Mi guardo allo specchio per l'ultima volta. Voglio essere impeccabile, devo assolutamente far fare bella figura alla mamma con la sua amica.

Andremo a casa dei suoi genitori dove è arrivata in mattinata.
Mamma è già stata molte volte in quella casa e in questi anni, quando poteva, mi ha confidato, non ha mai smesso di andare a trovarli. Dice che sono persone adorabili.

Sistemo il vestitino floreale per l'ennesima volta cercando di nascondere i chili di troppo dalla pancia alle cosce ma sembra tutto inutile.

Faccio gli esercizi per i muscoli facciali sperando mi facciano apparire più magra almeno in viso e provo ad applicare un po' di trucco nei punti strategici da affinare.

"Vera, andiamo o papà non riuscirà ad accompagnarci" mi chiama mia madre da dietro la porta di camera.

Papà ci accompagna prima di andare a lavoro per il turno pomeridiano.

Indosso di fretta i sandali argentati e, presa la pochette, corro fuori incontro ai miei genitori.
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Ci apre una signora anziana, bassina e sorridente.

"Ciao, Carla" saluta mia madre abbracciandola.
"Tu devi essere Veronica, che bella ragazza che stai diventando" dice osservandomi.

La saluto cordialmente e ci lascia passare oltre l'uscio.

La casa è molto piccola, tutte le stanze si aprono sull'ingresso quadrato quasi immerso nell'ombra nonostante siano le quattro del pomeriggio.

La signora ci fa strada nella piccola cucina dove ci salutano il marito e la figlia. Quest'ultima quasi corre in quello spazio minuscolo per andare incontro a mia madre.

Sono l'esatto opposto. Mia madre ha i capelli corti e biondi, gli occhi scuri, è più bassa della media e con il fisico a clessidra. La donna, Clara, ha i capelli lunghi e lisci come spaghetti, neri, gli occhi chiari, alta e magra.

Bisbigliano qualcosa mentre si abbracciano ma non riesco a decifrare nulla.

"Piccola, perché non vai in camera di mio nipote? Ti annoierai qui con gli adulti" dice il padre di Clara.

Annuisco senza sapere cos'altro fare.
Il signore mi fa strada in una camera da letto completamente lilla e bianca. Deve essere stata la camera della figlia da giovane.

Sul letto è steso un ragazzo. Sembra abbastanza alto, è magro quasi quanto la madre, ha i capelli più lunghi della media per un ragazzo e anche molto folti, castani. Tiene gli occhi chiusi, chissà come sono.

"Nicolas, qui c'è la figlia dell'amica di tua madre"

Il nonno mi fa un cenno con la testa ed esce chiudendosi la porta alle spalle.

Mi avvicino lentamente al letto e il ragazzo si siede di scatto a gambe incrociate facendomi sobbalzare.

Ridacchia e chiede: "Ti sei spaventata?"
Ha una voce calda e virile. La adoro già.

"No, no" rispondo mentendo.
"Ti ho sentita sospirare, ti sei spaventata" ribadisce girando il capo nella mia direzione ancora con gli occhi chiusi.

So che non può vedermi ma mi sento ugualmente in imbarazzo, probabilmente sono anche arrossita.

"Forse un po' " concludo ridendo nervosamente.
Il ragazzo sorride. Ha dei lineamenti molto delicati per avere diciassette anni.

"Nicolas" dice solo allungando la mano aperta verso di me.
Faccio qualche passo verso di lui e gliela stringo.

"Veronica"
"Siedi" mi esorta indicando i piedi del letto di fronte a lui.

Lentamente mi siedo cercando di sistemare la gonna e lo guardo.
È un bel ragazzo, peccato sia cieco.

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