VI

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Erin Fenya Invanov, Ufficio di Dimitri di Villa Ivanov, Villa Ivanov, Mosca-Russia.

Mi arrotolai le maniche del grosso maglione verde militare e sospirai; Aleksei mi aveva prestato un suo indumento, perché era riuscito a fare una capatina alla lavanderia e prendermi qualsiasi tessuto disponibile che coprisse più della gonnellina mezza stracciata che era sopravvissuta alla nostra ....sveltina? Mentre lui, beh, lui aveva optato per una tuta grigia che gli fasciava quel dannato e paccaminoso lato b.

"Erin, ti sei salvata perchè tua madre sta dormendo, o non l'avresti passata così liscia."

Il sussurro incazzato di mio padre ruppe la bolla di sapone costruita con l'immaginazione e, per forza di cose, mi trovai costretta ad allontanare lo sguardo dal fondoschiena di Aleksei. Sospirai stizzita perché sarebbe davvero potuto diventare un bel passatempo.

"Mh?" Inclinai la testa verso l'alto e arrossii furiosamente. "Che cosa, papà?"

"Non mi stai nemmeno ascoltando?" I suoi due occhi azzurri screziati di verde ballonzolarono all'interno della mia visuale. "Erin Fenya, hai idea del problema in cui ti sei cacciata?"

Borbottai qualcosa di sconclusionato in risposta e decisi di tapparmi quella mia maledetta boccaccia e posizionarmi sul divanetto davanti al fuoco. Aleksei pensò bene di accomodarsi di fianco a me qualche secondo più tardi, quasi ringhiando contro i nostri genitori, che lo volevano invece lontano così da poter condurre una conversazione civile, ma prima ancora che mio padre o mio zio Dimitri potessero anche solo iniziare e far condurre a zia Maria l'interrogatorio, la porta alle nostre spalle si spalancò.

"Ebbene, perché diavolo ho dovuto abbandonare la mia bellissima moglie per"—gli occhi del disturbatore si dilatarono alla nostra vista e sorrise, con quel suo classico mezzo ghigno—"Ah! I due piccioncini? Questa non me la posso assolutamente perdere"—chiuse la porta dietro di sé—"a quale stagione siamo, ragazzi?"

Scossi la testa e parte dei capelli lilla che avevo raccolto in una coda alta scapparono dall'elastico e mi coprirono gli occhi.

"Stagione?" Corrugai le sopracciglia. "Quale stagione, zio?"

Il suo ghigno divenne ancor più ampio e prima di rispondere si versò parte della vodka nel bicchiere.

"Questa conversazione inizia ad annoiarmi," borbottò mio padre, per poi lanciarsi sulla poltrona proprio di fronte a me con un mezzo sorriso che non mi piacque per nulla. "Mikhail, non allungare il brodo."

"Oooh, ma la bellissima e fantasmagorica Kserinful," rispose lui senza preoccuparsi della minaccia di mio padre. "Stagione due ormai, episodio quattro: i due amanti vengono scoperti dopo aver distrutto uno scaffale della biblioteca familiare dalla folle passione."

Mio padre grugnì e Dimitri sbuffò.

"Kserinful?" Aleksei saltò in piedi infastidito; lo tirai per la manica, in modo tale che tornasse con le sue bellissime chiappe sul divano. "Davvero, zio Mik?"

Il tale zio si adagiò sul poggiaschiena del divano, roteò il liquido trasparente e sorrise sornione.

"Oh, vedo che siamo già alla manipolazione, Aleks." Gli strizzò l'occhio. "Quindi, presumo tu sia riuscito ad accedere al grande tesoro?" Sollevò le sopracciglia e mio padre imprecò. "Mh!"—deglutì parte del liquido e notò il mio rossore—"e dimmi, Erin cara, Aleksei è così dotato come credeva di esserlo suo padre?"

Aleksei si strozzò con la propria saliva quando mio padre lo prese per la collottola ed io non seppi assolutamente dove nascondermi.

"Dimmi, Aleksei, dimmi che non è così."

Finti legami di sangue|THE NY RUSSIAN MAFIA #5Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora