Piove.

I vetri dell'auto sono appannati dall'acqua che cade scrosciante. La pioggia mi rende sempre triste e malinconica, soprattutto nel fine settimana.

Clara ci ha invitati per il pranzo della domenica e mamma ha accettato subito.
Sono così legate. Perché io non sono legata a nessuno? Perché deve essere tutto così difficile?

Non riesco a pensare a nulla di allegro, la mia felicità è stata spazzata via nella cucina di quel pub dove ho pianto talmente tanto da poter fare a meno dell'acqua del rubinetto per lavare i piatti.

Non sono mai stata così male. Avrei voluto parlarne con Nick ma ho deciso di farlo di persona.

Mi prenderà sicuramente in giro. Mi sono fatta mettere di nuovo i piedi in testa da Adele e le sue amiche. Sono stata così stupida a fidarmi di loro.

Di nuovo le lacrime vincono la mia buona volontà di trattenerle lontano dal mio viso e scendono imitando la pioggia sul vetro.

In lontananza vedo la villetta dove abita il mio amico e subito mi asciugo con la manica della giacca.

Prendo il mio ombrellino nascosto sotto il sedile e mi preparo a correre verso la porta d'ingresso.

"Buongiorno, bella famigliola" ci saluta la padrona di casa facendoci strada. Poso l'ombrello e sistemo il vestitino, rigorosamente nero.

Mamma e papà seguono Clara in cucina mentre Leonardo corre in camera di Nick.
Non lo sopporto.

"Ciao, Nick"

Entro in stanza e vedo Nicolas in piedi accanto allo stereo.
Indossa una camicia bianca elegante e dei pantaloni blu scuro, semplici. I capelli castani risaltano sulle sue spalle. È così bello.

Resto immobile sulla porta ad ammirarlo mentre sorride e saluta quel deficiente di mio fratello.

"Sai tra quanto si mangia? Ho una gran fame" gli domanda massaggiandosi la pancia.
Nick fa spallucce e ne approfitto per intrufolarmi nel discorso.

"Non hai sentito l'odore che arriva dalla cucina? Staranno già portando i piatti a tavola"
Leonardo saltella ed esce di corsa. Chiudo la porta a chiave, sospirando.
"Sei diabolica" dice il mio amico ridacchiando alle mie spalle.

Mi avvicino a lui e lo abbraccio forte. Lui ricambia subito baciandomi i capelli.
"Abbiamo carenza d'affetto oggi?"

Mi separo da lui ed esplodo.
"Ci sono cascata di nuovo. Mi hanno lasciata in un pub a pagare per tutte. Non avevo i soldi e sono finita in una squallida cucina a lavare le stoviglie fino a sera"

Nick spalanca gli occhi boccheggiando.
Tende le braccia verso di me e mi lascio abbracciare di nuovo.

"Esseri deplorevoli. Mi dispiace tanto, Vera. Non ti meriti questo trattamento da nessuno, sei una persona così buona e dolce"

Mi accarezza la testa cullandomi. Non vorrei staccarmi più. Lui però invece vuole, perché mi prende per mano e mi porta allo scaffale dove tiene tutti i suoi CD.

"Li ho provati tutti ma non sono riuscito a trovare il mio CD preferito, poi mi sono ricordato di avertelo prestato. Io ho imparato le canzoni del mio regalo di compleanno. Tu?"

Oh, cavolo, la scommessa! Con l'inizio della scuola me ne sono completamente dimenticata.
Nicolas lo capisce dal mio silenzio e mi stringe la mano.

"Non fa niente, la prossima volta che verrai, però, porta il CD, mi manca ascoltare la voce della bella Indila"
"Che ne sai che è bella?"
"Una voce bella equivale a una altrettanto bella ragazza"
"Beh, non è sempre vero"
"Certo, e ora dirai che neanche per te è vero"

Resto senza parole, arrossisco subito.

"Credi che abbia una bella voce?"
"Certo, è la prima cosa che ti ho detto il giorno che ci siamo conosciuti, non te lo ricordi?"

In realtà no, ma lui sì, lui ricorda tutto. Chi ricorda le piccolezze riguardanti una persona vuol dire che la reputa davvero importante. Io sono davvero importante per lui, come lui lo è per me.

"Grazie" rispondo commossa.

"Per cosa? Perché hai una bella voce o perché averla fa di te una bella ragazza?"

Ma vuole mandarmi a fuoco?

Annaspo in difficoltà. Lui fa finta di non essersene accorto e si avvicina al supporto della sua tromba.

"Vorrei farti sentire il mio pezzo di tromba preferito, è un classico. Spero ti piaccia. È un motivetto semplice, poche note ma d'effetto"

Annuisco e prendo il cellulare per registrarlo, potrei anche metterlo come suoneria personalizzata.

Avvio la registrazione e lui inizia a suonare.
È veramente bravo, non pensavo che una tromba potesse emozionarmi così. Ha superato di gran lunga le mie aspettative.

"Che ne dici?"
Stacco la registrazione e gli applaudo.
"Magnifique!"

Lui mi sorride e ripone lo strumento.
"Mi fa molto piacere. Ora però andiamo a tavola, suonare mi fa venire fame"

Scoppiamo a ridere entrambi, mi prende per mano e raggiungiamo il tavolo già imbandito.

Dopo pranzo ci dirigiamo in giardino.
"Approfitto sempre dello spazio sconfinato che c'è qui per riflettere, almeno finché non fa troppo freddo"
"Attento a non scivolare però, ha smesso da poco di piovere"

Camminiamo fianco a fianco, mano nella mano. Non sento il minimo freddo, anzi.

"Vera, stavo ripensando a quello che mi hai detto sulle tue compagne di classe. Promettimi che se le cose continueranno, o peggioreranno, lo dirai ai tuoi genitori"

Per poco non casco per terra. Ci fermiamo in mezzo al nulla. È serio, i lineamenti sono rigidi e la mano unita alla mia è stretta.

"Nick, non posso dirlo, mio padre andrebbe su tutte le furie e mia madre potrebbe persino litigare con i genitori delle ragazze aizzandomele contro ancora di più" cerco di giustificarmi ma Nicolas scuote deciso la testa.

"Se non lo farai tu, lo farò io. Ma non capisci che potrebbero farti del male sul serio?"
Alza un po' il tono della voce, spaventandomi.

È davvero preoccupato e non gli ho nemmeno detto la verità sulle ferite alle mani e alle ginocchia.

"Nick, credimi, è meglio se non lo sanno"
Ma lui continua a scuotere la testa a labbra serrate.

Con uno scatto improvviso mi afferra per la vita e mi stringe.
Avvampo subito, è inevitabile.
Avvicina il suo viso al mio e mi tocca con la fronte. Apre gli occhi che con il loro colore intenso sono in perfetto contrasto con il cielo grigio. Mi addolcisco sempre a guardali.

"Non voglio che ti succeda qualcosa di irrimediabile" sussurra, dolce.

Siamo così maledettamente vicini, sento il suo respiro sul mio volto. Tra poco svengo.

Non ne ho il tempo però, perché mi stringe ancora di più e affonda la testa nei miei capelli. Istintivamente gli cingo il collo con le braccia.

"Promettimelo" ripete al mio orecchio.

Annuisco, mentendo. Non posso assolutamente dirlo ai miei, scatenerei l'inferno.

Mi dispiace mentirti, Nick.

















~~~~~~~~~~~~~~~
Angolo scrittrice:

Suonate qualche strumento? Vi piace il suono di uno strumento in particolare?

Parlate di tutto con la vostra famiglia? O mantenete segreti anche importanti, come Vera?

Fiordaliso 💙

La BellezzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora