Capitolo 28

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«Io penso che adesso sia il momento giusto per parlare, nonna.» dice Bea seduta accanto a me mentre Denise, seduta difronte, continua a fissarmi con gli occhi lucidi.

«Mi dispiace se in questi anni tu abbia sofferto, Mia. Non ho mai smesso di pensare un attimo a te.» dice cercando di dire le parole giuste, sono troppo confusa per parlare quindi distolgo lo sguardo dal suo cercando quello di Ashton fuori dalla stanza, Harry se ne è andato minuti fa.

«Perchè non mi hai detto che il collegio dove stava era così vicino? Perchè non mi hai mai detto il suo nome?» chiede Bea volendo sapere sempre di più.

«Prima di questo, ho bisogno di sapere chi sono. Chi sono i miei genitori e sapere chi sei tu, Bea.» finalmente trovo il coraggio di intervenire.

«Anche io vorrei saperlo..» risponde Bea guardando Denise.

«Va bene ragazze. Mia, lei è Bea, figlia di tua zia, sorella di tua madre, praticamente tua cugina.» dopo queste parole Bea abbassa lo sguardo pizzicandosi le dita, Denise sembra non avere le forze di andare avanti e, io, sono sempre più confusa. Dopo qualche istante Bea mi prende per mano accennando un sorriso che provo a ricambiare.

«Sapevo che in te c'era qualcosa di speciale, ma non pensavo così tanto.» sussurra Bea.

«È incredibile che vi siate ritrovate così, senza saperlo.» commenta Denise. «Come vi siete conosciute, Mia?»

«Io, ehm..» cerco di dire qualcosa mentre scavo nella mia mente per trovare qualche ricordo riguardante il primo incontro con Bea.

«Nonna, ti ricordo che lei rimane sempre quella mia migliore amica di cui ti ho sempre parlato, quella che-» si interrompe guardando prima me e poi sua nonna.

«-quella che ha avuto l'incidente.» completa Denise portandosi un mano alle labbra trattenendo di nuovo le lacrime.

«Però vorrei sapere altro adesso, tralasciamo questo discorso.» dico esasperata. «Come faceva Bea a non sapere nulla di me? Nanche il nome.»

«So che conosci bene Bea e per questo so che sai quanto sia testarda, se si mette in testa una cosa nessuno può farle cambiare idea. Non le ho detto che il college dove ti avevo portato era a Sydney perchè sapevo che sarebbe venuta a trovarti e data la situazione familiare era meglio che tu ne rimanessi del tutto alla larga.» spiega, so che ha ragione riguardo la testardaggine di Bea, ma non capisco il resto.
«E lasciarmi lì da sola ti è sembrato il metodo migliore? E quale situazione familiare?» chiedo prendendo sempre più coraggio.

«Non eri sola tesoro, lo so. Ho chiamato molte volte al collegio per sapere come stavi, mi rispondevano sempre che non volevi avere informazioni riguardo la tua famiglia e che eri la più allegra, la più viva e che, soprattutto, avevi trovato chi ti facesse sentire viva.» mi sorride mentre le guance mi vanno a fuoco, Niall.. guardo oltre la porta per vedere se Ashton ha sentito, è lì con lo sguardo verso il basso.

«Ma questo non ha alcun senso! Stavo bene, ma non significa che non avrei voluto avere una famiglia.» rispondo.

«Di sicuro non avresti voluto questa famiglia..» dice a sua volta lei.

«Nonna basta, dille tutto, è inutile nascondere ancora altre cose.» interviene Bea, ho paura di quel che potrei sapere.

«Sicura che ti va di parlarne? Non pensi sia troppo presto?» chiede Denise.

«No, è successo troppo tempo fa, non ricordo neanche il loro aspetto. Poi è inutile rimandare ancora e ancora, Mia è venuta qui per avere informazioni, ed è giusto che tu gliele dia.»

«Come dici tu, tesoro. Allora Mia, comincio col dire che se non vuoi sapere altro io non ti obbligherò ad ascoltare.» si riferisce a me.

«Inizia, per piacere.» la imploro, lei sospira.

