Da ora per un po' di capitoli verranno introdotte molte cose in maniera leggermente disordinata ma non preoccupatevi, tutto avrà una risposta. Ho deciso di fare così perché lo trovavo interessante. Buona lettura!
Tra poco più di un mese Jungkook sarebbe dovuto partire con Hoseok per andare nel regno di Imperium e visitare la capitale Gladio ma prima aveva delle cose da fare e non avrebbe potuto posticiparle dopo il ritorno da quel viaggio lungo e tortuoso.
Era sera e la luna piena splendeva in cielo insieme alle figlie stelle, non tirava vento e l'inverno stava finendo. Jungkook indossò un cappotto ed uscì di casa facendo silenzio senza svegliare il padre, andò verso la piccola stalla in cui si trovava Leslie e in pochi minuti partì verso il villaggio di Assato.
--Qualche giorno prima a casa di Jimin--
La madre del ragazzo era sulla soglia della porta intenta a parlare con un postino della capitale e aveva appena ricevuto una lettera per il figlio da un mittente sconosciuto.
-Tesoro la posta!-
Jimin lasciò l'orto e corse dentro casa per prendere la busta che la madre gli stava porgendo.
-Chi è Jeon Jungkook tesoro?-
-Mi ha scritto Jungkook? E' solo un amico-
La donna annuì per poi tornare a lavorare a maglia su uno sgabello in cucina. Jimin aprì la busta sorridendo ed iniziò a leggere quello che Jungkook gli aveva scritto.
Caro Jimin, come stai?
Spero che al villaggio vada tutto bene e che anche tua madre si senta meglio.
Quando avrai ricevuto questa lettera probabilmente starò preparando i bagagli per venirti a trovare o sarò già partito e passerò un paio di giorni con te. Vorrei che però tu pensassi seriamente a ciò che sto per scriverti e che tu mi dia una risposta al mio arrivo.
Vorresti trasferirti con tua mamma al villaggio di Cerasus? Ti accoglierò in casa mia e ti farò lavorare alla bottega di mio padre per raccimolare un po' di denaro. Vederti così distante e in un villaggio che ti giudica per tua madre mi fa stare male e anche se non ci conosciamo da tanto io voglio aiutarti in un qualche modo.
Ci vediamo presto,
Jeon Jungkook.
--Nella città di Hydrangea--
Jungkook scese da cavallo e iniziò a passeggiare per le strade della città tenendo le redini di Leslie, gli uomini avevano appena finito di lavorare ed erano tutti riuniti nelle tavole calde per bere una birra e ridere godendosi la serata, i bambini correvano con delle grande ceste in mano ricolme di stoffe e cibo e le donne chiudevano le finestre delle loro case per evitare che qualcuno vi entri.
Passando per la piazza Jungkook notò molte guardie che fermavano i viaggiatori ed alcuni che puntavano le spade contro i loro colli minacciandoli di essere contrabbandieri.
-Meglio evitare di stare altro tempo qui-
Non appena girò l'angolo per passare da una piccola via sentì qualcuno sbattergli contro.
Un ragazzo alto dai capelli neri e lisci un po' lunghi, due grandi occhi scuri e le labbra grandi e carnose, Jungkook sentì come un brivido lungo la schiena. Il ragazzo si inchinò in segno di scuse e poi corse via, a seguirlo vi erano due guardie che di buone intenzioni parevano non averne e gli urlavano di fermarsi minacciandolo con delle lance. Leslie sbuffò seguendo con lo sguardo il ragazzo e Jungkook decise, salì sul suo cavallo e dandogli un lieve calcio iniziarono a galoppare verso il fuggitivo.
Passarono tutta la piazza e poi girarono per alcune vie finché non superarono le guardie, quando raggiunsero il ragazzo Jungkook gli porse la mano e lo fece saltare in sella continuando a galoppare.
Ci misero poco a seminare le guardie ed arrivarono fino ad un vicolo abbastanza nascosto per potersi riposare e prendere aria. Jungkook accarezzò il collo di Leslie complimentandosi con lei per l'ottima corsa mentre l'altro scese dal cavallo per appoggiarsi al muro con la schiena ed osservare il suo salvatore.
-Chi siete?-
Jungkook scese dal destriero e sorrise.
-Jeon Jungkook, voi?-
-Seokjin, chiamami Jin-
Jungkook annuì ma quando lo riguardò negli occhi sentì nuovamente un brivido alla schiena.
-Perché mi hai aiutato? Neanche mi conosci-
-Cosa?-
Jungkook aveva sentito ma quello che gli fece più strano era che il ragazzo non stesse parlando con lui ma bensì con il cavallo.
Leslie nitrì per poi avvicinare il muso al padrone che era rimasto al quanto stranito.
-Perché te la sentivi, mh? Allora ti ringrazio Leslie, e ringrazio anche voi signor Jeon, addio-
Il ragazzo girò l'angolo e parve volatilizzarsi.
-Come fa a sapere il tuo nome Leslie? Io mica gliel'ho detto, che sia uno stregone?-
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Il drago di Autem
FantasyIl regno di Autem, il regno di Imperium e infine il regno di Sapientae, tre regni governati da tre potenti re. Essi sono da tempo alla ricerca dei quattro grandi draghi le cui vicende venivano narrate nelle leggende dei loro fidati dei. -Come può un...