Capitolo 29

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"A destra" Heeseung stava dando di matto.

Si teneva al lato del poggia testa del sedile mentre cercava in tutti i modi di spiegare all'autista, tramite il vetro di plexiglass, che stava sbagliando direzione,

"Ho detto a destra!" l'autista sbuffò, continuando per la sua strada dritto borbottando qualcosa di incomprensibile in un giapponese dialettale.

Heeseung soffiò imbestialito, mentre si rigettava su quei sedili impregnati dall'odore di caffè e disinfettante, mordendosi il labbro e smanettando velocemente sul suo cellulare.

Ci furono diversi squilli, uno dopo l'altro ed Heeseung iniziò a perdere la pazienza mentre stringeva con una presa sempre più forte quel telefonino.

Un altro bip, ed un altro ancora.

"Rispondi, rispondi, rispondi" era un mantra che si ripeteva, mentre il tempo stava per scadere e la segreteria per scattare.

L'autista fece una svolta, un po' rude, facendolo scivolare di lato ed imprecare proprio mentre l'altra parte della chiamata riceveva finalmente una risposta.

"Heeseung hyung?" la voce era impastata da sonno, erano solo le otto della mattina ed il sole era sorto da poco più di qualche ora.

Taki sbadigliò mentre parlava.

"Taki!" urlò quasi di gioia il ragazzo facendo scattare per la sorpresa l'autista che gli tirò un occhiataccia fulmina dallo specchietto,

"Ho assolutamente bisogno che mi mandi il numero di telefono giapponese di Niki, con quello coreano non lo riesco a rintracciare"

"Te lo inoltro subito, dove sei? Sei arrivato?"

Taki sembrava davvero essersi appena svegliato, ma nonostante la voce impastata sembrava reagire abbastanza attivamente al bisogno del maggiore.

Era stato lui ad aiutarlo a trovare un volo veloce per il Giappone e sempre lui gli aveva dato tutti i dettagli e le indicazioni per raggiungere Niki in tempo.

Sapeva di non stargli a genio, ma in quel momento entrambi sapevano cosa dovevano fare.

"Si ma questo demente dell'autista ha preso la strada più lunga e sono in ritardo, spero di arrivare comunque in tempo prima che lo chiamino" spiegò velocemente, dovendogli le corrette indicazioni della sua situazione.

Taki sembrò capire, uno sbuffo dall'altra parte della cornetta mentre alcuni rumori risuonavano in sotto fondo.

"Sta tranquillo, ti mando il numero, dimmi poi se lo riesci a sentire" gli disse allora, senza però buttare giù la chiamata.

Heeseung sorrise a quella riposta.

Non riusciva a contattare Niki e se non si sbrigava temeva davvero di poter arrivare troppo tardi e non era in grado, mentalmente, di pensare a quale scenario si potesse creare se quella sua follia fosse risultata inutile, soprattutto perché avvenuta senza il consenso di nessuno dei suoi genitori.

"Grazie Taki" ringraziò il ragazzino che mugugnò qualcosa in risposta, prima di schiarirsi la voce ed aggiungere:

"Non ringraziare me e spera che ti vada bene, perché se non è così rimpiangerai a vita quello che hai fatto e io farò in modo che accada" ed era una minaccia quella, una di quelle che solo un migliore amico poteva fare.

Heeseung rise appena e si preparò a parlare, ma la linea venne interrotta e subito un lungo bip gli ricordò che Taki non era più presente con lui.

Non ci vollero più di pochi secondi prima che lo schermo del suo telefono si riaccendesse e subito aprì il messaggio che saltò fuori.

Niki: +81 **********

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