Picnic pericoloso

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Iniziarono a scendere lungo la collinetta che li divideva dal centro del prato. Sean saltò un piccolo fosso e, come un vero galantuomo, allungò la mano verso la regina per aiutarla a superarlo senza difficoltà. Da un certo punto di vista Regina si stupì di quei suoi modi, era anche infastidita, dopotutto non era certo una bambola di porcellana. Regina aveva sempre saputo badare a se stessa, e non era una gravidanza ad urlare aiuto, non aveva mai avuto bisogno di nessuno, tanto meno in quel momento. I modi del cacciatore la lasciarono pensare, magari credeva che il suo comportamento era dovuto alla sua apparente fragilità, ma non era così soltanto perché era in dolce attesa. Magari da questo punto di vista l'aveva infastidita, ma in fondo le piaceva esser trattata con riguardo, dopotutto aveva vissuto come una regina per moltissimi anni.

Dopo qualche metro, entrambi notarono un lenzuolo rosso e bianco sul prato. Anche la cesta di vimini non passò inosservato, ma poco più in là, videro tre figure molto familiari attirarono la loro attenzione; erano Henry, Emma e il piccolo Neal.

"Mamma! Sean! Siete arrivati finalmente!" esclamò il ragazzo correndo e abbracciando sua madre. Emma si avvicinò subito dopo con il fratellino in braccio.

"Emma, dove sono i tuoi genitori?" chiese Sean sorpreso di non trovarli lì.

"Hanno deciso, all'ultimo momento, di trascorrere un po' di tempo in intimità. Solo il pensiero mi fa rabbrividire."

"E devi fare da baby-sitter a tuo fratello?"

"Già, e non la smette di piangere! Mi sta facendo diventare pazza!" esclamò esausta.

"Hai mangiato?" chiese Regina osservandolo.

"Si, prima di uscire. Mary Margaret gli ha cambiato il pannolino e adesso non smette di piangere."

"Aspetta, fammi vedere." Regina lo prese in braccio e smise subito di piangere. Emma rimase senza parole. Aveva impiegato quasi tutta la mattinata a cercare di farlo smettere, ma senza risultato, mentre a Regina bastò solo prenderlo in braccio.

"Ma come hai fatto? L'ho tenuto in quel modo per tutto il tempo!"

"Avrà percepito che sei maldestra e poco regale." Commentò la donna sorridendo al piccolo.

"Accidenti, mamma! Sei bravissima!"

Sean osservò la scena senza batter ciglio e senza dire neanche una parola. Era raro vedere donne capaci di esercitare il loro istinto materno, a quanto pare a Regina veniva molto naturale. La donna pensò a quando adottò il giovane Mills, non riusciva a capire nulla con lui; né quando aveva fame, né quando aveva sete o quant'altro, ma in quel momento sembrò tutto completamente diverso. Il suo istinto aveva prevalso su ogni cosa, e forse per certi versi la spaventò un po'.

"Henry, cosa dici di giocare con il pallone? Magari ci facciamo venire un po' fame." Propose Sean per distogliere l'attenzione del ragazzo da Regina.

"Ci sto!" esclamò sorridendo e correndo dalla parte opposta. Emma si avvicinò alla donna e si voltò guardando i ragazzi. Si mise le mani sui fianchi e chiese con tono basso:

"Allora, com'è andata la visita?"

"Bene, molto bene. Il bambino gode di ottima salute e Sean è stato.. gentile."

"Ah già a tal proposito, ti chiedo scusa."

"Immagino che la coppia di idioti ti abbiano lasciata cucinare da sola."

"Oh beh, non preoccuparti, mi ha aiutato Mary Margaret prima di uscire. Non ti avvelenerò." Disse sardonica e sorridendo. Fissò la donna con il bambino in braccio e commentò:

"Hai un forte istinto materno, Regina. Sarai un'ottima madre, proprio come lo sei stata per Henry."

"A tal proposito, lui.."

Il cacciatore di streghe - Ultima Parte (Terza Parte)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora