Capitolo 13

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Ritorna indietro, Mia. Okay.
Mamma? Nulla, va bene andiamo avanti.
Papà? Ancora niente.
Nonni? No aspetta, nonna. Sì, nonna! Bene, so di avere una nonna.
Cugini? Niente? Okay, lasciamo perdere anche i cugini.
Sorelle? -Brividi.- Dovrebbe essere un segnale, no? Potrei avere una sorella.
Fratelli? Ancora brividi.

La conversazione tra me e la mia mente viene interrotta dal ragazzo biondo, Niall, che chiude la porta dietro di se andandosi a sedere sul divanetto.

«Ciao Niall.» lo saluto guardando il soffitto mentre sto sdraiata sul letto.

«Ciao Mia, a cosa pensi?» mi chiede sdraiadosi sul divano in modo da assumere la mia stessa posizione.

«Alla mia famiglia. A mia nonna, mia sorella e mio fratello. Per ora solamente loro hanno, ehm, suscitato qualcosa in me. Sai, è difficile spiegare come funziona.»

«Provaci lo stesso.» mi incoraggia.

«Ripeto nella mia testa nomi come: mamma, papà, cugini, fratelli eccetera. A volte sento brividi o sensazioni del genere e penso che significhi qualcosa. L'unica cosa strana è che ancora non ho sentito nulla con mia madre, quindi continuo a ripeterlo così non rimarrà delusa o triste quando mi vedrà anche lei.»

Al suono delle mie parole, Niall si alza dal divano avvicinandosi al letto costringendomi a spostare lo sguardo su di lui.

«Che c'è?» gli chiedo. Sembra preoccupato, in difficoltà.

«Forse è meglio se ti concentri su altre cose, va bene? Per esempio-» cerca di cambiare discorso «- ho visto che cammini abbastanza bene.» sorride.

«Perchè eviti l'argomento "genitori"?» dico imitando delle virgolette con le dita «e poi tu chi sei? Cioè, chi sei per me? E tutti quelli lì fuori? Quella ragazza bionda scomparsa tutto d'un tratto? Chi siete voi?» chiedo incominciando ad innervosirmi.

Niall da quando ho cominciato la serie di domande ha cominciato a mordere con insistenza i lati delle dita, è molto nervoso e gli occhi si fanno sempre più lucidi.

«Scusami... Lo ha detto anche il dottor Kramer, una domanda alla volta. Non volevo metterti in difficoltà.» gli dico quando vedo che non ha intenzione di rispondere.

«Scusa Mia.» dice subito «avrei risposto a tutto, ma è difficile sentirmi domandare da te chi io sia.» si interrompe sospirando. «Io sono il tuo migliore amico, tuo fratello, tuo compagno. Più che 'io', siamo 'noi'. Non siamo mai stati separati per più di tre giorni da quando avevamo entrambi sei o sette anni e questo mi ha portato a considerare anche te in tutto ciò che faccio, figurati che al collegio ci consideravano una sola persona.» dice provocando in me una serie di emozioni troppo forti.

«Il collegio.» sussurro mentre le lacrime cominciano a scendere sulle mie guance. Niall subito porta una mano vicino il mio viso e mi asciuga le lacrime provando a confortarmi.

«Mia, calmati, respira. Scusa, mi è sfuggito.» si scusa provando di rimediare al danno creato.

«Perchè sto sentendo questo, Niall? Ti prego aiutami.» dico afferrandogli la maglietta tirandolo verso di me. Lui capisce immediatamente e avvolge le braccia attorno il mio corpo facendomi alzare per poi spostarmi sulle sue gambe. Mi passa una mano tra i capelli e mi bacia la fronte aspettando che mi senta meglio.

«Mi sto sentendo così piccola, ho paura.» mi lamento aspirando il suo profumo che sconvolge ancora una volta il mio organismo.

«Non devi mai avere paura se io sono con te, okay?»

Annuisco e dopo qualche secondo mi sento imbarazzata, sto abbracciando una persona che io conosco da un giorno. Può essere stato anche la persona più importante, ma ora come ora è solo uno sconosciuto. Provo ad alzarmi appoggiandomi al letto, Niall sembra come sorpreso da questo comportamento. Ritorno alla posizione iniziale e lui si alza dalla sedia accanto il letto.

Remember When ||Niall Horan-Ashton Irwin||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora