Capitolo 14

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 CAN

Quando mi aprì la porta rimasi senza parole. Indossava una mi maglia, che a lei in verità faceva più da mini abito e le lasciava scoperta una spalla ed ebbi un flashback...era la stessa maglia che io le avevo dato la notte in cui era venuta a casa mia per dichiarami finalmente che mi amava. Gli irrigatori del mio giardino si erano avviati mentre ci stavamo baciando e così per evitare che si prendesse un raffreddore le avevo prestato qualcosa di mio nell'attesa che i suoi vestiti si asciugassero.

"L'ho ripresa quando te ne sei andato..."mi disse come per giustificarsi mentre la osservavo "avevo bisogno di avere qualcosa che sapesse di te. Spero che non ti dispiaccia" concluse visibilmente imbarazzata.

Non aspettai oltre. Avanzai verso di lei e la baciai. Le presi la nuca affondando entrambe le mano nei suoi capelli e la attirai a me. Assaporai quelle labbra prima con delicatezza, riscoprendone la dolcezza, poi con sempre maggiore passione fino a rimanere senza respiro.

Lentamente mi staccai e la guardai negli occhi. In quel momento le parole non servivano. I nostri sguardi dicevano tutto e nel suo lessi una muta richiesta, della quale però volevo avere conferma.

"Sanem..." dissi, ma lei mi interruppe "Shh, non dire niente Can, amami e basta...ti prego".

Non aspettai oltre. La presi in braccio e le portai in camera. Il cuore mi batteva all'impazzata.

Il chiarore della luna che filtrava dalla finestra e che creava un gioco di luci ed ombre rendeva tutto più magico. Le sfilai la maglia e ripresi a baciarla ed accarezzarla perdendomi completamente in lei. Quella notte imparai ad amare e capii cosa significava essere amato. Nessuna donna ,mai, mi aveva regalato simili emozioni, e nessuna si era donata a me con tanta fiducia e trasporto quanto lei, nonostante la sua inesperienza e la sua insicurezza.

Quando si addormentò tra le mie braccia mi sentii in pace con me stesso come non mi capitava da anni e ringrazia Allah per aver messo quella creatura sul mio cammino.

SANEM

Ero cresciuta in una famiglia legata alle tradizioni, forse troppo. Per mia madre darsi ad un uomo era un atto contemplabile solo con il matrimonio. "Ne va della tua reputazione" mi diceva e per molto tempo ci avevo creduto. Ma poi avevo conosciuto l'amore, quello vero, quello con la "A" maiuscola. Quello che ti toglie il sonno, ti fa tremare le gambe, ti fa sognare ad occhi aperti ed avevo cominciato a chiedermi come potesse essere sbagliato volersi unire, non solo nell'anima, ma anche nel corpo con chi ti fa vivere tutto questo.

Can non aveva mai insistito perché ciò avvenisse. Era sempre stato attento e rispettoso anche se intuivo che mi desiderasse come io, d'altronde, desideravo lui. Semplicemente non mi sentivo pronta...fino a quella sera.

Mi fidavo di lui, completamente, e volevo dimostrarglielo facendomi amare totalmente e incondizionatamente. Volevo essere sua come non lo ero mai stata.

Fu dolce e passionale. I nostri corpi sembravano conoscersi da sempre e quando finalmente si unirono, raggiungendo l'apice del piacere, nessuna cosa mi sembrò più giusta di quella.

UN AMORE DIMENTICATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora