20 - Party On!

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“Non posso abbandonare il corso.” Dissi a Laurel. Avevo passato una settimana a cercare qualsiasi modo per smettere di frequentare le lezioni di Scrittura Creativa di Harry, ma non ero riuscita.
“Hai superato la data di scadenza per rinunciare?” Mi domandò la mia amica.
“Sì.” Dissi. “E non posso semplicemente non frequentare e non dare l’esame finale, perché così vorrebbe dire essere bocciata e non posso permettermelo con la borsa di studio.” Aggiunsi, sospirando e sedendomi pesantemente sul letto.
“Hai pensato a quello che ti ho detto?” Mi domandò la ragazza, lanciandomi una boccetta di smalto. “A proposito, questo è il colore che volevi disperatamente ieri e che non trovavo. Era sotto la cassettiera.”
“Grazie.” Dissi, osservando il blu scuro del liquido. “Comunque sì, ci ho pensato e non voglio farlo. Non posso dare un ultimatum a Harry, semplicemente perché non voglio che lasci sua moglie per colpa mia.” Aggiunsi.
“Mary, che differenza fa se la lascia adesso o tra sei mesi? Vuole il divorzio in ogni caso.”
“Sì, ma ricordati che lei ha quelle maledette foto e se lui la lascia per colpa mia le userà contro di me.”
“Ah, già.” Rispose Laurel, sbuffando. “Ci mancavano solo le foto.” Borbottò dopo qualche secondo.
“Ma tanto non gli chiederei di lasciare Courtney in nessun caso.” Replicai. “Mi presti anche il trasparente?” Domandai poco dopo per mettere fine alla conversazione del tutto. “Aspetta, ho ricevuto un messaggio da mia madre. Laurel, mia madre ha imparato a mandare messaggi!” Esclamai.
“Che cosa dice?” Domandò la mia amica, incuriosita.
“Oh.” Commentai dopo averlo letto. “Dice che lei e papà verranno a trovarmi la settimana prossima.”
“E non sei felice di vedere i tuoi genitori?”
“Non lo so. Non dopo l’ultima telefonata a mia madre.” Replicai.
 

***

 
“Ho una buona notizia!” Esclamò Valentina la sera successiva. Ero nella sua stanza con Rae e Laurel e ci stavamo preparando tutte per andare a una festa dei Kappa Alpha Psi. Ero felice di essere di nuovo invitata alle loro serate ed ero ancora più contenta di avere un’occasione per dimenticare tutto quello che stava succedendo nella mia vita.
“Che succede?” Domandò Laurel.
“Mi ha scritto Carmen e mi ha detto che stasera verrà anche lei!” Rispose Val, saltellando.
“Sono felicissima per te!” Disse Rae. “Magari riuscirete a tornare amiche.” Aggiunse.
“Lo spero, mi manca davvero tanto.” Rispose Valentina, guardandosi allo specchio un’ultima volta prima di mettersi la giacca. “Forza, usciamo!” Esclamò.
 
Le strade erano ancora congelate per l’ennesima tempesta di neve, così le mie amiche ed io avevamo deciso di cambiare scarpe una volta arrivate alla casa dei Kappa Alpha Psi per evitare di scivolare e romperci una gamba durante il tragitto.
“Secondo me se qualcuno ci vede pensa che siamo completamente andate.” Disse Rae, ridendo. Sollevò le scarpe con il tacco che stava tenendo in mano e finse di brindare con quelle di Laurel. Avevamo bevuto tutte e quattro degli shot di tequila – una bottiglia molto scadente che aveva comprato Laurel con il suo documento falso – prima di uscire per scaldarci, ed eravamo già un po’ brille.
“Ma siamo completamente andate.” Rispose Val, inciampando nei piedi di Laurel e facendo rischiare di cadere tutto il gruppo. Scoppiammo a ridere fragorosamente e ci fermammo per qualche minuto.
“Oh. Oh. Oh! Malik! Ragazze, c’è Malik! Guardate quanto è figo con quei capelli!” Esclamò la ragazza, puntando il dito verso l’uomo, che era insieme a Tomlinson, Horan e Harry.
Socchiusi un po’ gli occhi per mettere a fuoco il professore di arte delle mie amiche e dovetti ammettere che sì, era davvero attraente. Soprattutto con i capelli neri un po’ più lunghi del solito e tirati indietro con il gel. Un ciuffo doveva essere sfuggito al suo controllo, però, perché gli era caduto davanti agli occhi.
“Andiamo a salutarlo.” Propose Valentina.
“Ma sei pazza?” Domandai, ridendo. “Conciate così? Non vi ricordate quando Tomlinson ci ha buttate fuori dal pub perché non avremmo potuto bere?” Aggiunsi. Anche se ero un po’ ubriaca riuscivo a pensare abbastanza chiaramente. E farmi vedere da Louis e Harry in quello stato non era una buona idea.
“Forza, andiamo!” Urlò Val, prendendo Laurel per la manica e cominciando a trascinarla in mezzo alla strada.
“Valentina! Torna subito indietro!” Esclamò Rae ad alta voce. “Dio, ma è pazza? Malik non mi farà passare il corso se mi vede così!” Disse poi, abbassando la voce e rivolgendosi verso di me.
Alzai le spalle e scossi la testa. Non avevo la minima idea di quello che passava per la testa di quella ragazza. Speravo solo che Harry non mi vedesse, ma era un po’ impossibile che non ci notasse con il baccano che stavamo facendo.
“Signorina Carter!” Esclamò Louis quando ci vide. “Signorina Hamilton?” Domandò poi, quando vide le condizioni in cui si trovava Val.
“Ottimo.” Borbottai, scuotendo la testa. Laurel sembrava pronta ad uccidere Valentina e Rae aveva l’aria di qualcuno che avrebbe voluto nascondersi.
“Professor Tomlinson.” Sentii mormorare la mia migliore amica. Ormai eravamo tutte abbastanza vicine ai professori e vidi Harry sgranare gli occhi dopo avermi notata in mezzo al gruppo.
“Dove state andando con questo freddo?” Domandò Louis. Vedevo che stava cercando di essere educato, anche se sapevo che, in realtà, avrebbe voluto rimandarci tutte e quattro nei nostri dormitori a calci.
“A una festa.” Rispose timidamente Rae.
“I Kappa-cosi organizzano le migliori di tutto il campus!” Esclamò Valentina, lanciandosi in avanti e prendendo il braccio di Zayn.
“Oh, no.” Mormorai. Rae spalancò gli occhi e mi guardò. Scossi la testa, incredula.
Il professor Malik fissò Val per qualche secondo, prima di spostare lo sguardo sui suoi amici, preoccupato.
“Uhm, signorina, ehm… Hamilton?” Cercò di richiamare la sua attenzione.
“Ma quanto ha bevuto?” Mi domandò Rae in un sussurro.
“Non lo so, immagino quanto noi.” Risposi, incapace di staccare gli occhi da Harry, che mi stava guardando con un’espressione che non riuscivo a decifrare.
“Val, dai, dobbiamo andare.” Cercò di convincerla Laurel, che sembrava sul punto di voler esplodere. La nostra amica ci stava facendo fare una figuraccia enorme.
“No! Dovete venire anche voi alla festa degli Alpha… no, aspetta. I Kappa Psi! O Alpha? Non lo so. I Kappa-cosi!” Esclamò ancora Val.
“Signorina Hamilton, non mi sembra il caso che quattro professori si presentino alla festa di una confraternita.” Rispose educatamente Malik.
“E forse non è il caso che ci andiate nemmeno voi, visto lo stato in cui siete.” Aggiunse Louis, spostando lo sguardo da Valentina a me.
“Già.” Mormorai.
“Che ne dite se vi accompagniamo ai vostri dormitori e facciamo finta di non avervi mai viste?” Propose Horan, che era stato in silenzio fino a quel momento. Poi guardò Harry e gli disse qualcosa a bassa voce. La mia mente cominciò ad elaborare varie ipotesi su cosa potesse avergli sussurrato. Vidi Styles annuire e poi fare qualche passo avanti.
“Mary Jane, io sto andando a trovare mia sorella nel tuo dormitorio. Vuoi che ti accompagno? Chi altro sta in quel palazzo?” Domandò.
“Io.” Rispose subito Laurel. “Ma io vado alla festa dei Kappa Alpha Psi. Sono sobria e sto bene, giuro. Tu vai, Mary.” Aggiunse, abbassando lo sguardo ed evitando quello del suo professore.
“D’accordo.” Rispose Harry.
“Signorina Hamilton?” Sentii chiamare Zayn. Poi mi voltai e vidi la mia amica inginocchiata sul ciglio della strada.
“No, non ci posso credere.” Sussurrò Rae. Valentina era stata male davanti a un gruppo di professori. Ma quanto aveva bevuto? Ero convinta che tutte noi avessimo fatto solo un round giusto per scaldarci prima di uscire. “Io vado alla festa con Laurel.” Aggiunse poi ad alta voce.
“Andiamo?” Propose la mia migliore amica. Rae annuì e le due ragazze sparirono il più velocemente possibile.
Zayn, Louis e Niall si scambiarono un’occhiata.
“Non preoccupatevi, la accompagno io a casa.” Dissi, facendo un passo avanti verso la mia amica, che era ancora inginocchiata nella neve. “Forza Val, alzati.”
La mia amica si rifiutò di ascoltarmi e rimase nella stessa posizione. I quattro professori decisero di aiutarmi e, insieme, la rimettemmo in piedi.
“Non preoccuparti, tu vai con Harry.” Disse Louis. “Alla tua amica ci pensiamo noi. In che dormitorio vive?” Mi domandò.
Zayn le mise un braccio intorno alla vita per sostenerla, mentre Niall si tolse il cappotto e lo mise intorno alle spalle di Valentina.
“Village East.” Risposi. “Grazie.” Aggiunsi poi. Louis annuì senza dire nulla, poi cominciò a camminare insieme a Zayn e Niall, che stavano sostenendo la mia amica, verso il dormitorio in cui viveva la mia amica.
“So che non dovrebbero, ma sanno tutto.” Spiegò Harry quando rimanemmo da soli.
“Vuoi dire che hai detto di noi anche a Zayn e Niall?” Domandai.
“Sono i miei migliori amici.” Rispose lui, alzando le spalle. “Non volevo dire loro nulla, ma qualche sera fa mi hanno portato fuori a bere e ho raccontato tutto.”
“Non volevo incontrarti così.” Dissi. “Non volevo incontrarti.”
“Lo so.” Replicò Harry, evitando di guardarmi. “Ho cercato di stare alla larga da te per tutta la settimana.”
“Grazie.” Dissi. “Ho cercato di lasciare il tuo corso, ma non sono riuscita. L’ultimo giorno per abbandonare i corsi è passato da un paio di settimane.” Mormorai dopo un po’. Harry si fermò in mezzo alla strada e mi guardò.
“No.” Replicò. “Non puoi abbandonare la scrittura per colpa mia.”
“È difficile vederti in classe e fare finta di niente. Ed è ancora più difficile scrivere, sapendo che poi tu leggerai. È per questo che non ti ho più consegnato nulla. Quindi verrò bocciata nel tuo corso in ogni caso.”
“Non dire così.” Mi disse. Poi mi prese per mano e mi accompagnò in un piccolo vicolo tra due palazzi. Cercai di ignorare la sensazione che quel gesto provocava in tutto il mio corpo. Riconobbi la porta sul retro di Greg’s e ricordai la sera in cui mi aveva mandato un messaggio per dirmi di uscire dal pub. Mi aveva dato un bacio mozzafiato e poi mi aveva lasciata tornare dalle mie amiche.
Il locale era chiuso quella sera, perché era mercoledì, quindi l’unico giorno di riposo della settimana. Harry si sedette sul gradino della porta sul retro e lo raggiunsi.
“Che cosa devo fare?” Chiesi. Non era una domanda rivolta a qualcuno in particolare.
“Devi trovare il modo di usare quello che stai provando e trasportarlo sulla carta.” Rispose lui dopo minuti di silenzio. Mi voltai a guardarlo e provai una stretta al cuore. Harry era così bello da non sembrare vero. Aveva i capelli più lunghi rispetto a quando l’avevo conosciuto ed erano un po’ più selvaggi. La cosa assurda era che, anche così, era l’uomo più bello che avessi mai incontrato.
“E poi come faccio a trovare il coraggio di far leggere quello che scrivo a te?” Domandai ancora.
“Puoi provare ad accettare quello che è successo e perdonarmi, così possiamo cercare di far tornare tutto come prima, oppure… oppure puoi andare avanti e pensare a me come a un professore qualsiasi. Accetterò qualunque cosa tu deciderai di fare.” Replicò Harry, guardandomi negli occhi.
“Non so se sarò capace di fare nessuna delle due cose.” Mormorai.
“Mary Jane, tu sei in grado di fare qualunque cosa tu ti metta in mente.”
Sentii gli occhi riempirsi di lacrime e scossi la testa. No, non ero in grado di fare tutto quello che volevo. Perché io volevo dimenticare tutto quello che era successo e andare avanti, ma la mia mente sembrava volermi torturare, perché i miei pensieri si soffermavano sempre su di lui. Era sempre là, al centro della mia mente. Giorno e notte.
 
“Ti accompagno a casa?” Quando sentii la sua voce, provai un brivido lungo tutta la spina dorsale. Mi ero abituata al silenzio che era calato tra di noi e mi ero completamente persa nei miei pensieri. Ero confusa su tutto, tranne che su una cosa.
“No.” Replicai a bassa voce. “Non voglio tornare a casa da sola.”
“Vuoi… vuoi venire da me?” Mi chiese Harry, con gli occhi sgranati per la sorpresa. Annuii, senza dire ‘sì’ ad alta voce. Non ce n’era bisogno, lui lo sapeva già. Ci alzammo entrambi e raggiungemmo velocemente la sua auto, che era parcheggiata poco lontana.
Non volevo stare da sola quella sera. Avevo bisogno di lui, anche se non volevo. Harry era la mia debolezza, il mio vizio. Mi mancava tutto di lui e il mio corpo fremeva al solo pensiero di stare con lui.
Arrivammo al suo appartamento dopo pochi minuti e salii le scale senza dire nulla. Sapevo che quello che stavo facendo era sbagliato, ma non riuscivo a obbligarmi a fermarmi.
“Vuoi qualcosa di caldo da bere?” Mi domandò Harry, dopo aver sistemato entrambi i nostri cappotti.
“No, grazie.” Risposi, scuotendo la testa.
Lui annuì e si sedette sul divano. Non disse più nulla e in quel modo mi sentii libera di pensare e di decidere quale sarebbe stato il mio passo successivo.
Avevo seguito Harry nel suo appartamento con l’intenzione di andare a letto con lui, perché mi mancava e avevo bisogno di sentirlo vicino, ma una volta arrivata avevo cambiato idea. Non mi sembrava più la cosa più giusta da fare. Mi sentivo a disagio in sua presenza.
“Credi che Zayn si sentirà tremendamente in imbarazzo la prossima volta che vedrà me o le mie amiche?” Domandai dopo qualche minuto. Avevo cominciato a odiare quel silenzio. Dovevo romperlo e dire qualcosa. Qualsiasi cosa.
“Dipende. La ragazza che gli si è buttata addosso frequenta le sue lezioni?” Mi chiese Harry, voltandosi verso di me e guardandomi negli occhi. Decisi di raggiungerlo sul divano e mi sedetti di fianco a lui, cercando di mantenere una certa distanza – per quanto possibile – tra di noi.
“No.” Replicai. “Valentina, la ragazza che si è aggrappata al braccio di Zayn, fa Teatro, quindi è nella classe di Louis.” Spiegai. “Rae, la bionda, fa Arte. Laurel, la mia migliore amica, fa sia Arte che Teatro.” Continuai.
“Quindi le cose potrebbero essere molto imbarazzanti solo per Rae e Laurel, che si troveranno in classe con Zayn e continueranno a pensare alla figuraccia che ha fatto Valentina.” Concluse Harry. “Ma non preoccuparti, Zayn è abituato a questo tipo di cose. Decine di studentesse ci hanno già provato pesantemente con lui.”
“Beh, è un bell’uomo.” Dissi. “È sposato, giusto?”
Harry annuì, poi mi resi conto di che argomento ero andata a parlare. Anche lui era sposato, solo che all’inizio non lo sapevo. Malik era sempre stato molto chiaro con tutti sul suo stato coniugale.
Chiusi gli occhi, consapevole della gaffe che avevo appena fatto. Avevo intenzione di non parlare completamente del matrimonio di Harry quella sera, ma l’avevo fatto lo stesso inconsapevolmente.
Se possibile si era creato ancora più disagio tra di noi.
“Mary, vorrei fare qualcosa per tornare indietro. Se potessi mi comporterei in modo completamente diverso.” Lo sentii mormorare. Riaprii gli occhi e lo guardai. Sembrava davvero disperato.
“Ma non possiamo tornare indietro.” Ribattei.
“Lo so. E credimi, non avrei fatto nulla di differente per quanto riguarda noi. Amo il modo in cui ci siamo innamorati. Però ti avrei detto tutto dall’inizio e avrei trovato il coraggio di lasciare Courtney prima di cominciare a uscire con te.”
“Peccato che adesso sia troppo tardi.” Sussurrai, scuotendo la testa. Sospirai e mi costrinsi a voltare il viso dall’altra parte. Puntai lo sguardo su una foto che ritraeva Harry e i suoi amici ai tempi dell’università.
“No, sono sempre in tempo a chiederle il divorzio.” Rispose lui.
“E quando Courtney userà quelle foto contro di noi cosa faremo? Quando tu perderai il lavoro ed io la borsa di studio cosa ci rimarrà?” Domandai.
“Non è detto che le usi.” Replicò lui, parlando molto lentamente. Sembrava che stesse riflettendo su qualcosa. “Lascia che ci parli, magari riuscirò a risolvere le cose in modo civile.”
Per quanto non volessi creare false aspettative nella mia mente, era impossibile non sperare che tutto andasse per il meglio. Ma come poteva succedere? Courtney mi sembrava piuttosto fissata sull’idea di tornare insieme a suo marito. E chi ero io per dividerli?
“Harry, ti posso chiedere un favore?” Domandai improvvisamente.
“Tutto quello che vuoi, Mary.”
“Abbracciami.” Dissi. Lui non esitò nemmeno per un secondo, si avvicinò sul divano e sentii immediatamente le sue braccia intorno a me. Erano poche le cose che mi facevano provare una sensazione migliore di quella. Harry aveva la capacità di farmi sentire sicura e protetta e di farmi dimenticare tutto quello che stava succedendo intorno a me. Ma per quanto avrebbe potuto durare quella sensazione? Per quanto tempo sarei riuscita a ignorare tutto quello che stava succedendo?
Sentii Harry sospirare e chiusi gli occhi. Ero sicura che gli stessi pensieri stessero attraversando anche la sua mente.
Dovevo prendere una decisione una volta per tutte, ma ero davvero confusa e non sapevo cosa fare. E, soprattutto, non sapevo se credere a Harry o no. Potevo fidarmi di lui? Mi aveva detto davvero tutto o mi stava nascondendo qualcos’altro? Avevo troppe domande in mente e nessuna risposta.
Improvvisamente trovai la soluzione a tutti i miei problemi. C’era solo una persona che poteva aiutarmi. Solo una persona che mi avrebbe detto le cose come stavano senza preoccuparsi delle conseguenze.
“Devo andare.” Dissi, allontanandomi da Harry. Non mi piaceva non sentire più il suo calore, il suo profumo. Non mi piaceva non avere le sue braccia intorno a me. Non mi piaceva l’espressione leggermente triste che leggevo sul suo viso in quel momento. Ma dovevo assolutamente parlare con questa persona e dovevo raggiungerla prima che fosse troppo tardi per presentarsi a casa di qualcuno.
“Vuoi che ti accompagno?” Mi domandò, alzandosi a sua volta.
“No, grazie. Faccio una passeggiata.” Replicai, recuperando il mio cappotto e cominciando a vestirmi. Harry annuì e si appoggiò alla parete, senza dire nulla. “Ho bisogno di riflettere su tutto quello che sta succedendo.” Dissi. E di non fare errori giganteschi, come lasciare che il mio cuore vinca sulla mia mente e venire a letto con te questa sera. Pensai.
“D’accordo.” Replicò lui.
Uscii dal suo appartamento prima che potesse chiedermi di mandargli un messaggio per dirgli che ero tornata a casa sana e salva, come era solito fare quando andavo nel suo appartamento di sera e poi tornavo al dormitorio da sola.
 
Invece di fare una passeggiata per tornare nella mia stanza avevo chiamato un taxi e mi ero fatta accompagnare nel posto in cui volevo andare. Era troppo lontano e avevo troppo freddo per andarci a piedi.
Non avevo idea di cosa aspettarmi, perché era effettivamente tardi e non sapevo nemmeno perché avessi deciso di andare a casa sua. Presi coraggio e bussai alla porta. Poi attesi per qualche istante, prima di girarmi per andare via. Probabilmente non era nemmeno a casa.
Mi fermai quando sentii aprire la porta e mi voltai.
“Watson, comincio a pensare che tu abbia una cotta per me.” Disse Louis, ridendo. “Sto scherzando. Forza, entra.” Aggiunse dopo qualche secondo, spostandosi per lasciarmi passare.

Little White Lies || [One Direction - Harry Styles]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora