Caro Diario,

sono passati due mesi dalla partenza di Nicolas ma sembra un'eternità.

Continuiamo a sentirci quasi tutti i giorni anche se non abbiamo ancora parlato di quello che stava per accadere nel giardino della villetta in campagna.

So che prova qualcosa per me ed è lo stesso da parte mia ma non ho il coraggio di dirglielo e lui non sembra intenzionato a chiedermelo né a proseguire il suo discorso.

Se penso che stava per baciarmi arrossisco, non posso farne a meno. Mi manca tremendamente.

Non riesco a non pensarlo ogni momento libero della giornata, tra una pausa e l'altra delle lezioni, durante i pasti, prima di andare a dormire, e ancora mentre continuo a seguire i suoi consigli sull'allenamento.

Sono riuscita a perdere altri due chili, ormai molti pantaloni mi stanno larghi e ne ho approfittato per fare compere con Bea e Barbie.

Mamma dice che è ora che mi fermi o diventerà davvero un'ossessione. Ho deciso di ascoltarla, ha vissuto anche lei questa situazione prima di me e di sicuro quello che mi dice è per la mia salute.

Non raggiungerò mai una taglia 38 ma mi sento bene lo stesso.

Non ho nemmeno più il fiatone durante educazione fisica e il professore se n'è accorto smettendo di essere aggressivo con me.

Insomma, la mia vita sta andando alla grande, manca solo lui.

Buonanotte

Sempre e solo tua,
Veronica
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Allaccio le scarpe da ginnastica, afferro lo zaino e corro per il corridoio fino alla porta d'ingresso.

"Mamma, vado!" urlo indossando il giubbotto invernale.

"Attenta a non scivolare che ha smesso da poco di piovere" risponde dal soggiorno.

Apro la porta e mi catapulto nel freddo invernale.

Cerco di stare attenta all'asfalto lucido e alle pozzanghere correndo per non fare tardi a scuola.

Alla prima ora ho educazione fisica e se facessi tardi, il professore mi tratterrebbe per ulteriori giri di corsa in palestra e non mi va proprio.

Arrivo al cancello due minuti dopo il suono della campanella e mi fiondo in palestra.

Spalanco la porta con troppo vigore e quest'ultima sbatte rumorosamente contro la parete attirando l'attenzione dei miei compagni di classe.

"Non è ancora arrivato" mi avverte Barbara facendomi l'occhiolino.

Sospiro e mi lascio cadere su una delle panchine disposte lungo il perimetro.

Sbottono il giubbotto e lo ripongo nello zaino restando in tuta. Aggiusto la coda alta da cui sono sfuggite alcune ciocche di capelli durante la mia corsa sfrenata.

"Ciao, Veronica, quel rossore sulle guance è per me?" chiede Cristiano facendomi l'occhiolino dalla panchina di fronte alla mia.
Distolgo lo sguardo da lui, non mi ero nemmeno accorta di star guardando proprio nella sua direzione.

"Tranquillo, è solo il freddo e la fatica" rispondo guardando in basso.

Lo sento ridacchiare con i suoi tre amici, gli unici ragazzi della classe.

"Dacci un taglio, Cris" lo rimbecca Adele, affilando lo sguardo su di lui.

Devono proprio odiarsi quei due.

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