Magie svelate

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Erano le otto di mattina quando Sean si svegliò di soprassalto nella stanza dell'ospedale. Nella stanza non c'era molta luce, le tapparelle erano abbassate in modo da far entrare poca luce e far riposare il paziente. Il suo cuore batteva a mille per via dell'incubo appena vissuto, aveva il respiro affannato e gli occhi ancora offuscati, si guardò intorno e, non appena mise a fuoco, capì che era in ospedale. Notò la flebo al suo braccio destro, ma quando si voltò alla sua sinistra, vide Regina dormire su una poltroncina affianco al suo letto. Non era ben chiaro il perché fosse lì, per un attimo non ricordava nulla di ciò che era successo, ma non appena la vide sentì soltanto il petto pervadersi di un calore indescrivibile, ma piacevole e familiare. Il solo guardarla lo fece sorridere, dopotutto gli era mancata più di quanto avrebbe mai ammesso. Pian piano ricordò quello che era successo qualche ora prima, aveva lottato molto per riportare Robin a casa, ma inutilmente, perché era stato lui stesso ad ucciderlo. Sospirò silenziosamente cercando di non svegliare la donna, scese dal letto e raccolse la coperta che era caduta dalle gambe di Regina. Quasi come un sesto senso, la donna sentì la sua presenza, e con gli occhi pieni di sonno e stanchezza, lo vide in piedi al suo fianco:

"Sean.. ma cosa.. cosa ci fai già sveglio?"

"Non voglio che prendi freddo." Disse rimettendole la coperta addosso con cura e aggiunse:

"Non dovresti essere qui, ma a casa, a dormire comodamente nel tuo letto." la donna lo guardò senza dire nulla, aveva dimenticato quanto fosse bello e affascinante.

"Così non fai altro che viziarmi." Disse dolcemente sorridendogli.

"Non sarà sempre così." Disse sorridendole a sua volta. Prima che potesse chiedere il motivo, Shar entrò silenziosamente nella stanza e lo rimproverò:

"Cosa ci fai in piedi? Dovresti essere a letto a riposare. Sei stato avvelenato di nuovo."

"Lo so, Shar. Sta tranquilla, sto bene." Disse voltandosi e sorridendo anche a lei.

"Come sarebbe a dire che lo sai? Sai di esser stato avvelenato?" Chiese Emma entrando nella stanza con due tazze di caffè in mano.

"Spero che una di quelle tazze non sia per Regina. Non dovrebbe bere caffè. Potrebbe agitare il bambino." Disse con tono di rimprovero.

"Oh, andiamo cacciatore. Basta con tutta questa apprensione nei suoi confronti! È una donna non una bambina."

"Io lo dicevo per la salute del piccolo." Disse alzando un sopracciglio.

Sia lei che Regina rimasero senza parole, non si sarebbero mai aspettate un commento del genere da parte sua. Non aveva mostrato molto interesse per il bambino, ma sempre e solo per la salute della regina. Shar sorrise dolcemente chiudendo gli occhi e poi disse:

"Sta arrivando il dottor James. Fila a letto!" esclamò divertita. Sean ritornò sotto le coperte e guardò verso la porta. Il dottore varcò la sogna e sorrise:

"Ma che bella novità. Già sveglio cacciatore?"

"Lo sai Arthur, non sono un dormiglione." Disse sorridendo.

Emma e Regina si guardarono per qualche secondo con fare confuso e complice, si limitarono a sorridere. La donna dai capelli neri si alzò con fatica:

"Noi usciamo, così puoi visitarlo." Disse rivolgendosi al dottore.

"No, tranquilla Regina. Sono venuto soltanto a togliergli le bende. Sei stato dimesso."

"Dimesso? Di già?" chiese Emma incredula.

"La sua capacità di guarigione è quasi sette volte superiore a quella di un comune essere umano. Immagino che questa sia la cosa più bella di essere te, sbaglio Sean?"

Il cacciatore di streghe - Ultima Parte (Terza Parte)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora