Capitolo 4

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 CAN

Erano passate ormai alcune settimane dalla partenza di Sanem. Non si era mai fatta sentire, né io l'avevo mai cercata. Continuavo a recuperare pian piano la memoria anche se alcuni fatti avrei preferito non ricordarli affatto! Il tradimento di mio fratello, le bugie di Sanem e di mia madre facevano ancora male, ma, soprattutto, non mi capacitavo di come avevo potuto abbandonare tutto e tutti ed andarmene via per un anno intero.

Durante la mia assenza l'agenzia pubblicitaria era fallita sommersa dai debiti che mio fratello aveva pagato vendendo la casa. Tutti i dipendenti erano stati costretti a trovarsi un nuovo impiego e Sanem era finita in ospedale. Ero diventato violento ed avevo quasi ucciso un uomo; ma davvero pensavo che scappando avrei risolto tutto?

Come poteva, Sanem, essersi innamorata di me? Ero stato sempre così? Ricordavo di aver viaggiato per il mondo, immortalando, con la mia macchina fotografica, tramonti e panorami mozzafiato; di aver scalato montagne, praticato sport estremi alla costante ricerca di emozioni che mi facessero sentire vivo...Eppure, ora, in quel Can io non mi riconoscevo più! Ero sempre stato un amante della libertà, allergico ai legami e, forse, lo ero ancora, ma ora per me sarebbe stato impossibile scrollarmi di dosso tutte le responsabilità e lasciare tutto. Di questo ero certo più che mai e lo avrei dimostrato!

SANEM

Il tempo passava. Di Can nessuna notizia.

Mi ero creata la mia routine quotidiana per impedirmi di pensare costantemente a lui, ma mi mancava tremendamente. La piccola Kira mi era di grande aiuto. Passavo ore intere insieme a lei quando Ferit era al lavoro. Giocavamo e le narravo storie di principi e principesse inventate sul momento. Lei mi guardava con gli occhi sgranati ed io, in quei momenti, vivevo i miei sogni di famiglia salvo poi riscuotermi e rendermi conto che tali sarebbero rimasti. Ma non volevo abbattermi. No! Questa volta non mi sarei lasciata andare.

Con Ferit avevo legato molto. Entrambi avevamo conosciuto la felicità dell'amore ed il dolore straziante della perdita. Aveva conosciuta sua moglie Nazli all'università ed al termine degli studi si erano sposati. Laureati entrambi in architettura avevano aperto uno studio a Bursa che in breve era diventato il più importante della città. Con la nascita della piccola Kira avevano realizzato tutti i loro sogni e toccato l'apice della gioia, ma, purtroppo, la morte di Nazli, avvenuta due anni prima, aveva segnato la fine di tutto. Il dolore di Ferit era stato immenso. Per lui Nazli era il mondo intero; non solo moglie e madre, ma amante, amica, complice, confidente..."Era il mio tutto" mi diceva "senza di lei niente aveva più senso, le giornate erano interminabili e le notti ancora peggio. Avrei voluto morire anch'io...Ma, poi, grazie a Kira sono riuscito in qualche modo a reagire e a ricominciare a vivere. Mia figlia è una parte di Nazli ed è la dimostrazione che il nostro amore è esistito davvero. Quante persone possono dire di aver vissuto emozioni così intense? " mi chiedeva ed io non potevo che essere d'accordo con lui.

La vita, in fondo, è una grande recita in cui possiamo scegliere se essere attori o spettatori. Noi non solo eravamo stati attori, ma protagonisti di due storie uniche e bellissime. Avevamo vissuto ed ora spettava a noi decidere se continuare a farlo o lasciare che la vita ci scivolasse addosso...

UN AMORE DIMENTICATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora