Sono già stanca. Abbiamo fatto solo riscaldamento e sono già stanca.
"Ok, Vera, sei pronta?" mi chiede lui tranquillo.
Ma come accidenti fa!Sistemo i pantaloncini che sono saliti sulle cosce durante gli esercizi di riscaldamento e sventolo la base della canottiera colorata per arieggiare la pelle accaldata. Sono già sudata.
Prendo la bottiglia dallo zaino di Nicolas e butto giù un lungo sorso."Se dobbiamo farlo per forza" rispondo mentre il mio respiro torna regolare.
Nicolas, all'oscuro della mia tragica situazione fisica, sorride e si mette in posizione lungo la strada.
L'ho portato sul pontile, ci sono poche persone che abitualmente si allenano per cui non avremo incidenti.Affianco il mio amico e attendo il suo 'via'.
"Andremo prima lentamente per far abituare i muscoli allo sforzo, poi accelereremo sempre di più" mi spiega e comincia a correre sul posto. Lo imito e partiamo.A me viene subito il fiatone mentre lui corre spedito senza alcun problema. La fortuna di essere magri.
Riesco ad arrivare a tentoni alla fine del percorso e, con l'ultimo respiro prima di sedermi per terra, lo avverto di fermarsi. Sono diventata gelatina, non credo riuscirò a tornare indietro.
Nicolas si ferma e controlla il suo battito cardiaco poggiando un dito sul polso opposto.
"Ottimo. Come inizio è andato bene" afferma respirando a pieni polmoni per riprendersi anche lui.Vorrei tanto dormire un po' e risvegliarmi nel mio letto morbido.
"Pronta a tornare indietro?" domanda dopo nemmeno cinque minuti. Ma è fatto d'acciaio.
"Ma sei pazzo Nick, io sto morendo" mi lamento piagnucolando.Nicolas si gira verso di me dopo aver intuito da dove arrivasse la mia voce e mi esorta a continuare.
"Non fare la pappa molle, tra un minuto preciso si parte"Comincia a saltellare sul posto per prepararsi mentre io, con tutta la forza che mi rimane, mi rimetto in piedi lentamente. Cammino per non restare troppo indietro rispetto a lui anche se so che in una manciata di secondi mi avrà già superato.
Sono ad appena cinque metri davanti a lui quando urla, spaventando i passanti.
"Via"
Come accennato prima, mi raggiunge in tre falcate incitandomi a 'muovere il culo'.Non ce la farò mai.
Arriva molto prima di me, lo avverto urlando a squarciagola altrimenti andrebbe a sbattere contro l'ascensore all'inizio del pontile. Si ferma e si appoggia al vetro aspettandomi. Ormai sto camminando.
Arrivo grondante di sudore.
"Nick, sto per sentirmi male" lo avverto.
Nicolas sbuffa. Antipatico.
"Siediti" mi ordina. Non me lo faccio ripetere due volte. Mi fermo alle scale e crollo sul primo gradino."Mi arrendo" sussurro poggiando la testa alla ringhiera.
"Non dire sciocchezze. Oggi è stata la prima volta, più ti allenerai e più sopporterai la fatica. Vedrai che domani sarai già meno stanca"
"Domani?"Sta scherzando, spero.
Devo averlo detto in modo molto comico perché il mio amico scoppia ridere e tende la mano verso il vuoto. Lo guido verso di me come se fossi un navigatore e quando è abbastanza vicino gli afferro la mano e lo aiuto a sedersi."Non intralciamo il passaggio così?" chiede preoccupato.
"Tu no, tranquillo, basto io per quello" rispondo chiudendo gli occhi e respirando fin troppo veloce.
"Non trattarti così, Vera, non sei una balena" dice dispiaciuto.È così carino quando cerca di farmi stare bene e gli sono tanto grata per questo.
Non riesco a rispondergli, sono troppo stanca. Lui mi prende il braccio e controlla il mio battito."Caspita, Vera, stai andando in iperventilazione. Segui me" dice allarmato mostrandomi come respirare.
Mi sforzo ad aprire gli occhi e lo imito per quanto possibile. Restiamo sulle scale per quasi venti minuti mentre ignoriamo i lamenti dei passanti che salgono e scendono dal pontile.Quando finalmente riesco a riprendermi mi porge la bottiglia d'acqua dal suo zaino. Abbiamo deciso che lo avrebbe portato solo lui per cercare di equiparare il peso di entrambi ma naturalmente a lui la cosa non fa alcun effetto, è più resistente di quanto immaginassi, per essere così magro.
Mi scolo tutta la bottiglia e continuo a fare respiri profondi, ho bisogno di forza per tornare a casa. Gli passo la bottiglia e fa per bere quando capisce che è vuota.
"Scusa" gli dico sorridendo nervosa.
"Nessun problema, berrò a casa, andiamo"
Si alza aiutandomi, lui stavolta, e lentamente torniamo a casa mia.
________________Esco dalla doccia e mi sento rinata. Chiamo Nicolas per avvertirlo che ho finito e che tocca a lui. Mamma lo accompagna al bagno mentre mi sistemo l'accappatoio.
"Davanti a te c'è la doccia. Sicuro che ce la fai? Non vuoi aspettare tua madre?" gli domanda preoccupata.
"Non credo di riuscire a resistere ancora con la pelle così sudata. Preferisco farla ora, riesco tranquillamente" dice sicuro di sé.Spero che mamma non insista, è capace di restare lì a guardarlo farsi la doccia per essere sicura che non si faccia male e sarebbe assai inquietante.
"Va bene, per qualunque cosa, chiama, l'accappatoio è appena fuori la doccia sulla destra e a terra ci sono le ciabatte"
Nicolas ringrazia sorridendo e io trascino mia madre fuori dal bagno.
"E se si facesse male? Povero ragazzo"
"Se la caverà, tranquilla"La porto quasi di peso in camera mia e le chiedo di raccontarmi la sua giornata in mia assenza.
"Ma dimmi di te e Nicolas. Com'è andata?" chiede ammiccando. Ormai sa tutto quello che provo per Nicolas e forse anche di più.
"È stato sfiancante ma carino" rispondo tranquillamente.
"Cosa è stato carino? La corsa o Nicolas?" rimarca ridendo.
"Entrambi" rispondo arrossendo.
Mamma mi abbraccia e mi bacia sulle guance."La mia bimba cresce" esclama contenta.
Lei è sempre stata fiera di me, mi ha sempre trattata come una principessa. Non sopporterei l'idea di deluderla. Mai.Dopo nemmeno dieci minuti sentiamo la porta del bagno aprirsi ed entrambe ci catapultiamo nel corridoio trovando un piccolo Nicolas immobile, in un accappatoio troppo largo per lui.
Mi viene da ridere. Eppure è così carino anche così.Mamma lo accompagna in camera sua e gli prende i vestiti di ricambio dallo zaino.
Mentre Nicolas si veste arriva anche Clara."Volete restare a cena?" le chiede mia madre ma lei rifiuta l'invito frettolosamente.
"Ho lasciato i miei genitori con il vicino di casa, mia madre non si è sentita molto bene" dice preoccupata bussando alla porta della stanza."Oh, mi dispiace. Perché non me l'hai detto? Tra poco sarebbe tornato mio marito, avrebbe accompagnato lui Nicolas a casa"
"Non vorrei approfittare, Carla, già ha usufruito della doccia. E poi Giulio sarà stanco dopo una lunga giornata di lavoro"Mia madre scuote la testa in risposta e Nicolas esce con lo zaino in spalla.
"Pronto" esclama.Ci salutiamo frettolosamente e, senza dire altro, i due ospiti escono di corsa da casa.
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Angolo scrittrice:Siete persone attive o sedentarie?
Vi piace il rapporto madre-figlia?
Fiordaliso 💙
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La Bellezza
ChickLit~Ma si sa, chi bello vuole apparire, un poco deve soffrire, o nel mio caso, chi meno brutta vuole apparire, tanto deve soffrire~ Una ragazza sola, senz'amici, presa costantemente in giro per il proprio aspetto, incontrerà un ragazzo speciale che la...