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Il sole ancora non illuminava completamente la camera di Hermione quando si ritrovò seduta sul suo letto mentre leggeva parole che le devastarono il cuore e le fecero tremare le gambe: i mangiamorte stavano distruggendo il suo mondo e tutti i babb...

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Il sole ancora non illuminava completamente la camera di Hermione quando si ritrovò seduta sul suo letto mentre leggeva parole che le devastarono il cuore e le fecero tremare le gambe: i mangiamorte stavano distruggendo il suo mondo e tutti i babbani che incontravano. Alzò lo sguardo verso la sua bacchetta, ormai erano tre mesi che era ben custodita – in una scatola protetta posta al secondo cassetto della sua scrivania, chiusa da svariati incantesimi per non essere aperta da terze persone non autorizzate – ed inutilizzata. Proprio sulla scrivania, vide una foto con i suoi genitori, raffigurava la loro prima gita sulla neve. Hermione era anche a mala pena visibile, dato che era ricoperta da strati di vestiti, cappelli, sciarpe, e guanti, per essere sicuri che non prendesse freddo mentre la neve ancora ricadeva su di loro. Suo padre era al suo fianco, mentre sorrideva alla fotocamera che immortalava quel momento. Nella stessa cornice c'erano altre due foto, una che la raffigurava accanto a sua madre, e l'altra – scattata da qualcun altro – che immortalava la famiglia al completo.
Quando – dopo la morte di Sirius – aveva chiesto a Draco di insegnarle l'incantesimo per cancellare la memoria, in qualche angolo della sua mente aveva sperato di non doverlo usare mai, eppure era di nuovo lì, a guardare il muro davanti ai suoi occhi. La voce del suo ragazzo risuonò nella sua mente, segno che anche lui in quel momento aveva sentito il richiamo della ragazza. Si erano sentiti ben poco in quei mesi, tutta colpa della posizione precaria di Draco, obbligato a rimanere al Manor per un lungo tempo, concedendogli ben poca libertà di pensare alla sua ragazza e sentirla liberamente. Si erano scambiati poco più di dieci lettere, scritte di fretta quando Draco risiedeva nella sua casa protetta. Dopo quella breve carezza data dalla voce di lui che la pensava, riaprì gli occhi e si alzò dal suo letto. Recuperò le sue valigie quasi pronte da sotto il letto, infilandoci le ultime cose all'interno prima di chiuderle per l'ultima volta. Senza pensarci ulteriormente, aprì il cassetto della sua scrivania, cacciò la scatola ben nascosta e la schiuse. In quei mesi in cui aveva spesso ragionato su quella possibilità, aveva cercato anche disperatamente un contro-incantesimo, ma i suoi sforzi non avevano portato a nulla, l'unica cosa che le era stata possibile fare era quella di trascorrere quei mesi raggruppando tutti i ricordi dei suoi genitori in album, diari, in scatole ben sistemati, almeno lei non li avrebbe mai dimenticati e sempre custoditi. Afferrò la bacchetta poi lentamente aprì la porta della sua camera. I suoi genitori erano persone mattiniere, soprattutto poiché quella settimana ancora lavoravano quindi alle sei e mezza li trovò come sempre seduti sul loro divano, mentre il padre leggeva il solito giornale e sua madre beveva una tazza di tè. Consapevole che loro non meritavano di conoscere tutto ciò che succedeva, dandogli ulteriori problemi su un mondo che non conoscevano, li guardò per un'ultima volta, poi alzò la bacchetta. «Oblivion

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