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«Hermione?» la riprese Harry, scuotendole il braccio

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«Hermione?» la riprese Harry, scuotendole il braccio. Hermione alzò subito lo sguardo sul suo amico, ritrovandosi lo sguardo anche di Ginny e Ron puntati su di lei.

«Mh?»

«Sembri stanca.» commentò lui, quasi preoccupato. Hermione alzò le spalle, scuotendo poi il capo.

«Sto solo studiando.» spiegò lei, indicando il libro di pozioni sotto il suo naso. Ginny si scambiò un'occhiata con i due ragazzi, poi anche lei alzò le spalle. «Ragazzi, sono sempre io!» continuò la mora, ma il suo tono non era sicuro come suo solito. Si finse annoiata e tornò a leggere con attenzione il suo testo.

«Harry, cosa dobbiamo aspettarci dalla partita?» si intromise Neville, attirando l'attenzione dei due ragazzi che si persero a parlare dell'imminente partita di Quidditch, lasciando andare completamente la questione che riguardava Hermione. Ginny, intanto, sapeva bene cosa stesse succedendo in quei giorni. Erano trascorsi ben dodici giorni da quando Hermione era corsa nella loro camera e con viso e voce sconvolta per dirle che lei aveva baciato una serpe. Era solo questione di giorni, forse addirittura ore prima che entrambi i due ragazzi crollassero. Ginny lo sapeva, lei aveva speso ben sei giorni a tormentarsi e torturarsi con il ricordo di quel maledetto bacio con Blaise, poi aveva fatto in modo di rincontrarlo di nuovo nella stanza delle necessità e la loro storia era iniziata. Non ne aveva ancora fatto parola con nessuno ed ormai entrambi erano diventati esperti ad eludere le domande e starsi accanto e fingere di odiarsi come loro solito. Blaise, infatti, era fornito di una lista di scuse pronte per essere utilizzate nel momento in cui qualcuno riusciva a beccarlo nell'unico momento in cui alzava lo sguardo sulla sua attuale fidanzata.

«Pensavo a come far cadere Potter durante la partita.» lo disse nemmeno senza pensarci, mentre sfogliava anche lui il suo libro di pozioni e sorseggiava il suo caffè. Tiger, che gli aveva posto la domanda, semplicemente annuì non trovando altra plausibile spiegazione, mentre Malfoy si trattenne dal ridere. Al suo occhio attento non era sfuggito né gli sguardi che i due ragazzi si erano scambiati né il tono che Blaise utilizzava quando mentiva senza prestare attenzione. Il suo migliore amico non gli aveva dato spiegazioni riguardo tutto ciò che lo stava circondando, non ricordava nemmeno un momento in cui dalle sue labbra fosse uscito il nome della rossa seduta al fianco della Granger. Anche se lui spesso gli ripeteva che ormai ne era a conoscenza, il suo amico aveva semplicemente alzato le spalle e cambiato discorso. La situazione non gli era chiara, ma in quei giorni non riusciva a pensare ai problemi del suo amico perché i suoi prendevano il sopravvento. Di certo, non aveva detto a nessuno che per due giorni di seguito aveva atteso fuori la stanza delle necessità pensando che lei si sarebbe presentata. Ma era stata codarda, non lo aveva fatto. Lo aveva evitato abilmente, sia tra i corridoi che con gli sguardi. Di certo, però, sapeva che era ancora qualcosa a cui ci stava pensando anche lei. Era abbastanza inusuale per Malfoy ripensare ad un bacio, molte volte aveva baciato – o altro – con ragazze appartenenti alla casata Grifondoro, di certo non poteva negarselo. Ma lei non era semplicemente grifondoro, era Hermione Granger. Ed era quasi impossibile pensare le parole intimità e Granger nella stessa frase, ma era successo e sarebbe successo nuovamente appena ne avrebbe avuto l'occasione. Quello era un desiderio che desiderava annientare il prima possibile.

Venere e Marte; Dramione.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora