«Fai piano! È possibile che non riesci a essere minimamente delicata nei tuoi movimenti?» Il ragazzo al mio fianco mi rimprovera scherzosamente quando inciampo sul bordo di un tappeto rischiando di andare a sbattere contro il mobile più antico e amato di questo collegio.
«Mi conosci, e di conseguenza conosci anche la risposta!» Ribatto ridendo cercando di afferrare la mano del mio amico. È notte fonda e c'è un buio pesto. È successo molte volte di sgattaiolare via di notte da questo noiosissimo posto nel quale siamo rinchiusi dall'età di 6 e 7 anni, ci hanno scoperto solo una volta e, essendo un collegio abbastanza severo, ci hanno punito a forza di bacchettate sulle mani. Eravamo piccoli e forse pensavano che non lo avremmo fatto più, ma si sbagliavano decisamente. Scappare in piena notte e andare dove vogliamo ci permette di essere liberi, di fare e dire ciò che vogliamo, cosa non possibile all'interno di questo edificio.
Saliamo sul tavolo della mensa per arrivare alla finestra lasciata poco aperta per far entrare un po' d'aria fresca e l'apriamo del tutto per permetterci di uscire da lì. Scavalchiamo e ci lasciamo cadere sui morbidi cespugli posizionati fortunatamente sotto la finestra non molto alta e poi corriamo per il grande giardino fino ad allontanarci dal collegio.
«Niall aspetta!» Chiedo sfinita sdraiandomi sull'erba fresca del prato. Il nostro collegio si trova in una campagna non molto lontana da Sydney e per quanto faccia caldo di giorno, la sera si sta bene.
«Bello eh?» Mi chiede con il fiatone seguendo il mio sguardo sino al cielo stellato.
«Molto.» sorrido sospirando.
«Ricordo ancora quando sentii la tua vocina da bimba di sei anni svegliarmi la notte chiedendomi dov'era l'uscita per andare a guardare le stelle.»
Una risata lascia le mie labbra pensando a quella notte, la notte in cui ci siamo conosciuti. Io non ricordo bene, mentre lui ama raccontare la nostra chiacchierata in piena notte.
«Racconta di nuovo.» Mi avvicino a lui per poi appoggiare la testa sulla sua spalla.
«Era la tua prima notte al collegio, ero felice perché ti avevano fatto sistemare nella stanza accanto la mia. La tua stanza era sempre stata vuota perché era l'ultima delle stanze delle ragazze e la prima delle stanze dei ragazzi. Era notte fonda quando mi sono ritrovato il tuo piccolo corpicino accanto al letto, mi picchiettavi piano il braccio con una mano in modo da farmi svegliare. Non mi hai neanche lasciato il tempo di aprir bocca che subito hai chiesto 'dov'è l'uscita per guardare le stelle?' . Mi guardavi con quegli occhioni verdi aspettando una risposta che non sapevo darti. Ti ho risposto dicendo che non potevamo uscire, te ne sei poi andata senza dire nulla ma dopo qualche secondo eri già tornata. 'Mi chiamo Mia.' ti sei presentata e io ti ho detto il mio nome. Pensavo che dopo questo te ne saresti andata e invece sei rimasta spiegando che non riuscivi a dormire. Avevi 6 anni e io 7, ciò di cui avevamo bisogno era solo l'immaginazione, così ti ho fatto spazio sul letto accanto a me e abbiamo finto che le pareti bianche della mia stanza fossero ricoperte da stelle, dopo qualche minuto già dormivi.» Completa lasciandomi un bacio sulla fronte.
«E non si sono arrabbiati quando ci hanno trovato insieme? Beth non ha detto nulla?» Chiedo immaginandomi la reazione alla vista di due bambini di sesso opposto dormire nello stesso letto. Già lì dentro da fastidio se abbiamo un'amicizia così forte. Beth è una delle insegnanti più severe, non tollera nessun tipo di comportamento che non rientri nella norma, non so come reagirebbe se scoprisse di queste nostre fughe notturne.
«Si arrabbiarono tantissimo!» ride Niall. «Hanno provato a tenerci lontani per un po', ma poi ci hanno rinunciato. Mi trovavo in collegio già da un anno, non sapevo che fine avessero fatto i miei genitori, non ci facevano divertire o sfogare e l'unica cosa che potevamo fare tutto il giorno senza essere rimproverati era studiare. Quando sei arrivata tu è come se avessi trovato un po' di speranza e non potevo lascirti andare. Questo sorriso-» sorride indicandosi le labbra «-è ancora presente per merito tuo.»
Sorrido come lui e lo abbraccio. In questo collegio non ci hanno mai permesso di far nulla, è solo un edificio che sforna ragazzi 'perfetti' senza un proprio carattere. Io e Niall non abbiamo dato ascolto a nessuno, io sono cresciuta con lui e lui con me. Se ho bisogno di qualcosa cerco solamente lui. Non davo ascolto neanche agli insegnanti, in classe non ascoltavo nulla, Niall è un anno più grande e le cose che insegnavano a me, lui le sapeva già, quindi mi faceva anche da insegnante. Adesso lui ha 19 anni compiuti da poco e io ne farò 18 tra una settimana. Stiamo aspettando che io diventi maggiorenne per poter scappare da questo posto. Non sappiamo dove andremo di preciso, Niall non ha idea di che fine abbiano fatto i suoi genitori mentre io, prima di venire qui, abitavo con mia nonna. Non so e non voglio sapere che fine abbia fatto.
All'interno dell'istituto ci conoscono tutti, siamo sempre insieme e siamo quelli che combinano più danni. Abbiamo passato la maggior parte del tempo qua dentro in punizione, ma sinceramente non importa a nessuno dei due. Se abbiamo voglia di fare qualcosa, la facciamo. Ci teniamo a galla a vicenda, nessun altro è come me e lui, forse è per questo che non andiamo d'accordo con molti. L'unico ragazzo che ha fatto la pazzia di unirsi a noi è stato Ashton Irwin. Un riccio simpaticissimo che ci ha tenuto compagnia dai 13 ai 16 anni, poi i suoi zii sono venuti per portarlo a vivere con loro, ci siamo sempre tenuti in contatto, adesso vive da solo a Sydney.
«Una settimana e ci faranno andare.» sussurra il ragazzo al mio fianco.
«Finalmente, potremmo fare ciò che abbiamo sempre desiderato.»
«Viaggare.»
«Andare dove vogliamo.»
«Mettere la musica a tutto volume!»
«Correre e far casino!»
«Mangiare schifezze dalla mattina alla sera!»
«Dire brutte parole a ruota libera senza la paura che qualcuno ci metta in nessun tipo di strana punizione!»
«Andare a letto con chi voglio!»
«Niall!» lo sgrido dandogli uno schiaffo sul petto mettendomi in piedi.
«Cosa hai fatto?» Mi minaccia mettendosi alla mia altezza. Tiro fuori la lingua e corro per il prato seguita da lui mentre le nostre risate compensano il silenzio della notte.
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Remember When ||Niall Horan-Ashton Irwin||
Fanfiction«È stata la mia ancora per tutto questo tempo, un punto di riferimento, la luce alla fine del tunnel. Era la mia salvezza all'interno di quel posto simile ad una prigione. Avevamo detto per sempre, e adesso, per avermi salvato, non ricorda neanche i...