ARMI

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POV RO

Ro si alzò dal divano insieme a Caleb, Dawidh li aspettava fuori nel giardino.
Il moro aprì la porta della casa facendola uscire -"Noi veniamo in moto Daw"- aggiunse prendendo il casco,
-"Va bene, ma state attenti.. Io vi seguirò in volo visto che la macchina la devono prendere quelle due"- rispose il biondo.
Ro si mise il casco e seguì Caleb sulla moto, partirono. Lei ogni tanto lo guardava, era come concentrato sulla strada come sè ci fosse una linea che lo conduceva in qualche mondo straordinario.
Poi slittò in curva, Ro chiuse gli occhi per paura di cadere ma quando li riaprì erano tra gli alberi. Sopra di loro Daw li osservava.
-"Tieniti forte"- disse il moro accelerando,
-"Piano ti prego"- rispose Ro stringendosi.
Davanti a loro un albero enorme -"Cal, frena... Cal c'è un albero"- ma lui non l'ascoltava. Ro si strinse a lui e chiuse gli occhi.
Si aspettava un botto ma nulla. La moto si fermò e lei riaprì gli occhi, erano in un bosco strano con le radici che invece di stare sottoterra avevano preso il posto dei rami.
Ro guardò Caleb -"Ma dove siamo?"- chiese,
-"Siamo nel Bosco del contrario"- rispose il moro,
-"Qui ogni creatura si può rifornire di armi incantate"- continuò Daw.
Ro scese dalla moto, Caleb le prese la mano mentre seguiva Daw lungo il sentiero.
Al centro della foresta una casetta di legno, era piccolissima anche un poco malconcia. Il biondo aprì la porta.
Entrarono e Ro non poteva credere ai suoi occhi, quel posto era enorme all'interno, c'erano armature di ogni tipo, spade lucenti e archi pronti per essere usati. Rimase a guardarli a bocca aperta come una bambina piccola.
A un certo punto una campanello la fece risvegliare, proveniva dal bacone in vetro, dove dentro vi erano migliaia di oggetti. Dietro di esso una creatura mezza umana e mezza animale. Caleb si avvicinò al bancone, Ro rimase in disparte poi li vide sorridere.
-"James, da quando tempo"- sorrise Caleb,
-"Una vita, ma perché siete qui... e lei chi è?"- chiese l'altro,
-"Lei è l'angelo perduto... colei che Dianara ci ha portati via"- rispose Daw facendole cenno di avvicinarsi.
Ro si avvicinò al bancone e notò negli occhi di James una sfumatura di azzurro che aveva visto solo nel mare calmo della Sicilia.
James la guardò -"non ci posso credere...ho costruito io la vostra culla..."-,
-"Si e anche il coltello che la stava per uccidere"- tuonò Caleb in modo freddo,
-"Io non lo potevo sapere, Dianara mi ha costretto.... se avessi saputo le sue intenzioni... se avessi saputo di voi, non le avrei consegnato il pugnale"- disse la creatura guardandola,
Ro lo guardò e rispose -"Non sapevi e poi ti avrebbe fatto del male"-,
-"Meglio a lui che a te"- rispose freddo Caleb.
James deglutì -"Ha ragione, anche se detto con parole dure ma ha ragione..."-.
Ro lo guardò cercando di capire di quale strana creatura potesse essere,
-"Lui è un Satiro"- disse Daw leggendole nel pensiero -"Metà umano metà capra"- continuò ridendo.
-"E sono qui per servirvi"- rispose James inchinandosi a Ro.
-"Perfetto... ci serve un qualcosa che lei possa usare per proteggersi nell'Inferno"- tagliò corto Caleb,
-"E i suoi poteri?"- chiese James,
-"Non lì ha ancora disciolti"- rispose Daw.
-"Ho qualcosa per lei allora..."- disse il satiro sparendo nel ripostiglio.
Ro lì guardava e aspettava impaziente.
Dopo pochi minuti James sbucò dallo sgabuzzino e posò un panno che avvolgeva un qualcosa di pesante -" Questo arco si adatta alla persona, ne capisce le abilità e la tenuta"- disse scoprendo l'oggetto.
Un arco d'argento si presentava sul bancone, l'impugnatura d'argento modellato formava un intreccio di rami, nel dorso era intagliata una luna a metà con incastonato dento un diamante. Il flettende aveva un disegno sulla parte di dietro, la corda era tesissima e bianca come una nuvola.
Ro guardò l'arco e lo prese, si adattò al suo braccio quasi diventando parte di esso.
- "E' spettacolare"- esordì lei,
-"Molto"- sorrise il moro,
-"Devi imparare ad usarlo"- disse una voce dalla porta.
Anya e Gis erano arrivate e la stavano guardando.
Anya si avvicinò all'arco -"ti posso insegnare, anche se credo che non ci vorrà poi così molto... è perfetto"-
-"Credo che ti serviranno anche uno scudo e delle frecce"- sorrise James mentre le porgeva uno scudo rotondo con la luna dipinta sopra.
I colori erano talmente vividi e lucenti che quasi l'abbagliavano.
-"Viene dalla Grecia antica, un mio amico me l'ha dato"- sorrise il satiro,
-"Se è la persona che penso allora immagino come l'abbia ottenuto"- ironizzò Caleb
-"Di frecce che ci puoi dare?"- chiese Anya interrompendolo,
-"Credo che quelle di precisione siano le più adatte"- rispose James porgendole ad Anya.
La ragazza le prese -"Sono ben bilanciate.. io mi chiedo sempre dove tu le trovi tutte queste cose"- disse maneggiandone una,
-"Questo è un segreto mia cara"- disse mentre le consegnava la faretra con le frecce.
-"Credo sia tutto"- rispose secco Caleb, Ro lo guardò con rimprovero cercando di capire cosa gli desse così fastidio.
-"Già"- rispose James guardandolo,
-"Aspettatemi fuori, devo parlare con James qualche minuto"- disse Daw.
Ro annuì -"Grazie mille"- sorrise e seguì Anya e Gis,
-"Non dovete ringraziarmi"- James le sorrise di contraccambio.
Caleb seguì Ro mentre Daw rimase a parlare con James, si appoggiò alla moto
- "Mi spieghi che ti è preso? E' stato gentilissimo..."- disse Ro guardandolo,
-"Se solo sapessi che aveva in mente. Daw mi ha fatto cenno di portarti via.. i Satiri diciamo che non si accontentano mai"- rispose Caleb cercando di trovare le parole giuste.
-"In che senso?"- chiese Ro,
-"Sono pervertiti, ecco che sta cercando di dire il caro Caleb"- rise Anya,
-"Anya come sempre la tocchi in modo finissimo"- rise Cal,
-"Sempre caro, è il mio talento naturare"- rise la ragazza salendo in macchina.
Daw uscì dalla casetta -"Gli ho chiesto di non dirlo a nessuno.. nessuno deve sapere che sei viva, almeno finchè non varcheremo il cancello del Paradiso... da lì lo sapranno tutti, ovviamente"- disse guardandoli.
-"Ora?"- chiese Caleb,
-"Ora tu la riporti a casa, non è sicuro che lei stia fuori"- rispose il biondo,
-"Non è sicuro per nessuno di noi"- disse Gis -"Guardate lì"- continuò indicando il versante della montagna.
Un incendio la stava consumando ed altri se ne stavano accendendo. Non era un fuoco naturale, era stregato e si stave dirigendo proprio verso di loro.
-"E quando le montagne diventeranno di fuoco che il bene e il male si toccheranno"- recitò Daw.
Caleb la prese e la fece salire sulla moto -"l'arco e lo scudo dalli ad Anya"- disse,
Ro ubbidì e si strinse a lui il più che poteva mentre sfrecciavano.
Dietro di loro, nella macchina Anya e Gis, sopra di loro Dawidh.
Caleb l'accompagnò a casa e rimase con lei fino a poco prima dell'arrivo dei suoi. Le montagne continuavano ad ardere senza sosta, come se una furia omicida alimentasse il fuoco. Era l'Inferno in terra, l'aria cominciò a diventare irrespirabile, quasi mortale e il caldo era sempre di più insopportabile.

La ragazza di LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora