siamo arrivati in una casetta nel bosco. ci andavo sempre da bambino insieme ai miei fratelli. l'aveva costruita mio nonno per farci divertire. in teoria qui siamo al sicuro, per ora.
devo proteggere vittoria, al 90% verrà o uccisa o usata per i suoi scopi,d'altronde erano questi i patti. quella fottuta notte.
la casa è piccola, saremo costretti a dormire insieme.
come se ti dispiacesse
vaffanculo.
prendo il suo telefono e lo spacco.
"ma sei impazzito?! allora Giorgio, adesso mi spieghi?" urla "non è il momento, per ora ti posso solo dire che o stai zitta e fai quello che ti dico io o muori." "mi sono stancata, o mi spieghi o giuro che me ne vado." rimango in silenzio per qualche minuto. ripercorro quella notte. ripenso a ciò che successe. "un taglio alla gola. " sono queste le uniche parole che mi escono dalla bocca."cosa?" "per ora ti basterà sapere questo, ora sistemiamo la casa,dopo ci raggiungeranno Giulio e massimo","giorgio,vaffanculo, capisci che ho paura di cosa sta succedendo? mi hai svegliata alle 4 di mattina per farmi scappare di casa senza darmi spiegazioni dopo che ieri mi hai urlato contro le peggio cose." "vittoria cazzo". mi avvicino a lei finché non sbatte al muro. "non anche tu" sussurro sulle sue labbra mentre una lacrima scorre sul mio viso. percepisco la sua paura, ma non dice nulla,finché non annulla totalmente le distanze baciandomi. non capisco,ma non rifiuto il bacio. scoppia in lacrime per l'agitazione e mi abbraccia. cerco di tranquillizzarla, per quanto possa essere possibile.
***
tremo, ho paura di cosa succederà. la mia mente vaga per ricostruire gli accaduti. mi ero promesso di non vivere più in quello stato,nessuno ci avrebbe rimesso. non può accadere anche a Vittoria, non lei. cazzo, non è successo sul serio, impossibile. Giulio, massimo e lui, uno schiaffo, poi un altro, quelle cazzo di urla, ho perso la voce a gridare quanto ti odio, il silenzio lacerante, il buio, il vuoto, la paura, il sangue. morte a tutte le streghe.
