Capitolo 20

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È finita.

Era scritto in grande.

Caratteri cubitali su quello schermo illuminato appena.

Un solo messaggio, un milione di pezzi in frantumi.

Niki aveva sentito il suo cuore cedere del tutto nello stesso momento in cui aveva aperto il messaggio del maggiore una volta arrivato a casa.

Era inevitabile, anche se continuava a sperare nel contrario.

Eppure quelle parole erano così chiare, così coincise.

E' finita. Non c'era altro modo per dirlo se non così.

Era finito tutto, quello che avevano avuto, quel poco di gioia e di felicità che si erano lasciati sfuggire dalle mani in un battito di ciglia.

Eppure lo avevano deciso loro, era stata una loro idea.

Se le cose fossero andate nella maniera sbagliata, tutto sarebbe finito, avrebbero messo un punto fermo alla fine di quella storia e avrebbero abbandonato quel libro di ricordi nel passato, ricominciando da zero.

Però, nonostante tutta la preparazione mentale e tutta l'inevitabilità che si ergeva dietro a quella decisione, nonostante entrambi fossero consapevoli che i termini di quella loro 'relazione' fossero già stati delineati insieme ai confini, non poteva far altro che fare male.

Un male così profondo, così doloroso e sofferente che sembrava insopportabile.

Una tortura lenta, che faceva soffrire secondo dopo secondo, minuto dopo minuto.

"Riki.." Yinori era apparsa sulla porta della camera del figlio, accostandola appena e facendo spuntare il suo volto pallido da quella sottile fessura, mentre Niki, coperto da un semplice lenzuolo in cui si era attorcigliato, stava appallottolato sul letto, alternando respiri smorzati e singhiozzi con calde lacrime che gli rigavano il viso ogni volta che rileggeva quel messaggio in quella ormai dimenticata conversazione.

"Va via" ringhiò da sotto le coperte.

Non voleva vedere nessuno, non aveva la forza di vedere nessuno, desiderava semplicemente tornare con i piedi per terra, risvegliarsi da quell'incubo e far finta che nulla di tutto ciò fosse reale.

Ma non poteva, era impossibile e anche lui lo sapeva molto bene.

"Riki-chan.." sua mamma lo chiamò nuovamente, questa volta entrando nella camera del tutto.

L'unica luce accesa era quella della abatjour di fianco al letto, un unico lume che illuminava di un giallo smorto l'oscurità in cui si era appena rintanato il ragazzino.

La madre sentì che forse era giunto il momento di parlare, di chiarire le cose e di trovare una soluzione ai problemi che si nascondevano infidi sotto quelle lacrime e preoccupazioni.

"Okaasan ti prego va via" Niki continuava a stringere le coperte, singhiozzando incessantemente, tremando appena.

Non ebbe il coraggio nemmeno di alzare lo sguardo, tenendolo celato dietro le lenzuola, anche quando la donna, in tutta la sua grazia, si sedette accanto a lui.

Una mano arrivò a sfiorargli i capelli e, per quanto Niki volesse davvero stare da solo, non la fermò, pieno di una consapevolezza che gli gridava a squarcia gola quanto necessitasse di quel conforto.

"Cos'è successo tesoro?" la voce della donna era delicata, come una piuma che si appoggia al terreno.

C'era grazia e calma anche nel suo modo di fare, ma non era inavvertibile la sua più fondata preoccupazione nei confronti del ragazzino che aveva cresciuto con le sue stesse mani, che aveva visto sorridere, gioire e che ora cadeva a pezzi come se non avesse più la stabilità di stare in piedi senza ausili altrui.

Don't Look Away | HeeKiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora