardi e devo ancora passare in libreria a recuperare un libro prima di studiare per il test di domani.” Dissi. Lei sembrò rimanerci male per pochi secondi, poi sorrise e quel gesto mi sembrò leggermente falso.
“D’accordo, allora ci rivediamo presto.” Replicò Courtney.
“Certo.” Risposi. Poi recuperai la borsa, la giacca e scappai fuori dal locale. Avevo appena passato i venti minuti più strani della mia vita.
 

Little White Lies || [One Direction - Harry Styles]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora