-Signor Kim! Ci dica come ha fatto-
-Signor Kim! Come è nata la sua ipotesi?-
-Signor Kim! Lei è un genio a cosa deve questo?-
Dio! Queste domande mi stanno martellando la testa,tra poco inaugurerò lo scavo archeologico della testa di Kim Taehyung. A loro farebbe anche piacere perchè continuano a chiedermi sempre la stessa domanda.
Riesco a rientrare nella camera dell'albergo. Mi levo la giacca buttandola chissà dove e mi butto sul letto. Potrei addormentarmi seduta stante. Mi sento prosciugato dalle mie forze vitali e dal mio solito entusiasmo.
Sono tornato nel XXXI secolo ed è un mese che ho lanciato il mio prototipo di macchina del tempo,da allora non ho un attimo di tregua: interviste, programmi televisivi,fotografie...
Questo mese sembra essere volato o forse sono io che non l'ho vissuto. Troppo impegnato da questo non ho visto il cambiamento che porta il mese di Novembre e siamo addirittura arrivati all'inizio di Dicembre.
Mi manca terribilmente...
Ho cercato di focalizzare i miei pensieri sul fatto che in questo mese mi sono ammazzato di lavoro,ma la verità è che non volevo arrivare a questo punto.
Non volevo ammettere che mi mancasse,non volevo ammettere che lui avesse fatto la scelta che di egoismo non ne ha nemmeno un grammo.
Penso che mi sia sfinito con il lavoro per tornare a casa o in hotel distrutto,non volevo che la mia testa prima di dormire accendesse il pensiero di lui e del suo maledetto sorriso,avrei passato la notte in bianco a piangere.Prima di andarmene avevamo fatto di nuovo l'amore e non potei non piangere,ormai i suoi succhiotti stavano sparendo,ma il problema era che lui non spariva dalla testa,permaneva come il peggiore degli inchiostri.
Seppur non avessi segni concreti di "appartenere" a qualcuno,avevo la costante presenza di quelli astratti.Il mattino dopo,quando mi sveglia nel trasandato letto del mio monolocale,mi alzai subito,avevo la paura di sognarlo nuovamente. Gli avevo promesso che mi sarei realizzato e così ho fatto. Sono diventato uno degli uomini più influenti della Corea,non vi è giorno che qualcuno investa nella mia azienda.
Ero riuscito a realizzarmi,eppure sentivo di non averlo fatto.
Forse fin troppi focalizzato a capire i motivi dei miei pensieri nella testa non sentii squillare il telefono.
Era Jimin.
-Ehi Jimin-ssi- lo salutai.
-Tae ciao,come va?-
-Eh come va...Non saprei Jimin-
-Qualcosa non va Taehyung?-
-Non saprei...è strano da spiegare-
-Ascoltami non mi va di parlare per telefono di ciò,ti va se ci incontriamo nel solito posto?-
-Va bene,arrivo- chiusi la telefonata.
Mi alzai dal letto e avvisai la reception di non voler essere disturbato. Mi tolsi l'elegante vestito e indossai vestito meno appariscenti.
Aprii la finestra della camera che dava su una scala antincendio non coperta dalle telecamere e arrivai a toccare terra.
Mi avvisi scelto per le strade di Seul,nel posto che solo io e Jimin conoscevamo e così come sempre lo trovai già lì con in mano due tazze e un termos. Era un piccolo parco della città completamente desolato,ma aveva un bellissimo tavolo da pic-nic fatto in legno.
-Mi meravglio di quanto tu sia sempre più rapido- disse scherzosamente.
-Sto diventando un ladro professionista, magari lo avessi saputo fare ai tempi del liceo,avrei evitato di studiare capitoli e capitoli- risposi e lo vidi sorridere.
-Allora Tae cosa c'è che non va?- disse lui versando del liquido nelle tazze.
-Mi manca...- confessò.
Spalancò gli occhi.
-Pensavo che non avrei mai sentito dirtelo,so che non è solo oggi che ti manca Tae e non fartene colpe è normale che ti manchi-
-Non è solo questo,lui mi ha lasciato andare per farmi relazzare,eppure adesso non sento di averlo fatto- presi un sorso della bevanda nella tazza.
Tè verde.
-Non saprei dirti,ma sei sicuro che per realizzarti avevi bisogno di quel viaggio?-
-Più che altro volevo dimostrare che sapessi fare qualcosa-
-A te stesso o ai tuoi genitori?- chiese lui schietto.
- Jimin non...-
-Taehyung rispondimi. È questo che ti ostini a credere di volerti realizzare per te stesso,ma in fondo un pò lo fai anche per la faccenda dei tuoi genitori e non sparare cazzate- il suo tono si era fatto più alto.
-Non mi ostino a crederlo-
-È questa la prova lo vedi!-
Sbuffai infastidito.
-Anche se avessi ragione tu,questo non risolverebbe nulla-
-Ti sbagli,il tuo realizzarti è molto diverso Taehyung a te non è mai servita una prova concreta per sapere cosa fare o no-
Mi aveva colpito,sembrava avesse letto i miei pensieri fatti in camera,la stessa cosa avevo fatto nel momento in cui mi ero innamorato di Jungkook:non avevo prove concrete che sarei rimasto eppure l'ho fatto,sono caduta nella trappola dell'amore.
-Perchè hai lasciato che ce ne andassimo?-
-Avevi bisogno di capirlo da solo,se te l'avessi detto io sarebbe stato fin troppo concreto avevi bisogno di saperlo e basta,ma dovevi scoprirlo tu-
Ho sempre visto il realizzare me come persona in un solo modo,avevo mirato solo al centro con la mia freccetta,avevo deviato solo una volta. Eppure adesso mi sembrava che quella deviazione fosse diventata il mio centro.
Il mio centro non è concreto e fisso,ma mobile e astratto. Capii che ora che ero diventato "Kim Taehyung l'uomo dietro il viaggio nel tempo" non ero più il "Kim Taehyung alla ricerca dell'amore".
Ero diventato uno stupido adulto senza Jungkook. Avevo rotto la nostra promessa.
Angolo autrice
Tae è tornato nel XXXI secolo e finalmente Jimin gli ha aperto i suoi bei occhietti.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e mi scuso per eventuali errori grammaticali o di battitura.
{Purple you}
Ayumu
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ꕥPocket Watchꕥ Taekook
FanfictionTaehyung vive nel XXXI secolo e dopo numerose ricerche trova il modo di viaggiare nel tempo.Con la sua compagnia raggiunge il XIX secolo dove incontra Jungkook un ragazzino timido con una forte sete di conoscenza. Sia uno che l'altro hanno tanto da...