Capitolo 23

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 CAN

Quando mi svegliai, il mattino seguente, lei giaceva ancora addormentata al mio fianco. Mi appoggiai su un gomito e mi persi ad osservarla. I capelli arruffati sparsi sul cuscino, le labbra rosse e gonfie dei miei baci e l'espressione beata di una bambina che sta sognando un mondo di principi e principesse. La coperta era scivolata a scoprirle un seno ed io non resistetti oltre. Con l'indice partii dal centro della sua fronte e scesi giù, lungo il naso tracciandone il profilo, poi proseguii verso le labbra che si schiusero leggermente pronunciando il mio nome.

Sorrisi. Mi stava sognando?

Scesi ancora ad accarezzarle il seno e lei, finalmente, aprì quegli splendidi occhi.

"Buongiorno" disse.

"Buongiorno" risposi

"Attento Can Divit, potrei volermi svegliare così tutte le mattine!" aggiunse attirandomi a sé.

"Non chiedo niente di meglio Sanem Aydin" risposi stando al gioco e baciandola ancora "ma anche se ti amo alla follia e sei irresistibile, ora dobbiamo alzarci perché sarà una giornata molto impegnativa" conclusi sciogliendomi dal suo abbraccio.

"Ti prego Can, rimaniamo qui ancora un po'..." mi pregò imbronciandosi.

Ormai la conoscevo e sapevo che lo stava facendo solo per provocarmi. "e va bene " dissi dopo averla guardata attentamente per alcuni istanti "vediamo se riesco a farti passare i bollenti spiriti..."e mi stesi nuovamente sopra di lei iniziando a farle il solletico. Incominciò ad urlare e a dimenarsi supplicandomi di smetterla.

"D'accordo Can...hai vinto tu...ma ricordati che ti farò pagare questo rifiuto!" disse ansante. La immobilizzai di nuovo portandole entrambi i polsi sopra la testa e chinandomi verso il suo orecchio le sussurrai " Sanem Aydin il mio non è un rifiuto, è solo un posticipo"

SANEM

In quei pochi giorni il nostro rapporto era cresciuto tantissimo. Aver superato il "tabù" dell'intimità ci aveva avvicinato molto. Ci sentivamo entrambi più liberi di dire e di fare quello che ci passava per la testa senza più timore di ferire od offendere la sensibilità dell'altro.

Can, poi, era sempre stato un uomo molto "fisico". Lui aveva bisogno di toccare, assaggiare, annusare. Aveva sempre vissuto così, sperimentando direttamente, concretamente sulla propria pelle. Con me aveva dovuto "trattenersi" e questo gli aveva impedito di essere pienamente se stesso.

Ed io? Beh...anch'io avevo scoperto una nuova Sanem. Il tradimento di Can mi aveva costretto a guardare dentro me stessa come non avevo mai fatto prima di allora e mai più gli avrei fornito il pretesto di allontanarsi da me. Sarei stata amante, amica, complice, ogni cosa di cui avesse avuto bisogno.

Mi tornò alla mente una conversazione che avevo avuto con Ferit mesi prima nella quale aveva descritto la sua relazione con Nazli come un legame che li aveva uniti nel corpo, nella mente e nell'anima. Adesso, finalmente, capivo cosa aveva voluto dire!

UN AMORE DIMENTICATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora