Capitolo 20

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 SANEM

Rientrai a Bursa quella notte stessa. Fuggii letteralmente da Istanbul. Non volevo né vedere né sentire nessuno. Non avevo bisogno di qualcuno che mi compatisse o che cercasse di giustificare Can ai miei occhi. Desideravo solo restare da sola. Ai miei genitori avrei detto che un impegno improvviso con il mio editore mi aveva costretta a rientrare prima del tempo. Ancora non sapevo cosa avrei fatto e neppure mi interessava. Una strana apatia si era impossessata di me, come se il mio corpo si fosse scollato dalla mia anima.

Quando arrivai a casa albeggiava quasi. Mi preparai un tè e mi sedetti in veranda. Guardai sorgere il sole che dava inizio ad una nuova giornata, ma per me era come se fosse buio. Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare dai ricordi...mi rividi seduta sui gradini della scalinata interna della Friki Harika, Can era di fronte a me. "A cosa pensi?" gli avevo chiesto " A Sanem, agli occhi di Sanem, alle labbra di Sanem, alla pelle di Sanem, al profumo di Sanem...ma tu non sei quella Sanem. Quella Sanem non esiste..." mi aveva risposto. Aveva appena scoperto il mio tradimento ed io avrei voluto morire per tutto il male che gli avevo fatto.

Avevo commesso anche io lo stesso errore? Avevo visto in Can solo quello che volevo vedere? E adesso che mi si era rivelato con tutti i suoi difetti e debolezze non mi stava più bene? Lo avevo davvero paragonato al principe azzurro delle fiabe senza colpa e senza macchia? Era questo il mio amore? Non avevo ancora le risposte a quelle domande ma sapevo chi poteva aiutarmi a trovarle.

CAN

Se ne era andata di nuovo per colpa mia. Il mio era forse un amore malato?

Tornai in soggiorno, mi versai da bere e poi andai in giardino dove mi stesi su una sdraio ad osservare il cielo stellato. Guardare le stelle era una cosa che facevamo spesso io e Sanem...

Pensare a lei fu inevitabile. Mi chiedevo dove fosse, cosa stesse facendo, come si sentisse...e poi mi ricordai di quando anche io mi ero sentito allo stesso modo: tradito e preso in giro dalla persona che amavo di più al mondo, lei Sanem.

Ci trovavamo seduti sulle scale della Friki Harika. Avevo appena scoperto che mi aveva mentito e che aveva cospirato alle mie spalle. Nonostante tutte le sue suppliche io non volli starla a sentire. Non mi interessavano le sue giustificazioni; per me sarebbero solo state bugie che si sommavano a bugie ed ero stanco di tutte quelle menzogne.

"A cosa pensi?" mi aveva chiesto "a Sanem, agli occhi di Sanem, alle labbra di Sanem, alla pelle di Sanem, al profumo di Sanem...ma tu non sei quella Sanem!" le avevo risposto.

Ora le parti si erano invertite: lei era stata tradita ed io ero il colpevole.

Solo che io non ero stato manipolato da nessuno. Quella maledetta notte io ero stato perfettamente conscio di quello che facevo e non mi ero fermato.

FERIT

Stavo rientrando dalla mia corsa mattutina, approfittando del fatto che Kira era ancora da mia madre, quando vidi Sanem che mi aspettava fuori da casa mia.

Rimasi sorpreso perché la sapevo ad Istanbul insieme a Can.

"Buongiorno Sanem, come mai qui?" le domandai. Mi accorsi che aveva pianto, gli occhi arrossati e cerchiati, segno evidente che non aveva dormito. Mi allarmai "Forza entra" la invitai.

Aprii la porta e la feci accomodare. "Perdonami Ferit se sono piombata qui di prima mattina senza neppure avvisarti, ma avevo bisogno di parlarti" mi disse.

"Non dirlo nemmeno Sanem, sai che su di me puoi sempre contare...e a giudicare dal tuo aspetto direi che in questo momento hai bisogno di un amico e di una spalla" le risposi sorridendo incoraggiante.

UN AMORE DIMENTICATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora