Epilogue - Five Years Later

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«Jennifer!» Esclamai, cercando disperatamente le chiavi dell’auto in casa. Ma dove le avevo messe?  Ero sicura che fossero sul mobiletto all’ingresso. «Jennifer!» Urlai ancora. Era tardi. Tardissimo. Dovevo uscire entro esattamente quattro minuti, altrimenti sarei stata in ritardo. «Jen, forza, dobbiamo andare a prendere papà!» Aggiunsi, imprecando mentalmente perché quelle maledette chiavi non volevano farsi trovare.

La bimba - la mia bellissima bimba - uscì dalla sua camera con Mr. Bunny (il suo coniglietto di peluche preferito) in una mano e le chiavi della mia auto nell’altra. Mi fermai un secondo ad osservarla, meravigliata.

Erano passati quasi esattamente tre anni dalla sua nascita, eppure mi sorprendeva ogni giorno di più. Avere un figlio significava innamorarsi perdutamente ogni giorno, ridere per tutte le piccole cose, ma anche piangere davanti alle difficoltà - ricordavo ancora perfettamente il giorno in cui le erano venute le coliche e non avevo la minima idea di cosa fare, così avevo cercato di stare calma (anche se qualche lacrima era sfuggita al mio controllo), mentre Harry guidava quasi come un pazzo per andare al pronto soccorso.

Non riuscivo a credere che quella meravigliosa bambina con i ricciolini castani e gli occhi verdi fosse proprio mia. Mia e di Harry.

«Grazie.» Dissi, prendendo le chiavi. «Forza, adesso andiamo, perché il volo di papà dovrebbe atterrare tra poco.» Aggiunsi, prendendo una manina della bimba e accompagnandola fuori dalla villa che avevamo comprato Harry ed io solo un anno prima. Chiusi la porta a chiave e poi sistemai Jennifer sul seggiolino, assicurandomi che la cintura fosse legata bene.

«Papà!» Esclamò lei, ridendo e stringendo Mr. Bunny al petto.

Harry le era mancato molto. Anche a me, a dire il vero. Avevamo passato due settimane a casa da sole, perché mio marito - quanto era strano dire quella parola, non mi ero ancora abituata, nonostante ci fossimo sposati già da due anni - era dovuto andare a Los Angeles per parlare del suo ultimo libro, che sarebbe stato trasformato in un film dalla stessa casa di produzione che, cinque anni prima, aveva adattato Venerdì Nero per il grande schermo.

«Tra poco lo riabbracciamo.» Dissi a Jennifer, mettendo in moto l’auto e facendo retromarcia per uscire dal vialetto.

Guardai con la coda dell’occhio la villa in fondo alla via e sorrisi. I miei genitori, dopo la nascita di Jennifer, avevano capito esattamente quello che avevano provato i miei nonni quando ero nata io e avevano finalmente deciso di stabilirsi a St. Louis per stare più vicino alla loro nipotina. Avevo conosciuto anche i miei parenti australiani, che erano venuti a trovarmi per conoscere me e Jennifer, ed ero davvero felice.


***


Avevo organizzato una cena per quella sera, perché volevo festeggiare il ritorno di Harry, così avevo invitato tutti i nostri amici.

Laurel e Liam erano arrivati per ultimi, scusandosi per il ritardo, perché la babysitter di Andrew, il loro bellissimo neonato, aveva trovato traffico e non era riuscita ad arrivare in tempo. Abbracciai la mia migliore amica, dandole un bacio su ogni guancia e offrendole un bicchiere di vino, poi ne passai uno anche a Liam, che sembrava davvero stanco. Purtroppo il piccolo Andy faceva fatica ad addormentarsi e, in media, si svegliava sei, sette volte per notte, impedendo alla coppia di novelli sposini di dormire.

«Ehi, tutto bene?» Domandai poi a Liam, osservandolo da vicino. «Ho sentito al telegiornale di quell’incendio al centro commerciale…» Aggiunsi, abbassando la voce.

Lui annuì e abbozzò un sorriso. Laurel gli mise un braccio intorno alla vita e lo strinse un po’ a sé.

«Fortunatamente siamo riusciti ad evacuare il posto in tempo e abbiamo salvato tutti. È stata una giornata infernale, ma sono contento.» Rispose lui.

Little White Lies || [One Direction - Harry Styles]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora