Ragioneria

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La mattina del primo giorno di scuola si alzò sorridente, pronta ad affrontare un qualcosa di nuovo.
I suoi capelli si erano allungati, aveva deciso di tenerli lunghi e di tingerli.
Si vestì e si truccò in un lampo, non poteva far vedere il suo viso segnato da cicatrici e rossori... sarebbe ricominciato il tormento.
Credeva che il primo giorno di scuola andasse malissimo, aveva il polso rotto e non riusciva a portare lo zaino, ma lo stesso sorrideva sperava solamente.
Arrivarono a scuola, il cortile era enorme pieno di persone
-"Roxanne Maril?"- disse un ragazzo dai capelli rossi, lei arrossì completamente.
-"E' qui"- disse la madre indicando la figlia.
Ro avrebbe voluto sprofondare, già aveva il braccio rotto, poi sentiva gli occhi di tutti addosso, era qualcosa di così strano e spaventoso...
Il ragazzo dai capelli rossi notò il braccio di lei –"Aspetta, ti aiuto"- disse scendendo gli scalini e prendendo lo zaino dalle mani della madre di Ro. Lo seguì dentro dove lui l'affidò ad un collaboratore.
Arrivò in classe. Ro si voltò, vide il ragazzo scendere le scale e ritornare fuori, era bello ma più grande di lei, sbuffò ed alzò gli occhi -"1^ A AFM" – lesse ed entrò in classe, quasi tutti erano seduti.
Il primo posto che vide lo prese e si sedette, era accanto ad un vecchio compagno delle medie, ora non le sembrava così cattivo, anzi le sorrideva come se tutto quello che era successo non fosse mai accaduto.
Dopo poco entrò un professore, media statura con i capelli ricci. Si mise a sedere alla cattedra e spiegò le regole della scuola. Quando ebbe finito chiese ad ognuno di presentarsi per poi vedere Ro che teneva lo sguardo basso -"Vedete questa ragazza che sta chiusa in sè? Alla fine dell'anno sarà bella che spigliata. Perché ognuno di noi deve crescere dentro e poche persone ci riescono veramente"-.
Ro sorrise, stranamente si sentiva bene in quel contesto.
I giorni passavano e quel ragazzo non le si toglieva dalla mente, dopo Edward lui era il primo che le faceva battere il cuore.
Con il passare del tempo si affermò una delle migliori della classe.

Il primo anno era finito, ma le attendevano altri quattro anni da passare lì con quei 17 compagni tutti diversi, tutti con storie alle spalle... dal più egocentrico al più menefreghista. Forse ora aveva un gruppo, qualcosa a cui appartenere, a cui identificarsi.

La ragazza di LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora