09 - Sweet Disposition

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Per tutta la settimana evitai Jasper e non riuscii a fare altro se non a pensare a quello che era successo con Harry. Continuavo a pensare a lui, al bacio nel suo ufficio, alla canzone che stavamo ascoltando quando ci eravamo baciati per la prima volta, alla sua espressione quando si era presentato nella mia camera per riportarmi il cellulare, alla sensazione di avere le sue labbra sulle mie, alla sua pelle liscia e calda, ai suoi tatuaggi... Non riuscivo a smettere di rivedere tutto quello che era successo nella mia mente e non vedevo l’ora di martedì per rivederlo, perché per non fare insospettire nessuno eravamo stati lontani l’uno dall’altra. Non ci eravamo nemmeno scambiati uno sguardo il giovedì a lezione, niente.
Quando bussai alla porta del suo ufficio cominciai a sentire l’ormai familiare sensazione di avere delle farfalle nello stomaco. Non vedevo l’ora di guardare i suoi occhi, di sentire la sua voce, di annusare il suo profumo.
Harry aprì pochi secondi dopo e, per qualche momento, mi mancò il respiro. Era sempre stato così bello? Probabilmente sì, ma da quando eravamo stati insieme avevo cominciato ad apprezzare ogni minimo dettaglio ancora di più.
Il professore si guardò velocemente intorno, come aveva fatto prima di entrare nel mio dormitorio, e poi chiuse a chiave la porta alle nostre spalle. Le tendine erano abbassate e sentivo una musica che non conoscevo in sottofondo. Una canzone lenta e romantica si stava diffondendo dal suo iPhone, sistemato in una dock station dietro la sua scrivania.
“Buongiorno pr…” Cominciai a dire. Harry mi interruppe con un bacio mozzafiato. Lo abbracciai istintivamente e mi aggrappai alla sua schiena, mentre assaporavo le sue labbra e mi dimenticavo persino il mio nome.
“Mi sei mancata.” Disse con il fiato corto e le labbra ancora sulle mie.
“Ah sì?” Domandai, allontanandomi di qualche centimetro per guardarlo negli occhi. C’era una luce nuova nel suo sguardo. Mi voleva ed io volevo lui. Disperatamente.
“Sì.” Confermò lui, cercando di avvicinarsi per darmi un altro bacio. Arretrai ulteriormente, perché volevo giocare con lui.
Quanto ti sono mancata?” Chiesi.
“Vuoi sapere quanto?” Rispose lui. Mi morsi un labbro e risi.
“Dimostramelo.” Replicai. Harry sorrise e gli permisi di avvicinarsi per darmi un altro bacio. La verità era che io volevo giocare, provocarlo e farlo aspettare, ma non riuscivo più ad aspettare nemmeno io.
Harry mi guidò sul divano dove ci eravamo scambiati il primo bacio, si sedette ed io mi sistemai sopra di lui e continuai a baciarlo.
C’era qualcosa di profondamente sbagliato in tutto quello che stavamo facendo. Lui era un mio professore ed eravamo nel suo ufficio. Ma non mi importava. Avevo bisogno di essere sua e di sentirlo mio. Avevo bisogno del suo tocco, delle sue attenzioni. Avevo bisogno di lui
 
“Non hai controllato il mio lavoro questa settimana.” Dissi. Mi ero rivestita, ma ero ancora sul divano con Harry e lui mi stava tenendo un braccio intorno alle spalle e accarezzava la mia pelle con il dorso della sua mano.
“Lo so, ma dovevo baciarti, dovevo stare con te.” Rispose lui.
“Potremmo finire in guai seri.” Dissi, guardandolo negli occhi. Era strano dire quelle parole, perché io non volevo smettere di vederlo, ma dovevo almeno fingere di essere interessata alle conseguenze delle nostre azioni.
“Non ci scoprirà nessuno.” Rispose con sicurezza.
“Okay, se me lo dici così posso anche provare a crederci.” Replicai. Harry mi diede un lieve bacio sulle labbra e chiusi gli occhi per assaporare meglio il momento. Com’era possibile provare emozioni così forti anche semplicemente stando di fianco a una persona? Mi faceva sentire le gambe deboli e lo stomaco attorcigliato. Annebbiava la mia mente e mi faceva provare i brividi lungo la spina dorsale.
“Fidati di me.”
Annuii, perché mi fidavo ciecamente di Harry Styles. Non sapevo nemmeno perché, lo facevo e basta. Forse i sentimenti che provavo per lui mi avevano fatto perdere completamente la ragione. Non lo sapevo e non volevo nemmeno perdere troppo tempo a pensarci.
“Che canzone stavi ascoltando quando sono entrata?” Domandai improvvisamente. Lui sorrise ed io mi sentii al settimo cielo.
“Si chiama ‘Sweet Disposition’ ed è dei Temper Trap.” Rispose.
“Non l’avevo mai sentita, è bellissima.” Dissi.
“È la mia canzone preferita in assoluto.” Replicò Harry. “Sai cosa facciamo? Faccio una playlist delle canzoni che amo di più e te la mando.”
“Mi piace questa idea.” Dissi, appoggiando la testa alla sua spalla e inalando il suo profumo. Avrei voluto rimanere in quell’ufficio, su quel divano, per sempre.
“Fanne una anche tu e mandamela.” Propose. “Così vediamo quante canzoni preferite abbiamo in comune.”
E quella era un’idea che mi piaceva ancora di più. Volevo sapere tutto su Harry Styles, a partire dal suo colore preferito per finire con tutta la storia della sua famiglia.
“D’accordo.” Risposi.
“Quindi…” Cominciò a dire lui, guardandomi negli occhi.
“Quindi?” Replicai sorridendo.
“Quindi.” Ripeté Harry, mordendosi il labbro inferiore.
“L’hai già detto.”
“Lo so. Mi distrai. Sei bellissima.”
Abbassai lo sguardo e ridacchiai. Mi faceva sentire vulnerabile, felice e forte nello stesso momento. Com’era possibile?
“Scommetto che lo dici a tutte le ragazze.” Scherzai.
“Solo a quelle bellissime e che mi distraggono.” Replicò lui.
“Almeno sei onesto.” Dissi. Non riuscivo a smettere di guardarlo, perché era davvero l’uomo più bello che avessi mai visto in tutta la mia vita. Avrei potuto perdermi nei suoi occhi verdi. E probabilmente era colpa proprio dei suoi occhi se avevo perso la ragione e avevo cominciato una storia clandestina con il mio professore. “Quanto tempo abbiamo ancora a disposizione?” Domandai, guardando l’orologio appeso alla parete.
“Io posso anche stare in ufficio fino alle sei.” Rispose Harry.
“Ah beh, allora ci vogliono i rinforzi.” Dissi. Lui mi guardò con un’espressione incuriosita. Senza dire nulla, uscii dal suo ufficio, andai alla caffetteria del campus, comprai due caffè e due muffin e tornai da lui.
“Hai intenzione di farmi utilizzare tutte le mie forze?” Domandò lui, ridendo.
“No.” Risposi. Poi lo osservai e cercai di frenare la mente. Nella mia testa eravamo già al terzo round di incredibile sesso. “No, ho intenzione di utilizzare tutto il tempo che abbiamo a disposizione e di trasformarlo in un appuntamento vero e proprio.” Spiegai. “Non possiamo uscire per ovvi motivi, così…”
“Sei unica.” Mi interruppe lui. Poi si avvicinò per darmi un bacio sulle labbra e cercai con tutte le mie forze di non lasciarmi trascinare in qualcosa di più. Volevo parlare con lui, volevo conoscerlo.
“Hai sempre vissuto a St. Louis?” Domandai, bevendo il primo sorso del mio caffè. Lui scosse la testa e studiò il muffin per qualche secondo.
“Dopo l’università mi sono trasferito per un anno a New York. Volevo sfondare come scrittore, ma sono dovuto tornare a St. Louis per affrontare dei problemi.” Rispose. Sembrava che non volesse parlarne, così evitai di continuare il discorso. Non volevo che nulla rovinasse l’atmosfera che si era creata. Mi avrebbe raccontato tutto al momento giusto, ne ero sicura.
“Beh, adesso sei più vicino al tuo gatto, no?” Chiesi. Harry ritrovò immediatamente il sorriso e annuì.
“Ah, Dusty, quel vecchio musone.” Rispose lui. “Sì, adesso vive con me, mentre quando sono andato a New York l’avevo lasciato ai miei genitori.” Aggiunse. “Come sono i tuoi, a proposito?” Mi domandò.
“I miei genitori?”
Harry annuì e iniziò a bere il caffè che gli avevo portato.
“Mio padre studiava biologia a Stanford prima di conoscere mia madre. Lei è nata a San Francisco e quando ha finito le scuole superiori ha attraversato l’Europa facendo l’autostop e con un solo zaino. Dice che quell’esperienza le ha cambiato la vita e quando è tornata in America ha iniziato a viaggiare senza sosta.” Raccontai. “Ha conosciuto mio padre in spiaggia a Cancún, in Messico. Lui era in vacanza con i suoi compagni di università, e lei si era trasferita là da due giorni. Si sono innamorati e lui ha deciso di abbandonare gli studi e di seguirla.”
“Wow, deve essere stato amore a prima vista.” Commentò Harry.
“Mi dicono sempre che hanno capito subito di essere stati destinati l’uno all’altra dalla nascita, che una forza maggiore li ha attratti nello stesso posto in quel momento…” Dissi. “La verità è che avevano entrambi fumato l’impossibile.” Aggiunsi.
“Quindi tu non credi in quelle cose?”
“Sì, in un certo senso sì.” Risposi. “Cioè, sono sicura che si siano innamorati, perché stanno insieme da quel momento e non hanno praticamente mai litigato.” Aggiunsi. “Però non lo so, tutto il resto mi sembra un po’ assurdo.” Conclusi con una risata.
“Beh, un po’ sì, ma mai dire mai, giusto?” Domandò lui. E in quel momento, guardandolo, mi ritrovai a pensare che forse aveva ragione. Forse i miei genitori avevano ragione. Magari esistevano forze maggiori che attraevano due persone – due anime gemelle, se proprio volevamo esagerare – nello stesso posto e nello stesso momento e le facevano incontrare.
“Giusto.” Risposi. Il mio sguardo era incatenato al suo e non riuscivo a concentrarmi.
“A tuo padre non è dispiaciuto lasciare gli studi?” Domandò improvvisamente Harry.
“No, in realtà no.” Risposi. "Mia madre gli ha fatto conoscere la floripatia e si è specializzato in quel campo. Adesso aiuta le persone a guarire da parecchie cose, ansia, insonnia, depressione, mal di testa e varie altre cose con i fiori di Bach." Dissi.
"E tua madre?"
"Lei è attratta dalla cristalloterapia. Sa tutto sull'argomento e può consigliarti un cristallo per aiutarti a risolvere qualsiasi problema." Spiegai. Harry mi guardò a lungo senza dire nulla. Sembrava affascinato.
"I miei genitori sono sempre stati abbastanza severi con me, crescendo. Hanno insistito perché andassi a scuola e perché studiassi qualcosa che mi garantisse un lavoro. Diciamo che mi avrebbero visto come avvocato o come medico, ma si sono dovuti accontentare di un professore. Non sono mai stati troppo felici della mia passione per la scrittura."
"Ma sei bravissimo, i tuoi libri sono meravigliosi." Mi lasciai sfuggire. Harry mi sorrise e sembrò sorpreso.
"Hai letto i miei libri?"
"All'inizio dell'anno mi sono presa una cotta allucinante per te e li ho comprati perché volevo leggere qualcosa di tuo. Li ho trovati entrambi bellissimi, anche se ho preferito il secondo." Risposi. Arrossii leggermente. Non ero abituata a quella situazione, ma mi piaceva.
"Grazie." Disse semplicemente. "Sono contento che ti siano piaciuti e sono particolarmente felice che tu abbia preferito il secondo, perché... Ho amato scriverlo, mi sono affezionato ai personaggi e mi è dispiaciuto finirlo. Non volevo mandare l'ultimo capitolo al mio editore perché non volevo che finisse." Ammise. Era bello entrare così nel suo mondo. Il fatto che mi rendesse così parte della sua vita mi faceva sentire speciale.
"Si capisce." Dissi. "La storia ti coinvolge tantissimo e la cosa bella è che ci si riesce a ritrovare un po' in tutti i personaggi. Ognuno di loro ha qualcosa che lo rende particolarmente umano e che ti fa sperare che la storia finisca bene per lui o lei." Spiegai.
Harry si morse le labbra e mi rivolse un sorriso timido. Quello era un lato di lui che non avevo ancora visto e che mi fece provare una stretta all'altezza del cuore. Lo abbracciai e lo baciai, passando una mano tra i suoi capelli e accarezzando il suo braccio con l'altra.
“Sai, il primo libro che ho pubblicato è stato editato tantissimo. Mi hanno chiesto di riscriverlo due volte e poi hanno modificato ancora alcune parti. Il secondo, invece, è più puro. Ho preso ispirazione da cose che sono successe davvero e da persone che ho conosciuto davvero. Ho scritto tenendo in mente tutti i consigli che mi avevano dato per l’altro romanzo e alla fine è stato editato pochissimo.” Raccontò. "Mi piace passare il tempo con te." Mormorò poi lui sulle mie labbra, dopo avermi dato un altro bacio. Accarezzò il mio viso con il dorso della mano un paio di volte e poi si allontanò leggermente senza smettere di guardarmi negli occhi. 
"Anche a me." Risposi. Ormai ero persa. Infatuata. Cotta. Non sapevo nemmeno che fosse possibile vedere così tante cose negli occhi di una persona prima di incontrare lui. Vedevo passione, speranza, qualcosa che assomigliava all'amore. Vedevo sicurezza, fiducia, un futuro. Era troppo presto per provare sentimenti così forti per una persona? Probabilmente sì, quindi decisi di aspettare ad esprimere quello che pensavo ad alta voce per evitare di spaventarlo.
"La tua amica ti ha fatto domande su quello che è successo la settimana scorsa?" Mi domandò Harry dopo un po'.
"Oh, sì. Continua anche adesso, ma le ho detto che non ho intenzione di rispondere." Risposi. Poi ricordai Jasper e abbassai lo sguardo. Mi stavo comportando in modo orrendo e dovevo lasciarlo. L'avrei fatto proprio quel giorno, appena uscita dall'ufficio di Harry. "Vorrei rimanere qui per tutta la sera." Dissi dopo un po'. "Ma purtroppo devo ancora studiare e c'è una cosa che devo fare prima che sia troppo tardi." Aggiunsi.
Harry annuì e mi prese le mani tra le sue.
"A lezione dovremo ovviamente fingere che tra di noi non ci sia assolutamente nulla e potremo vederci solo martedì prossimo nel mio ufficio." Disse. "Ma io non credo di farcela a non parlarti per una settimana. Scambiamoci i numeri di telefono." Propose.
Trovai l'idea molto allettante e improvvisamente immaginai di parlare con lui prima di addormentarmi o di inviargli un messaggio sexy durante il giorno. Mi piaceva quella prospettiva. 
Scarabocchiai il mio numero su un foglietto e lo lasciai sul tavolino di fronte al divano. Lui lo salvò subito sul suo cellulare e, pochi secondi dopo, sentii il mio iPhone vibrare. Mi aveva già mandato un messaggio.
 

Little White Lies || [One Direction - Harry Styles]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora