"Tranquillo, andrà tutto bene, ho riletto il contratto un paio di volte e ti assicuro che è più che giusto"
Erano appena entrati nella hall della struttura della SW Entertainment quando suo padre lo aveva preso per una spalla fermandolo e guardandolo dritto negli occhi con una grande e profonda serietà.
Quel luogo odorava di disinfettante e di metallo.
C'era freddo, un freddo gelido che si abbinava e giustificava a perfezione con la grandezza di quella agenzia.
Dovevano essere almeno una decina di piani e Niki non sapeva più dove rivolgere lo sguardo di ammirazione e meraviglia.
Gli sembrava di essere entrato in un sogno eppure, una parte di lui, continuava a dirgli che non era il posto dove doveva stare.
"Mi dispiace solo non averlo detto a mamma" ammise Niki abbassando infine gli occhi.
Era stata una decisione presa per il meglio.
Se ne avesse parlato con la madre non sapeva quale sarebbe stata la reazione e non voleva, come suo padre aveva spinto per fare, essere costretto a dover rinunciare ad una così grande possibilità.
Quando i giudici gli avevano assicurato che l'audizione era passata e che sarebbero stati lieti di averlo con loro, per Niki era stato come un sogno che si realizzava, qualcosa che aveva sempre e solo immaginato, ma che ora sembrava diventare realtà.
"Ci parlerò io, credo capirà, lo stai facendo per il tuo futuro" suo padre era ovviamente d'accordo con lui; sapeva quanto fosse grande la volontà del figlio di ballare, di diventare qualcuno nel mondo della danza e non voleva che nessuno, nemmeno la sua stessa famiglia, potesse privarlo di questa sua nuova, appena aperta, strada.
"Lo so, ma le avevo promesso.." iniziò Niki sapendo perfettamente quanto la madre fosse contraria al suo rimanere in Giappone.
Firmare un contratto significava vincolarsi al luogo in cui l'agenzia si ergeva e Tokyo sarebbe diventata la sua nuova casa, la sua nuova vita sarebbe nata e si sarebbe sviluppata lì.
"Non ha importanza cosa le avevi promesso Riki," Kisho era stanco di vedere il figlio tirarsi indietro per una promessa fatta in condizioni diverse, in una situazione che non aveva niente da vere con quella attuale, "Per questa volta almeno pensa a cosa vuoi tu per te, ok?"
"Ok" Niki non era sicuro che quello che stava facendo fosse quello che voleva davvero; una parte di lui continuava a dirgli che sì, sarebbe andato tutto bene e avrebbe raggiunto gli obiettivi che desiderava, ma da una parte non era esattamente come se lo immaginava.
Il cuore non batteva forte, l'ansia non era troppa e la contentezza era velata come se fosse lì, ma al contempo non esistesse.
"Erano entusiasti di poterti avere nell'agenzia e sono sicuro che farai grandi progressi" gli disse Kisho passandogli una mano sulla testa, scompigliandoli i capelli e sorridendo.
Poi ritrasse il braccio e lo lasciò andare."Ora però devo andare, ci vediamo sta sera a casa" lo informò guardando l'orologio che aveva al polso, una cosa che faceva spesso, come se la sua vita ora fosse tutta una schedule,
"In bocca al lupo e fai quello che credi sia giusto" concluse prima di andare via.
Niki guardò la figura del padre allontanarsi ed uscire dalle porte automatiche di vetro in fondo alla Hall.
Non ebbe tempo per salutarlo che era già scappato via; aveva una vita frenetica, piena di lavoro da fare e non poteva fargliene una colpa, ci si doveva abituare, era un uomo d'affari oltre che un coreografo ed istruttore e aveva i suoi impegni come tutti nella vita.
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Don't Look Away | HeeKi
FanfictionHeeseung e Niki avevano sempre avuto un rapporto un po' complicato. Sin dall'inizio del primo anno di scuole medie, sopportare la presenza l'uno dell'altro era stato come un obbligo che non potevano lasciarsi alle spalle. Non era facile, proprio p...