Capitolo 2

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 SANEM

Per qualche giorno mi sarei fermata da Ayan ed Osman. Non li vedevo da oltre un anno, anche se ci sentivamo regolarmente, e mi mancavano terribilmente. Passare del tempo insieme mi avrebbe fatto sicuramente bene. Osman era diventato ormai un volto noto della pubblicità e si era trasferito a Bursa per seguire un corso di recitazione dopo che gli era stata offerta una parte in una soap turca. Ayan aveva deciso di seguirlo dopo la sua rottura con Cey Cey.

Seduta in treno, mentre contemplavo il paesaggio che scorreva oltre il finestrino, mi lasciai andare ai ricordi ed ancora una volta mi sorpresi a pensare a quanto la mia vita ed io stessa fossimo cambiate negli ultimi due anni. Della ragazza ingenua, fiduciosa e disponibile con tutti appena assunta alla Fikri Harika non era rimasto nulla. Ero cresciuta e, a mie spese avevo smesso di credere nelle favole. Il dolore e la delusione che avevo provato a causa di Can ed Yigit mi avevano reso diffidente e mi avevano insegnato che l'unica persona sulla quale potevo sempre contare ero io. Mi sarei bastata ed avrei continuato a coltivare il mio sogno: scrivere.

Il primo libro che avevo pubblicato aveva avuto un grande successo ed era stato tradotto in diverse lingue. Parlava di me, o meglio, di me e di Can e della nostra storia, nata nell'oscurità di un teatro, cresciuta tra bugie, gelosie, malintesi e cose non dette che avevano finito per minare irrimediabilmente la nostra fiducia e ci avevano allontanati l'uno dall'altra. Era un libro che parlava d'amore, di un amore imperfetto e inesperto, di due anime che si erano cercate, trovate, volute appassionatamente e che poi si erano perse. In esse i lettori potevano facilmente riconoscersi, in un modo o nell'altro, e forse proprio per questo era stato accolto così bene dal pubblico.

Il mio editore stava aspettando con ansia il mio nuovo lavoro. Avevo pensato di scrivere il seguito ma dopo l'incidente di Can avevo abbandonato l'idea. Sarebbe stato troppo doloroso rivivere la sua perdita di memoria ed io ero stanca di soffrire. Volevo, invece, che il nuovo libro fosse un inno alla vita, alla rinascita, che trasmettesse gioia, forza e speranza e soprattutto che servisse a me stessa per ricominciare d'accapo.

CAN

Rientrai in casa. Ero confuso: da una parte ero sollevato perché con Sanem mi sentivo costantemente sotto esame. Non sapevo come comportarmi con lei perché, non ricordando nulla del nostro passato insieme, avevo paura di dire o di fare qualcosa di sbagliato che potesse ferirla. Dall'altra ero arrabbiato perché mi aveva lasciato e aveva smesso di lottare. Di una cosa sola ero certo: dovevo riappropriami dei due anni della mia vita che l'incidente mi aveva tolto. Senza i ricordi di quel periodo non sarei più stato Can.

Mentre riflettevo su questo mi chiamò Ayca. "Can caro, ho chiamato in agenzia ma mi hanno detto che oggi saresti rimasto a casa...tutto bene?"

"Ciao Ayca... Sanem se n'è andata...avevo bisogno di stare un po' da solo...sai per raccogliere le idee..." risposi sospirando.

"Ascolta Can" riprese Ayca " posso immaginare che tu ti senta combattuto e anche in colpa verso Sanem, ma credo che un po' di lontananza non possa che fare bene ad entrambi. Finisci la campagna pubblicitaria e poi partiamo per il K2 come avevamo stabilito. Vedrai ti farà bene!" concluse.

"D'accordo Ayca, prometto che ci penserò su! Ora però devo andare. Ci sentiamo presto" dissi desideroso di concludere quella telefonata il prima possibile.

"Va bene Can, a presto! Per qualunque cosa sai dove trovarmi".

Riagganciai e decisi di mandare un messaggio a Sanem:" Farò come dici; non ti cercherò ma solo fintanto che non avrò rimesso ordine nella mia vita e soprattutto nella mia mente. Se l'amore che abbiamo vissuto era davvero così grande ed unico ,come tutti dicono, lo ritroverò."

UN AMORE DIMENTICATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora