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Erin Fenya Ivanov, Istoricheskaya Akademiya, Mosca-Russia.

Ad un certo punto udii del frastuono nelle orecchie e poi qualcuno fu così gentile da allontanarmi quelle due dannate labbra, che puzzavano di Marijuana, dalle mie.

"Erin." Il mio salvatore mi scrollò sorreggendomi per il braccio, ma i miei neuroni fecero un po' di fatica a unire il timbro al ricordo della persona a cui appartenesse e quindi non riuscii a ricostruire l'immagine nella mia testa. "Chi cazzo l'ha drogata?!"

Drogata? Pensai ridendo come una matta, o almeno così mi sembrò di fare. Io non mi drogo continuai imperterrita nella mia mente.

Aleksei Fabiano Ivanov, Istoricheskaya Akademiya, Mosca-Russia

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Aleksei Fabiano Ivanov, Istoricheskaya Akademiya, Mosca-Russia.

Li avrei rasi al suolo uno ad uno quei cretini dai capelli colorati come un gruppo di fatine, ma adesso dovevo concentrarmi, non perdere la calma e portare Erin al sicuro. La priorità era Erin, era sempre stata Erin.

Viktor!, Erin parlava sempre di un certo Viktor membro di questa dannata band e dove cazzo si trovava ora quel cantante?!

"Dove cazzo si trova Viktor?" Sollevai il ragazzo biondo platino a cui avevo indirizzato il mio pugno, ma lo stronzo sorrise con i denti sporchi di sangue e così decisi di lasciarlo cadere sulle piastrelle bianche. "Viktor!" Tuonai, concentrandomi di più su Erin, che sorrideva al nulla e barcollava come dopo una sbronza colossale. "Viktor!"

Ma a quanto pareva nessuno di quei dannati musicisti si era accorto della mia incursione, così decisi di trascinare Erin, meglio che potei, fuori da quel bagno puzzolente e attraverso la stanza satura di fumo.

Nei corridoi dell'Accademia elusi il sorvegliante più volte e riuscii a chiudermi in camera senza problemi con Erin sulle spalle. La adagiai sul letto e tirai un pugno contro la parete, che si crepò.

"Erin." La scossi un pochino quando mi fui calmato, ma grugnì senza darmi una risposta coerente. "Erin?"

Alla rinfusa mi accesi una sigaretta e cercai di pensare, ma più il mio sguardo cadeva sulla ragazza adagiata nel letto, più la mia rabbia mi spronava ad agire ed autoalimentava la furia che sembrava avermi preso in ostaggio la mente. Fu per questo motivo che una mezz'ora più tardi abbandonai la mia camera all'accademia, chiusi a chiave dall'esterno, accertandomi prima che Erin stesse bene e mi incamminai verso i musicisti. Percorsi i corridoi come un leone in gabbia e mi diressi nella stanza in cui avevo trovato quella che sarebbe dovuta essere la mia ragazza, o qualcosa del genere, con un altro.

"Stai cercando me?" Una voce derisoria mi fece piantare con ancora più ira i piedi sul pavimento di linoleum. "Perché se è me che cerchi, io sono qui."

Appoggiai il mio peso sul piede destro e mi voltai veloce come una trottola.

"Già, è proprio te che cerco, pezzo di merda." Mi avventai sul platinato con una potenza rabbiosa che non credevo di poter provare nei confronti di qualcuno. "Cosa credevi di fare? Drogarla?"

Finti legami di sangue|THE NY RUSSIAN MAFIA #5Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora