Capitolo 12

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 CAN

La casa di Sanem mi piacque all'istante. Era piccola, arredata semplicemente, ma molto accogliente ed intima. La rispecchiava perfettamente. Mi invitò a sedermi in veranda mentre lei preparava un tè. Fui grato di quel momento di pausa che mi servì per raccogliere le idee.

"Di cosa volevi parlarmi Can?" mi chiese quando riapparve con un vassoio e due bicchieri.

"Voglio che torni con me, Sanem" le dissi diretto, senza giri di parole, guardandola in viso.

"Io non me ne sono mai andata Can. Sei tu che mi hai lasciato!" rispose sulla difensiva .

"Sai bene cosa intendo..."ribattei

"E dimmi, perché mai dovrei farlo?" chiese ancora

Non volevo rivelarle ancora che avevo recuperato la memoria e che ricordavo tutto di lei e di noi, volevo che si fidasse di me per quello che ero ORA. Mi sporsi verso di lei e le dissi semplicemente: "Perché ti amo!" cercando di trasmetterle con lo sguardo tutte quelle emozioni che non riuscivo a tradurre a  parole.

Per un attimo sembrò cedere, poi si alzò allontanandosi di qualche passo. Era combattuta, lo vedevo, ancora non era convinta. "Perché proprio io Can?" continuò.

"Cosa vuoi dire Sanem?" davvero non capivo cosa intendesse.

"Perché fra tante donne hai scelto me Can?" insistette lei.

"Perché sei l'unica che sa rendermi migliore, l'unica che è riuscita a toccarmi il cuore e perché per me non sei mai stata e non sarai mai solo  l'altra" conclusi.

Avevo gettato la maschera. A quelle parole si girò verso di me sgranando gli occhi

"Ma, allora tu ricordi!?" esclamò

"Sì, ricordo ogni singolo attimo trascorso con te" risposi.

Eravamo un passo l'uno dall'altra. Decisi di osare e di annullare la distanza attirandola tra le mie braccia. Stringere di nuovo il suo corpo al mio ed inspirare il suo profumo mi fece sentire in paradiso. Dopo un attimo di esitazione lei si lasciò andare e ricambiò l'abbraccio. Finalmente sentii di essere tornato a casa!

SANEM

Avevo desiderato e sognato quel momento per mesi. Nella mia mente lo avevo immaginato migliaia di volte ed ora finalmente era diventato realtà. Chiusi gli occhi e mi beai di quelle braccia che mi stringevano con forza e delicatezza allo stesso tempo, del suo odore e di quella sensazione di sicurezza che soltanto lì, stretta al suo petto riuscivo a trovare.

Eppure una parte di me si rifiutava di cedere. Lui era come un uragano, che quando arrivava travolgeva e spazzava via ogni cosa ed io non ero più disposta a raccogliere le macerie che lasciava dietro di sé andandosene. Avevo paura, una dannata paura!

Lentamente mi scostai da lui e guardandolo dolcemente gli dissi: "Sono davvero felice per te Can! Ma il fatto che tu ora ricordi non sistema le cose tra di noi..." Vidi chiaramente il sui sguardo incupirsi, ferirlo era l'ultima cosa che volevo, ma dovevo essere sincera con lui " Ti amo moltissimo lo sai, più della mia vita, ma non posso e non voglio lasciare tutto così, all'improvviso, e seguirti ad Istanbul..."

"Ascolta Sanem" mi interruppe lui prendendomi il viso tra le mani "abbiamo già perso tanto tempo, abbiamo il diritto di essere felici. Voglio sposarti ed avere dei figli da te. Voglio costruire una famiglia con te...non era questo il nostro sogno? Il tuo sogno?"

Aveva ragione ma le sue parole non riuscivano a rassicurami. Presi le sue mani e le scostai dal mio viso " Dammi un po' di tempo Can. E' stata una lunga giornata, sono successe tante cose ed io ho bisogno di stare sola per pensare un po'..."aggiunsi

CAN

Era confusa, frastornata e questo lo capivo. Ma quello che non capivo era quel suo allontanarsi da me come se volesse sfuggire ad ogni mio tocco. Che ci fosse altro che non aveva il coraggio di dirmi?

"Va bene Sanem, ti lascio riposare. Rimarrò in città per un paio di giorni. Terrò sempre il telefono con me nel caso tu voglia parlarmi..."le dissi prima di andarmene

"D'accordo Can" mi salutò lei.

Avrei tanto voluto baciarla ma qualcosa mi trattenne e così mi limitai a sorriderle augurandole la buona notte.

UN AMORE DIMENTICATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora