Filo rosso

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-legati per la vita, come anime gemelle-

Quando salgo nella sua macchina, Tancredi mi lascia un bacio a fior di labbra e sfreccia via dal parcheggio.
Non mi ha voluto dire dove stiamo andando, neanche un piccolo indizio, quindi appoggio la mia testa sul finestrino freddo e aspetto che siamo arrivati a destinazione.
Mi prendo qualche minuto per guardarlo alla luce della luna.
Lo guardo sempre, anche quando non posso il mio sguardo finisce sempre su di lui.
È come se fossi una calamita e lui il ferro, mi attira ed è praticamente impossibile separarci.
Ed ogni volta è come se fosse la prima.
Quella maschera che tiene su per proteggersi dagli altri.
I suoi occhi, verdi come smeraldi, lucenti come il sole quando ride e neri come la peste quando qualcosa non va.
Ed il suo sorriso, quello che riesce a tirare fuori solo a chi lui vuole veramente.

Quando imbocchiamo un viale di ghiaia e Tancredi spegne la radio capisco che siamo arrivati.
All'improvviso mi accorgo che siamo in mezzo al nulla e completamenti soli.
Non ci sono case, non ci sono macchine ed è buio. Okay, sono nervoso.
Si gira verso di me ridacchiando " Non ti ucciderò tranquillo"
L: " Perché siamo qui?" Gli chiedo scendendo dalla macchina.
T: " Prima camminiamo un po" dice chiudendo la portiera.
Sospiro. Ginnastica alle nove di sera?
Vedendomi perplesso aggiunge " Non troppo" mi prende per mano e mi conduce sulla parte del prato dove l'erba è calpestata.
Non parliamo nel tragitto, tranne qualche sua lamentela sul fatto di dar fuoco a tutti gli insetti presenti in natura.
Alzo gli occhi al cielo e mi guardo attorno.
C'è silenzio, c'è pace.
Gli alberi e il cielo blu sono l'unica cosa che ci circondano, accompagnati da qualche farfalla che svolazza attorno a noi.
Lasciamo il sentiero e dopo pochi minuti ci ritroviamo in una distesa di erba enorme con una casetta di legno posta alla nostra destra.

T: " Era di mio nonno" mormora. " Ci passavo tutte le estati con lui e le mie sorelle prima che morisse"
Stringo la sua mano più forte. L:" Stai bene?" Gli accarezzo la guancia.
Immediatamente il suo viso si rilassa, abbandonandosi al mio tocco leggero.
T: " Con te, sempre" mi avvicina a se, cingendomi la vita.
I suoi occhi si scontrano con i miei, verde nel verde e le nostre anime messe a nudo una di fronte all'altra

T: " Sai che cosa è la teoria del filo rosso Le?"
Scuoto la testa. L'ho sentita dire molte volte ma non ne ho mai compreso il significato.
L: " Di cosa parla?"
T: " Secondo una tradizione ogni persona indossa sin dalla nascita un filo rosso legato all'ultimo dito della mano sinistra" solleva la mia mano e lentamente stringe il suo mignolo al mio. " Serve a legarci all'anima gemella. Il filo è lunghissimo, indistruttibile e invisibile...e tiene unite due persone destinate ad incontrarsi e stare insieme per sempre"
Lo fisso catturato da quelle bellissime parole.
L: " E se si annoda? Se il filo si aggroviglia?"
T: " Può succedere ma le difficoltà si superano. Qualsiasi sia l'ostacolo, gli amanti destinati saranno sempre legati nel cuore e nell'anima grazie al filo rosso"

L: " Tu lo stai donando a me? Il filo rosso..."
Sorride leggermente intrecciando la sua mano con la mia. T: " Non lo trovi strano?! Io che mi lego a qualcuno con la parlantina"
Rido di gusto, scuotendo la testa.
L: " Sai, Diego mi ha detto una cosa oggi che mi ha scombussolato" gli cingo le braccia al collo attirandolo più vicino a me. " Ma poi ho riflettuto su una cosa" aggrotta le sopracciglia visibilmente confuso.
T: " Di che parli?"
Gli lascio un leggero bacio sul naso per farlo tranquillizzare. L: "La paura così come i brutti ricordi, la solitudine e le cicatrici, sono ciò che ci spinge a migliorare. Molto più delle memorie felici e delle carezze che riceviamo"
T: " È ingiusto"
L: " Si, lo è" mi mordo il labbro inferiore " E sai cos'è ancora più ingiusto? Il fatto che mi fai venire voglia di fare l'amore con te in ogni momento"

I suoi occhi brillano e la sua bocca si schiude lentamente.
T: " Anche adesso?"
L: " Anche adesso"
T: " Voglio baciarti Lele"
L: " E allora baciami" lo attiro verso la mia bocca, azzerando la distanza in un millesimo di secondo.
Le nostre lingue si sfiorano: è un bacio lento e delicato.
Ed è come se ci stessimo raccontando i nostri pensieri, i nostri dubbi senza neanche parlare.

Quando si allontana dal bacio, abbasso il collo per raggiungerlo ma le sue labbra si posano sulla mia gola.
Apro gli occhi verso il cielo, guardando le miliardi di stelle luminose che brillano sulla nostra testa e sento all'improvviso una lacrima che scivola via senza il mio consenso.
È come se tutto quello che mi ha sempre avvolto, il mio piccolo bozzolo di sicurezze si fosse frantumato nel giro di qualche istante.
La sua bocca risale verso la mascella, il mento e cerca di nuovo le mie labbra scontrandole in un bacio più voglioso.

Mi prende i lembi del cappotto e mi trascina dentro la casa.
Non ho il tempo di guardarla perché Tancredi mi fa stendere sul divano.
Lo trascino sopra le mie gambe, soffermando la mia attenzione sul suo collo niveo.
T: " So cosa ti turba Le" mormora privo di ossigeno "E sinceramente lo davo per scontato...ma so che hai bisogno di conferme quindi"
Alzo lo sguardo verso il suo viso.
Le sue pupille sono dilatate, le sue labbra rosse e gonfie a causa dei baci.
Quella visione mi si fonde nel cervello, nella mente e mi toglie il respiro per la troppa bellezza.
Le sue mani sfiorano le mie guance facendomi rilassare.
T:" Vuoi essere il mio ragazzo?" Mormora a pochi centimetri dalle mie labbra.
Mi mordo il labbro.
Questo ragazzo riesce a capire quando qualcosa non va senza che neanche dirglielo.
Annuisco, incapace di parlare per la troppa eccitazione.

Azzera nuovamente la distanza, trascinandomi ancora una volta nella nostra piccola bolla.

Spazio autrice:
Eyo, eccomi qua.💕
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.

-Irene🍀

Baciamoci e facciamo l'errore dell'anno.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora