CALEB POV
Ricordi
2007 d.c
Caleb guardava fuori dalla finestra " non può essere, non il marchio angelico...non lei... è una tortura" pensò, senza accorgersene fece cadere dei libri dalla libreria.
-"Cal, che succede?"- domandò Dawidh preoccupato, -"Nulla"- rispose Caleb dando le spalle al biondo, -"Non è vero, non farmi usare la telepatia... sai che non mi piace usarla con gli amici" -disse Daw mentre si avvicinava al moro. Caleb sospirò -"ti ricordi quando mi avete trovato nel bosco?"-,
-"Intendi il giorno in cui sei caduto"- disse Daw mentre lo guardava, -" Si... ho visto una bambina, correva, era libera"- rispose Cal mentre guardava il cielo,
-"Quindi?"- lo guardò Dawidh,
-"Aveva il marchio angelico... sulla mano destra"- rispose Cal tutto ad un fiato mentre la sua mano giocava con una foglia arancione dei pochi alberi rimasti ancora vestiti.
Dawidh lo guardò basito - "Come?"-,
-"Non lo so"- disse il moro mentre la sua mano batteva sul vetro creando un suono sordo. Nella stanza calò il silenzio, nessuno dei due ragazzi voleva parlare.
Anya entrò con dei festoni -" Su non fate i musoni, sapete che giorno è oggi?"-,
-"No, Anya non sappiamo che giorno è"- rispose seccato Caleb,
-" Bhe caro mio. è il 12 Dicembre 2007, questo significa che tra poco è la festa dei dolci e dei regali, gli umani la continuano a chiamare Natale, allora ho preso delle decorazioni insieme a Gis. Guarda pure delle caramelle appendibili"- disse Anya saltellando e agitando le decorazioni sotto il naso del moro.
Dawidh sgranò gli occhi -"Ripeti, che giorno è oggi"-,
-"Il 12 Dicembre 2007, perché?"- chiese stranita Anya,
il biondo sospirò -"Nulla, vai da Gis, devo rimanere solo con il nostro caro combina guai"-,
-"Oook, siete strani voi due"- disse Anya mentre se ne andava nell'altra stanza.
Dawidh si voltò verso Caleb -"Hai capito in che anno siamo ora? Nel 2007... Caleb la tua profezia"-,
Caleb lo guardò -"Non mi importa, Dianara l'ha uccisa la profezia non si avvererà... è solo un caso"- si staccò dalla finestra e si chiuse in camera.1 giugno 2020
Caleb si rigirava nel letto, erano le 3:00 del mattino, nella sua testa aveva la profezia e gli occhi di quella ragazza. Aprì gli occhi e si mise a sedere, respirava affannosamente. Si passò una mano sul viso mentre si alzava dal letto. Fuori era buio, si vedevano solo le luci delle insegne, tutto taceva. Sembrava che il tempo si fosse fermato, la Luna era lì, ferma, lo fissava. Dawidh si svegliò -"Cal, che hai?"- disse assonnato,
-"Nulla, torna a dormire"- rispose il moro.
Daw accese la lucina del comodino -"Incubi?"- chiese guardandolo,
Cal si sedette sul letto -"Quella profezia non mi fa dormire"- rispose,
-"Sicuro che sia solo la profezia o è una rossa?"- disse Daw mentre sistemava i cuscini per mettersi comodo,
Cal accennò un sorriso -"anche lei mi fa ammattire"-.
-"Oh bhe, su racconta, ormai ci siamo" -rise Daw,
il moro prese a giocare con uno dei suoi anelli -"ti ricordi la bambina che ti avevo detto anni fa?"-,
-"Si, quella del marchio"- rispose il biondo,
-"E se fosse lei? Come tempistiche ci siamo...secondo la maledizione ogni 18 anni lei muore, per poi ricomparire in secoli diversi...se veramente è ritornata nel 2002 ora dovrebbe avere quasi 18 anni"- disse Caleb guardandolo.
-"Possibile... l'unica cosa che possiamo fare è controllare"- rispose Dawidh alzandosi dal letto e prendendo una maglia.
-"Che stai facendo?"- chiese stranito Caleb,
-"Semplice, mi vesto o devo volare per il cielo senza nulla?"- rise Daw.
Caleb lanciò un cuscino al biondo -"muoviti e non svegliare le ragazze"- disse mentre si cambiava.
I due angeli uscirono sul balcone, spiegarono le loro ali e presero il volo. Le nuvole lo accarezzavano, a Caleb quella sensazione era mancata, troppo tempo senza volare che si lasciò trasportare beato dalla brezza che gli muoveva le ciocche dei capelli. Si lasciò guidare dal cuore arrivando in un paesino di mare. Era quasi l'alba, le strade erano vuote. Atterrarono in un parchetto abbandonato.
