Capitolo 25

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"Cosa ci fai qui?" Niki era rimasto di sasso.

Non si aspettava per niente di ritrovare suo padre in quel luogo, proprio quel giorno e in quella situazione.

Sembrava quasi che il destino gli stesse giocando un gioco crudele, ma allo stesso tempo fin troppo generoso.

Suo padre lo guardava, la sua espressione che rispecchiava perfettamente la sua.

Sorpresa, angoscia, nostalgia e incredulità.

C'erano tutte, ma non c'era rabbia, ne rammarico, ne rimorso o voglia di fuggire, erano come due calamite che non riuscivano a respingersi ma solo ad attrarsi di più.

Quando l'uomo, sentendo la voce profonda del figlio, si risvegliò da quello stato di trans, decise di parlare rivolgendogli una domanda uguale.

"Potrei chiederti lo stesso" disse, lasciando implicito il desiderio di capire cosa suo figlio, che aveva sperato di vedere per anni, ci facesse lì, in Giappone, nello stesso locale, davanti a lui "Sei così...grande" aggiunse poi, incapace di credere a quello che vedeva, a come quel piccolo bambino si fosse sviluppato in un ragazzo attraente, pieno di vita e dallo sguardo maturo.

Sentì un peso sul petto che gli ricordava quanto tempo fosse passato e quanto assente lui fosse stato.

"Sono passati anni papà" era acida la sua voce, secca e tagliente.

Nascondeva quella tristezza e quella voglia di fuggire che le sue azioni e il suo viso non riuscivano a far trapelare.

Il padre, tirandosi indietro di qualche passo, si sentì colpito come da dell'acido puro.

Faceva male, quella freddezza, ma se la meritava.

"Lo so è che..." la sua voce era incredula, tremava "Non avrei mai pensato di rivederti, non così presto almeno"

"E invece" ribatté Niki schioccando la lingua sul palato, annoiato da quel comportamento.

"Riki-kun, il tuo Tea" Hisae riapparve dalla cucina, un bicchiere di plastica dal contenuto liquido arancione tra le mani e un sorriso sempre cortese sulle labbra che sembrò sfumare appena quando vide i due personaggi davanti a sé,

"Oh signor Nishimura, che bello rivederla da queste parti, vedo che ha incontrato Riki, non è cresciuto bene secondo lei?" gli si rivolse la donna passando il tea al ragazzino che lo prese, cercando di non dar a vedere quel risentimento che ancora ribolliva in lui.

"Benissimo signora Satou" confermò l'uomo, una sorta di luccichio negli occhi che gridava orgoglio, ma anche tanto pentimento.

"Le assomiglia molto" disse la donna, sottolineando l'evidente somiglianza tra il bell'aspetto, ora sciupato, dell'uomo e quella giovane e meravigliosa figura che era invece Niki, con tutta la sua gioventù pulsante nelle vene e tanta vita davanti per poter brillare.

"Gli occhi sono quelli della madre però, belli uguali" l'uomo l'aveva sempre notato, come quegli occhi fossero la copia esatta della donna che un tempo amava, come riflettessero le stesse stelle, gli stessi sogni, la stessa testardaggine e voglia di fare.

Per un secondo pregò perché quella luce non lo lasciasse mai, che tutta quella sua personalità non svanisse come era successo con la donna del suo passato.

"Otosan" lo richiamò il figlio e lui rise, una risata cristallina che risvegliò tanti ricordi lontani, belli, bellissimi in realtà e Niki fu davvero felice di rivedere una parte di sé che tornava in vita, come un vecchio film che amava.

"Ti andrebbe di parlare un po'?" appena la donna si rigirò a sistemare il bancone, Kisho –il padre di Niki –si rivolse a lui con una rinnovata gentilezza e cortesia "Senza nessun impegno, solo qualche chiacchiera, anche ora se ti va"

Don't Look Away | HeeKiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora