capitolo ventuno

717 23 26
                                    

giornata soleggiata, 
raggi filtranti dalla finestra,
 una nuova giornata con un nuovo mistero.

un'altra settimana era passata, era ormai un mese da quando il signor yagami e suo figlio sono dietro le sbarre, mentre misa amane, è lì da circa un mese e una settimana.
la situazione dei tre imprigionati non era cambiata, erano tutti e tre in cella, tutti e tre esausti, e tutti e tre stanchi.

<<tutto bene signor. yagami?>> domandò il corvino, al sovraintendente, esausto della situazione, avendo lui, una paura smisurata per il figlio.

<<lo sa che lei non ha motivo di stare lì, vero?>> continuò lawliet.

sovraintendente:<<è già passato più di un mese da quando kira ha ricominciato a uccidere, ormai, io sono assolutamente sicuro del fatto che mio figlio non è kira, ora devi solo convincertene tu insieme a saotome. sono fermamente deciso a uscire da qui soltanto insieme a mio figlio>> rispose, il padre del sospettato, seduto nella sedia la quale era in cella, e, con tono calmo e rispettabile, fece uscire quelle parole dalla sua bocca.

<<certo che il sovraintendente è testardo..>> sentii dire da matsuda, che sembrava essere anche lui abbastanza calmo, solo, penso si dispiaccia che il sovraintendente si sia preso metà delle colpe.

presi il comando della situazione, premendo sul pulsante dell'altoparlante, 
avevo in mente qualcosa.

<<light come stai? tutto bene?>> chiesi, con tono indifferente, pareva fosse una domanda a trabochetto, e però, era una domanda così normale, così quotidiana, che non avrebbe mai il sospetto di essere qualcosa con una testa.

<<si va tutto bene, ascolta saotome, da quando sono stato rinchiuso non è morto nemmeno un criminale, quindi.. deduco che molto probabilmente kira è perfettamente a conoscenza di ciò che mi sta accadendo qui, e che->> disse, steso per terra, interrotto dalla sottoscritta.

<<no. se non è stato ucciso ancora alcun criminale è perchè tu sei kira>> dissi, interrompendo il castano, parlando nervosamente e con aria seria.

<<ti sbagli, io non sono kira! quante volte te lo devo ripetere questo!>> disse poi light yagami, voltando leggermente la testa, e con occhi che parevano sinceri mi guardò, dicendomi con convinzione quelle parole che non mi andavano a genio.

se lui fosse kira dovrebbe saperlo che gli omicidi sono ricominciati, eppure, non si direbbe proprio.
vedo la sincerità nei suoi occhi, nelle sue parole, in tutto ciò che dice, sembra così innocente e sincero, persino il modo; noto in lui, che non si sforzava neanche così tanto come prima, ma, è pur sempre agitato quando gli rivolgo la stessa domanda. 

però.. non mi sembra proprio che light yagami sia un tipo da attore professionista, insomma, finchè fingeva, lo capivo benissimo.

 quella volta, all'ospedale, quando suo padre era in ospedale, vedevo che faceva un minimo sforzo di finzione, anche se, era così bravo a recitare che l'ho capito dopo un po' dal solito. mentre ora.. sembra così sincero.. e però non sto dicendo che lui non sia kira.
rimane pur sempre kira, ma, mi sembra molto diverso, quasi, più credibile, decisamente.

<<saotome e ryuzaki sono così crudeli.. quanto tempo ancora aspetteranno per dire a light che hanno cominciato a morire in massa>> sentii dire, da aizawa, che aveva braccia incrociate al petto, con un'espressione che incitava alla rabbia.

il corvino, cliccò quindi nell'altoparlante.

<<amane>> la richiamò lui, con espressione seria e voce bisognose di una risposta.

le campane.. fanno davvero un baccano assordante// lawliet x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora