"Bentornati" ci saluta Clara alla porta.

Come ogni sabato, lei e mia madre si sono organizzate per vedersi. È diventato in assoluto il mio giorno preferito.

Corro lungo il corridoio, mi fermo davanti alla camera di Nicolas e anche stavolta sento la voce della sua tutor, Clarissa.

Prendo un bel respiro ed entro.

"Buongiorno" esclamo sorridendo.

Clarissa, magra come sempre, porta una gonna al ginocchio, stretta sui fianchi e più larga sulle cosce e un maglioncino svasato.
Mi sorride di rimando e si avvicina per stamparmi due baci sulle guance.

Nick resta immobile sul letto, a occhi serrati.
Lo raggiungo e lo abbraccio forte. Non ricambia.

Lo sapevo, ha davvero frainteso.

Mi volto verso Clarissa e le chiedo: "Puoi lasciarci un attimo soli?"
Mi guarda senza capire ma esce e chiude la porta dietro di sé.

"Nick, che hai?"

Nicolas mi stringe le mani e sospira.

"Scusa se ti ho fatta preoccupare, non era mia intenzione"

Non mi convince affatto.

"Nick, se riguarda l'altra sera, forse ho usato le parole sbagliate. Volevo solo spiegarti che sei importante per me in quanto mio amico, il mio migliore amico, nonché il primo che abbia mai avuto in tutta la mia vita e ti voglio tanto bene"

Arrossisco mentre lo dico ma è la verità. Finalmente Nick sorride.

"Lo so, Vera, anch'io ti voglio tanto bene e mi sento molto fortunato ad avere te come amica. Sono stato semplicemente colto di sorpresa ma i sentimenti che nutro nei tuoi confronti non sono cambiati e mai cambieranno"

Credo di star per scoppiare a piangere. Lo sente e mi tira verso di lui per abbracciarmi.

Qualcuno bussa alla porta.
"Avanti"

La chioma fluente di Clarissa fa capolino oltre lo stipite.
"Posso?" chiede quasi sussurrando.

Entra senza aspettare risposta e sbuffa.
"Certo che tuo fratello ha proprio una mania per i videogiochi"

Faccio spallucce. Non so ancora come comportarmi con lei.
Si avvicina e punta lo sguardo su Nicolas.

"Glielo hai detto?"
"Cosa?" chiedo confusa, guardandola.
Nick sospira affranto.

"Mi dispiace tanto, Vera"

Mi spaventa così. Gli prendo le mani esortandolo a parlarmi.

"Mamma ha invitato a pranzo anche Clarissa per parlare del mio percorso di studi e per farmi recuperare tutto quello che ho perso perché non sarà più la mia tutor. Prima di Natale parto"

Credo che il mio cuore si sia fermato.
Cerco di dire qualcosa ma riesco solo a balbettare cose senza senso.
Clarissa poggia una mano sulla mia spalla, dispiaciuta.

Non riesco a crederci.
Mi alzo e cammino avanti e indietro per la stanza cercando di riprendere il controllo di me.

"Perché?" sbotto all'improvviso, facendo sobbalzare entrambi.

"Mamma ha ricevuto una proposta di lavoro al nord e ha accettato. Guadagnerà di più, è molto conveniente per lei. È stata una scelta difficile, sarà dura allontanarsi di nuovo dalla famiglia e da tua madre. Quanto vorrei poter restare qui con i nonni ma mamma vuole che vada con lei, dice che darei solo fastidio a quei due vecchietti. Non immagini quanto ci stia male a non poter più stare qui con voi. Mi mancherà tanto il mare, quest'aria fresca e pulita della campagna. Ma soprattutto mi mancherete voi"

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