Dei passi iniziarono a riecheggiare, una figura camminava per i vicoli. Aveva dei Jeans neri, una maglia blu e una maschera rossa a coprirle la bocca, i lunghi capelli rossi ondeggiavano sulle spalle. Caleb la fissò, era quella ragazza, ma che ci faceva a quell'ora da sola fuori?
La ragazza si sedette su degli scalini di pietra, guardava i vetri colorati appesi ai balconi.
Quando il sole li avrebbe colpiti da lì a qualche minuto si sarebbe creato un meraviglioso spettacolo di colori e luci.
Tutto ad un tratto altri passi, una signora anziana la chiamava per nome -"Roxanne"-, ripeteva. La ragazza si alzò.
Caleb guarda dietro ad un albero -" Non sei l'unica"-, la ragazza la guardava senza proferire parola, la signora le prese la mano -"Ti ho scelta, perfetta come un dipinto, ed io ti ho firmato"-.
La ragazza impaurita scappò mentre i raggi del Sole iniziavano a far risplendere i vetri.
Caleb guardò Dawidh -"in che senso firmata?"- chiese preoccupato,
Dawidh scrutò la signora e riconobbe un medaglione -" Cal... è Dianara"-,
-"Come Dianara? Ne sei sicuro?"- rispose Cal,
-"Si, e sai anche tu che significa... la profezia si sta per avverare"- lo guardò Daw.
Caleb rimase lì immobile -"Dobbiamo salvarla"- lo guardò, Dawidh annuì.
Spiccarono il volo disperdendo le foglie degli alberi ovunque.
La mattinata passò liscia, i due aspettavano un qualcosa per poter agire.
Arrivò il pomeriggio.
La ragazza passeggiava sul balcone nell'ombra per paura di scottarsi, la sua pelle sembrava neve, bianca, ma con molte cicatrici rosee che si potevano distinguere. Caleb non le toglieva gli occhi da dosso.
Di colpo il cinguettio degli uccellini cessò, il rumore del mare si intensificò, il Sole si nascose e un profumo di rose e fiori iniziò a vagare. Caleb notò che la ragazza stava svenendo, non appena chiuse gli occhi si gettò a prenderla per non farle sbattere la testa. Nessuno l'aveva notato erano come addormentati, il tempo scorreva lento, solo lui e Dawidh andavano veloci. La ragazza aveva gli occhi chiusi, Caleb la guardava, delle piccole lentiggini le macchiavano la pelle sotto gli occhi e intorno al naso.
Dawidh lo raggiunse -" che succede?"- domandò,
-" E' svenuta"- rispose Caleb,
-"Portiamola su un posto comodo"- Daw li guardava.
Caleb notò una camera viola e verde, entrò e la posò sul letto,
si guardò intorno -"ama la musica"-.
Prese un CD... "per Roxanne" lesse, era firmato con una stella e una nota musicale. Ancora non si era abituato ai suoi cambiamenti sia d'aspetto che di nome...Artemisia, Rosa, Mirtha e tanti altri come tante altre versioni di lei.
Dawidh notò un qualcosa sulla mano -"Cal"- lo chiamò,
il moro si avvicinò -" che c'è?"-,
-"guardale la mano"- rispose il biondo.
Sulla mano destra, accanto ad una voglia chiara si notava un marchio: due ali incrociate.
-"E' il marchio"- disse Caleb,
-"Si ma... è sovrascritto, qualcun altro l'ha pure marchiata"- rispose Dawidh,
proprio sull'ala sinistra uno spicchio di Luna rosso sangue si metteva in risalto.
-"Nonono è quello delle streghe, è quello di Dianara, non può essere persa, non anche questa volta"- disse Caleb tremando,
-"Non è persa, solo una sua metà... lei è metà angelo e metà strega ecco perché si rincarna, se fosse stata solo angelo sarebbe rimasta come noi"- lo guardò Dawidh.
-"Secondo te è troppo tardi?"- domandò Cal guardandola,
-"no, non credo"- disse Daw alzandosi, -"ora meglio se andiamo, tra poco si sveglierà"- continuò.
Caleb la guardò un'ultima volta e uscì dalla finestra da cui era entrato.
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La ragazza di Luna
FantasyIn un paesino, in una notte estiva venne alla luce una ragazza dagli occhi neri e la pelle bianca. Non sapeva cosa aveva in serbo il destino per lei.