«Quando tu e Bea siete nate sembrava tutto così perfetto, dei genitori presenti, sani e affettuosi, e poi voi eravate bellissime. Però era solo un'immagine temporanea, perchè dopo pochissimi anni tutto andò in frantumi. Tuo padre Jared, bravissimo uomo, aveva deciso di smettere di bere per poter essere un buon padre per te, per molti anni è stato un alcolista, ma con l'aiuto di tua madre e con il tuo supporto si stava riprendendo. Poi successe tutto all'improvviso: una sera i genitori di Bea stavano tornando da una serata insieme, io avevo passato una magnifica giornata con la bimba quando una telefonata dal pronto soccorso mi distrusse completamente. Bea era piccola, ma abbastanza grande da sapere che qualcosa di terribile era successo ai suoi genitori.» Denise si interrompe per controllare come stia Bea, come lei, ha gli occhi lucidi. «La piccola Bea si trovò orfana nel corso di una sera, io avevo perso una figlia e tua madre una sorella, eravamo tutti a pezzi. La bambina venne affidata a me dato che i tuoi genitori non erano abbastanza stabili emotivamente per tenere un'altra bambina che ricordasse così tanto a tua madre la sorella persa da poco. Andammo avanti facendoci forza a vicenda, quei mesi sono stati i più duri di tutte le nostre vite. Passarono pochi mesi prima che la situazione si trasformasse in un vero inferno: Evelyn, tua madre, non poteva reggere il dolore causato dalla scomparsa della sorella così si consolò con il metodo più comune ma soprattutto più distruttivo, la droga. Tuo padre perse il lavoro per badare a te mentre tua madre era fuori, nessuno poteva immaginarsi cosa faceva Evelyn mentre diceva di uscire con delle semplici amiche, con il passare del tempo non fu tanto difficile intuirlo. Tuo padre era ormai senza un soldo, stava consumando tutte le sue energie per aiutare tua madre che non voleva saperne nulla. Il giorno in cui gli agenti sociali ti misero sotto la mia custodia fu lo stesso giorno in cui tuo padre ti lasciò da sola a casa per uscire alla ricerca di un lavoro mai trovato. Quel giorno il povero Jared in preda alla disperazione e senza più il supporto di Evelyn riaffondò nel suo vizio preferito. Si presentò a casa mia il giorno dopo insieme a tua madre, lei era un disastro, non era più l'Evelyn che avevo cresciuto con tanto affetto, Jared invece puzzava d'alcool come non mai. Entrambi si erano ricordati di averti lasciato da sola e quando non ti trovarono entrarono in panico, sapere che non potevi più vivere con loro li fece stare ancora peggio. Eri così piccola, Mia, avevi più o meno tre anni.»
Involontariamente, le lacrime mi rigano il viso. Sono così arrabbiata, triste e delusa. Ho immaginato qualsiasi tipo di situazione, ma mai una così complicata.

«E come ci sono finita in collegio?» chiedo passandomi velocemente una mano sul viso per asciugare le lacrime.

«Ero sola con due bambine a carico, avevo appena perso una figlia e se non facevo attenzione ne avrei persa un'altra, non potevo farcela. O portavo te o portavo Bea, promisi che sarei venuta a riprenderti una volta che la situazione dei tuoi genitori sarebbe migliorata, ma ogni anno la stessa storia: miglioravano, andavano avanti e poi cadevano di nuovo come due stupidi nei loro vizi. Non meritavi questo Mia, lasciarti in collegio e fare in modo che gestissi la tua vita come meglio volessi era la decisione migliore per tutti.» sospira Denise, sono senza parole.

«E i genitori di mio padre?» chiedo ormai senza forze.

«Tuo padre è inglese e i suoi genitori vivono lì. Jared si trasferì in Australia solamente per Evelyn.» spiega.

«E adesso loro come stanno?» chiedo non volendolo sapere veramente.

«Meglio, tuo padre ha trovato lavoro anche se ogni notte nessuno gli impedisce di bere più bottiglie di vino insieme ad Evelyn. Affrontano i loro problemi insime, letteralmente. Non mi chiedono di te ormai da anni, non so come reagirebbero se sapessero che sei qui.»

«Grazie.» dico con un filo di voce alzandomi dal divano, Bea mi blocca e mi stringe come non aveva mai fatto.

«Da ora in poi andrà meglio, Mia.» mi sussurra in un orecchio, non do nessun tipo di risposta ed esco dalla stanza dopo aver salutato mia nonna e mia cugina.

«Mia, tornerai vero?» mi chiede Denise alzandosi dalla poltrona sulla quale era seduta, ma senza fare nessun passo a causa della lontananza dal suo bastone. Annuisco e, esausta, esco dalla stanza; Ashton è in piedi e sembra sconvolto quanto me. Lo guardo e senza pensare corro verso l'uscita non potendo più resistere dentro questa casa.

Remember When ||Niall Horan-Ashton Irwin||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora