30 - Nicolas' pov

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"Sei pronto?"

Sono seduto sul letto e sento le voci di mia madre, Matteo e Clarissa.

"Dov'è Vera?" domando prima di farmi togliere la benda.
Vorrei tanto che fosse presente in questo momento.

Odio litigare con lei ma proprio non capisco la sua paura di perdermi. Le ho detto più e più volte che non la lascerò per nessun motivo al mondo.

Mi ha promesso di esserci e ora invece è assente.

Mamma la chiama a gran voce e dei passi lenti e timidi si avvicinano al mio letto.
Alzo una mano per toccarla e lei me la stringe forte.

Sorrido. Da quando la conosco sorrido sempre più spesso, è incredibile l'effetto che ha su di me.

"Ora sei pronto?"

Annuisco, ma Vera lascia subito la mia mano.

Proprio non la capisco.

Sento mia madre accarezzarmi i capelli e la benda sottile che mi copre gli occhi.
È agitata tanto quanto me, anche se lei lo mostra molto di più.

"Clara, se non ci riesci ci penso io"

La voce di Matteo.

Mamma inizia a singhiozzare.

"Mamma, guarda che sono ancora bendato, dovresti piangere dopo, non ora" la prendo in giro e la sento ridere sommessamente tra le lacrime.

Le mani più pesanti ma altrettanto delicate di Matteo cominciano a srotolare la benda.

Trattengo il respiro quando anche l'ultimo strato di stoffa abbandona le mie palpebre.
Apro lentamente gli occhi e una miriade di colori sconnessi mi si affollano davanti.

"Cosa vedi?" domanda Clarissa, prendendo la mano che poco prima aveva stretto la mia migliore amica.

"Ombre colorate, troppo poco definite per capirci qualcosa ma almeno non vedo più solo nero" rispondo deluso.

Sapevo che non avrebbe funzionato.

"Alza la testa, devo metterti delle gocce" ordina Matteo.

Faccio come dice e il freddo medicinale mi lambisce gli occhi secchi.

"Adesso?"

"Un po' meglio, credo"

"Clara, credo che tocchi a te, adesso"

Mia madre sospira profondamente.
Non capisco.

"Il dottore ci ha detto che non avresti mai potuto vedere senza un'alta gradazione di occhiali, così te li abbiamo comprati di nascosto, per farti una sorpresa" spiega, ora più calma.

Annuisco anche se dubito che un misero paio di occhiali aiutino un cieco a vedere.

L'ombra indistinta di mia madre mi si staglia davanti e le fredde stecche degli occhiali mi fanno rabbrividire.

Ci siamo!

Mentre le lenti si avvicinano al mio naso riesco a guardarci dentro e scorgo mia madre sempre più dettagliatamente fino a vederla del tutto.

Dopo avermi inforcato gli occhiali, si allontana di qualche passo e mi guarda sorridente.

E io la vedo.
Io vedo.

I suoi capelli neri, i suoi occhi chiari, il suo sorriso raggiante.

"Mamma"

È l'unica cosa che riesco a dire perché scoppio a piangere anch'io e lei mi stringe forte a sé, sedendosi sul letto bianco.

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