Capitolo 8

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Il rumore di passi in corridoio mi fa svegliare. Mia sta dormendo al mio fianco quando Ashton entra in camera.

«Come mai sei con lei?» mi chiede sottovoce sedendosi sull'altro letto.

«Stanotte si è svegliata in preda al panico, penso abbia fatto un brutto sogno.» spiego sbadigliando.

«Le vado a preparare un caffè, svegliala, tra poco risalgo.» dice Ashton alzandosi per uscire dalla stanza.

Chiamo Mia per nome per farla svegliare mentre le accarezzo delicatamente i capelli.
Quando si sveglia i suoi occhi verdi illuminano la stanza, le rivolgo un sorriso rassicurante, lei si avvicina di più appoggiandosi alla mia spalla.
Dopo poco arriva Ashton con un tazzina di caffè per lei.

«Grazie.» dice come se fosse senza voce prendendone un piccolo sorso.

«Cosa è successo stanotte?» le chiedo finalmente quando termina di bere.

«Ho fatto un sogno.» sospira «mi faceva male la testa, cercavo di correre da voi e dai ragazzi ma era come se non mi stessi muovendo. Voi eravate lì a parlare e io non riuscivo a raggiungervi. Poi tu, Niall, ti sei accorto di me e hai cominciato a venirmi incontro correndo a braccia aperte. Quando stavamo per icontrarci mi sono lanciata su di te sperando di abbracciarti, invece sono caduta. Ho avuto un attimo di confusione, tutto intorno a me era diventato bianco, neanche un colore. All'improvviso il nero ha preso il suo posto e il pavimento sotto il mio corpo è crollato facendomi cadere nel vuoto sino a quando non mi hai svegliata.»

Sia io che Ashton ascoltiamo. Alla fine ci guardiamo entrambi, come per cercare una spiegazione a tale sogno.

«Siamo qui.» la conforto abbracciandola mentre lei rimane fissa con lo sguardo verso l'armadio difronte il letto.

«E non andate.» risponde a voce bassa chiudendo di nuovo gli occhi.

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«Cosa facciamo adesso? Non usciamo?» chiedo ad Ashton quando finiamo di cenare.

«Certo che usciamo, dovrebbe esserci una festa in un locale. Venite?» risponde.

«Sì che veniamo!» dico anche per Mia.

«Veramente io non ne ho tanta voglia, forse rimango a casa.» mi contraddice lei.

«Cosa? Perchè?» chiediamo contemporaneamente io e Ashton.

«Non sono dell'umore per andare ad una festa.»

In effetti è da quando si è svegliata che gira per casa in pigiama senza dire una parola.

«Dov'è la Mia che conosco? Dov'è la Mia che non mi lascia un secondo? Dov'è la Mia che ti trasmette gioia alla sola vista? Dai, alzati e andiamoci a preparare!» cerco di convincerla alzandomi prendendola per mano.

«Niall, veramente, è meglio se rimanga a casa.» risponde lei.

«Oh dai, Mia! Ci divertiremo! Ti prometto che tornerò subito a casa con te se ti annoierai.» insisto facendola alzare dalla sedia tirandola su per le mani. Lei alza gli occhi al cielo, ma subito dopo sorride.

«Va bene.» cede alla fine. Esulto sollevandola da terra per poi farle fare un piccolo giro.

Saliamo in camera dove entriamo nei nostri bagni per lavarci. Mia sembra essersi ripresa, non so cosa le sia preso ma è meglio farla distrare.

«Avevo pensato di mettere questo.» mi dice mostrandomi un vestito viola lungo sino sopra il ginocchio e senza spalline.

«Mi piace molto.» rispondo pensando come le starebbe addosso. Alla fine, lei starebbe bene anche con un sacco della spazzatura.

Remember When ||Niall Horan-Ashton Irwin||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora