-Don't forget you belong-
Quella notte facemmo l'amore.
Era la prima volta per entrambi con un ragazzo, così ci siamo presi il nostro tempo.
Ed è stato semplicemente perfetto, proprio come me lo immaginavo.
Tancredi mi continuava a baciare ed accarezzare su tutto il corpo per distrarmi dal dolore.
Mi ha fatto sentire l'uomo più felice del mondo.Ritornammo spesso in quella casa, la sentivamo come se fosse diventata la nostra piccola dimora.
Abbiamo deciso di chiamarla agapì mou, una parola greca che in italiano vuol dire amore mio.
E una notte, dopo aver fatto l'amore, Tancredi mi fece una promessa.
Mi disse che in futuro lui avrebbe fatto tanti viaggi, alcuni famigliari e altri per lavoro.
Ha promesso che dopo due settimane, si sarebbe fatto trovare qui con un mazzo di non ti scordar in me in mano.
E io gli ho promesso che lo avrei sempre aspettato, perché sapevo che lui sarebbe tornato.È passato un mese da quella notte ed oggi sto testando se è un uomo di parola.
Due settimane fa è partito per Roma per tenere un colloquio con un grande registra e a fare un provino per un film.
Mi ha sempre chiamato e io ogni giorno gli ripetevo quanto mi mancava.
Ma adesso, che sono davanti alla porta della agapì mou, sono così impaziente di vederlo che mi tremano le mani.
Ogni notte mi immaginavo le sue braccia stringermi i fianchi e le sue labbra posarmi dei leggeri baci sul collo.Infilo le chiavi e lentamente entro in casa.
Subito un forte odore di vaniglia arriva alle narici ma poi il mio cervello si concentra sulla persona che ho a pochi passi da me.
Indossa la mia felpa, quella che gli ho prestato la prima volta volta che abbiamo dormito insieme, e in mano ha questi bellissimi fiori azzurri.
T: " Non abbracci il tuo ragazzo?" Ridacchia allargando le braccia.
Mi mordo il labbro per non scoppiare a ridere e scuoto la testa.
Anche io non vedo di stringerlo a me, ma forse preferisco farlo aspettare ancora un po'.L: " Se riesci a prendermi, forse" esco velocemente dalla porta di casa e corro verso l'immensa distesa di erba.
Sento Tancredi urlare il mio nome ma questo mi provoca una risata ancora più forte.
Mi nascondo dietro un albero non troppo distante e aspetto che lui mi trova.
Nel frattempo mi lascio coccolare dal vento fresco che mi scompiglia i capelli.
Amo questo posto, ma amo di più viverlo con Tancredi.
Con lui gli istanti durano infinito e le ore solo una manciata di secondi.
Tutto smette di avere senso logico e diventa corrosivo amore che consumava i neuroni pensieri, tanto intenso e devastantemente reale.Dopo diversi minuti decido di fuoriuscire dal mio nascondiglio.
Sicuramente Tancredi avrà giocato il mio stesso gioco e si sarà nascosto anche lui.
Quando vedo la sua figura di spalle appoggiata ad una fontanella, rido rumorosamente.Brutto stronzo
L: " Sei un barone Tanche, io mi dovevo nascondere e tu-" mi blocco all'istante e il respiro mi si mozza nei polmoni.
Oh mio Dio.
L: " Tanc!" Mi butto al suo fianco e prendo il suo viso.
Ha gli occhi chiusi, la bocca leggermente aperta per respirare e la fronte coperta da una patina di sudore.
L: " Tanche ti prego, ti prego guardami" sussurro scuotendolo leggermente.
Non riesce a parlare e neanche ad aprire gli occhi.E mi sento morire.
Tutti i momenti passati insieme mi scorrono davanti agli occhi.
La nostra prima cena, la festa, il nostro primo bacio, i litigi, gli abbracci, la nostra prima volta.
Tutto e non riesco a respirareNo no no no no.
Gli lascio dei leggeri schiaffi per incentivarlo ad aprire gli occhi ma non sembra funzionare.
Sento gli occhi bruciare dalla lacrime e per un momento penso che Tancredi mi abbia lasciato.Non adesso Tanc.
Non lasciarmi anche tu, ti prego.Poi, improvvisamente, un sussurro. T:" Lele" e finalmente apre le palpebre, mostrandomi il verde che amo tanto.
Scoppio a piangere, buttandomi tra le sue braccia.
L: " Dio Santo" singhiozzo stringendolo a me.
Gli accarezzo i capelli sudati cercando di calmare il suo respiro.
Mi allontano leggermente e finalmente ricomincio a vivere.
L: " Che cosa è successo?" mormoro
Sfregando i pollici sulle sue guancie.
T: " Mi sento debole Le" rilascia alcuni sospiri, come se lo stesso parlare lo affaticasse "e i brividi di freddo"
Non sono un medico ma so che non è normale un comportamento del genere.
Gli lascio un bacio sulla fronte per calmarlo.
Poi lo prendo in braccio senza alcun tipo di sforzo e mi dirigo verso la macchina.L: " Ti porto all'ospedale, adesso riposati e cerca di non lasciarmi" ridacchio leggermente per sdrammatizzare la situazione.
Appoggia la testa al mio petto e dopo poco si addormenta.
Non so a che cosa stiamo andando in contro, spero solo che ne usciremo._______________________________________
L'ospedale è quasi vuoto.
Ho chiamato un dottore.
Gli ho raccontato tutto quello che è successo cercando di trattenere le lacrime.
Lo ha fatto stendere su una barella e lo ha portato a fare una risonanza magnetica.
Gli ho chiesto se potevo stare con lui ma mi ha consigliato si stare qui ad aspettarlo.
Ho chiamato Diego e Gian.
Non voglio stare da solo, ho bisogno del loro supporto per non crollare.
Hanno detto che arriveranno qui in fretta.
Ho provato anche a sentire la famiglia di Tancredi ma nessuno di loro mi ha risposto.Aspetto.
Penso.
Aspetto.
Penso.
E aspetto di nuovo.
Finché non sento il mio nome venir chiamato dalla voce di Diego.
Quando li vedo, con i giubbotti pesanti e i capelli nascosti da un cappello, scoppio di nuovo a piangere.
Corrono verso di me.
Mi stringono, mi assicurano che lui starà bene, mi tranquillizano.
Gian mi dice che avrà sicuramente preso un raffreddore.
Diego lo asseconda, lasciandomi alcuni baci sulle guancie.
Mi concedo una tregua e mi fido delle loro parole.Ma non pensavo che gli amici potessero mentire.
Spazio autrice:
Ciao amorii💞
Buona vigila e buon Natale, spero che il capitolo vi sia piaciuto.-Irene🍀
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Baciamoci e facciamo l'errore dell'anno.
RomanceStoria sui Tankele, accenni Gianego. Lele incontrerà Tancredi per la prima volta ad una cena. Da subito non si sopportano ma forse dall'odio può nascere qualcosa? O ci sarà qualcosa che li ostacolerà a tal punto di dividere le loro strade? Storia mi...